Campione incompreso odiato dai neonazisti

Campione incompreso odiato dai neonazisti Campione incompreso odiato dai neonazisti i| •;] VJ ; |:.;f::::1 ffTi'ftZ f 11 UN RIBELLE IN PATRIA BONN NOSTRO SERVIZIO I rapporti di Boris Becker con la Germania non sono mai stati dei più facili, anche prima di innamorarsi perdutamente dell'attrice di colore Barbara Feltus. Per la prima volta si gridò allo scandalo anni fa quando il Boris nazionale, diciottenne, fresco della clamorosa vittoria a Wimbledon, si rifiutò di fare il servizio militare. Era una cosa che non dava il buon esempio ai suoi coetanei meno famosi. Poi l'amore per Barbara, detta affettuosamente Babs. Fa parte del carattere di Becker, sensibile e un po' ribelle alle convenzioni di non essersi neanche accorto che la ragazza di cui si era innamorato non era bianca. Racconta Babs in un'intervista al settimanale «Stern» di come lui parecchio tempo dopo, mentre stavano l'uno vicino all'altra la guarda e improvvisamente si rende conto che lei ha la pelle scura. In Germania invece, questo dettaglio del colore della pelle, non può certo dimenticarlo. La prima volta succede l'anno scorso a Francoforte, durante il Carnevale. Boris e Babs sono a casa di amici e guardano la sfilata dalla finestra. Dalla strada arrivano gli insulti: «Troia negra». Segue la prima dichiarazione di guerra di Becker ai tedeschi. In un'intervista alla «Bild Zeitung» definisce la Germania un Paese di razzisti. Da quel momento Boris interviene ogni volta che si riaccende la fiamma della violenza neonazista. Quando muoiono nel rogo una donna e due bambine turche a Moelln condanna il gesto raccapricciante e racconta ai giornali gli insulti che deve sopportare la sua Babs. L'ultimo attacco di Becker alla Germania è recente quanto l'ultima strage: a Solingen quando un mese fa muoiono fra le fiamme cinque donne turche. In un'intervista al «Times» di Londra dichiara che non tornerà più in Germania, almeno non per molti anni. Ma Boris Becker non è l'unico sportivo che volta le spalle alla Germania a causa del razzismo. Ruud Gullit, che doveva firmare un contratto con il Bayern di Monaco, ha disdetto all'ultimo momento: sua moglie, italiana, non voleva che il suo bambino crescesse in Germania. E anche Lothar Matthaeus ha già minacciato di andarsene, forse a Madrid. La sua seconda moglie, Lolita Morena, in Germania non sta bene. Anche Franz Beckenbauer, il Kaiser del calcio, si è presentato in tv con parole di disprezzo per quei ragazzi che prima sfogavano la violenza negli stadi e adesso hanno scoperto che possono appiccare il fuoco alle case degli stranieri. Ma non tutti gli sportivi condannano «quei ragazzi». Il tennista Michael Stich per esempio in un'intervista a «Playboy» racconta che dopotutto non sono fondamentalmente malvagi e se si comportano in questo modo una ragione alle spalle ci deve pur essere. Ha avuto sfortuna Stich: dopo che lui aveva già dato l'intervista, «quei ragazzi» hanno ucciso le cin- que donne di Solingen. Michael Stich incontrerà Boris Becker nei quarti di finale di Wimbledon. I due si erano già trovati di fronte nella finale di due anni fa (allora vinse Stich). In quell'occasione i giornalisti chiesero a Becker cosa ne pensava di una finale tutta tedesca. Lui rispose che non gli importava nulla che la finale fosse tedesca o meno, ma che fosse una bella partita. Stich è l'anti-Be- cker, sempre posato, con i piedi per terra. Becker è inquieto (tentò di suicidarsi una volta), ha avuto difficoltà a convivere con la notorietà. I due non si amano. Stich in un'intervista lo ha ammesso: «Non siamo mai stati amici, ma parliamo d'altro per favore, perché non sono di quelli che fanno centinaia di volte il nome di Becker». Francesca Predazzi Ha condannato gli atti xenofobi Le teste rasate idolatrano Stich A sinistra, la copertina di «Stern» con la denuncia di Becker degli insulti razzisti alla fidanzata Barbara. Qui a destra, il tennista Michael Stich. In basso il calciatore Ruud Gullit, che ha rifiutato un contratto con il Bayern di Monaco