La Cisl cerca il riscatto

La Cisl cerca il riscatto La Cisl cerca il riscatto Tutti solidali con DAntoni Martinazzoli: venga nella de Sergio D'AntonROMA. Momenti difficili questi per Sergio D'Antoni. Le accuse del costruttore Lodigiani stanno creando un clima di forte tensione all'interno della Cisl. Ieri in risposta agli attacchi che da giorni si concentrano sulla figura del segretario generale è sceso Luigi Cocilovo con una minaccia di dimissioni. Cocilovo è più che un semplice segretario confederale per D'Antoni. E' il suo braccio operativo, è quello che manda avanti la struttura organizzativa della Cisl. Entrambi siciliani, i due vengono considerati come fratelli. Lo scontro è rientrato appena è stato chiaro che le manovre in atto non sono interne alla segreteria e Cocilovo si è presentato tranquillo come tutti gli altri segretari al pranzo comune allo Sheraton, l'albergo dove sono alloggiati. Ma il gesto è il segnale di un malessere che la vicenda Lodigiani ha fatto scoppiare nella Cisl. E che - anche se circoscritto ad una stretta minoranza, esterna gruppo dirigente - esiste. E' un malessere che non ha come obiettivo le dimissioni di D'Antoni, ma punta a condizionare il segretario usando la discussione sull'atteggiamento da tenere riguardo la vicenda Lodigiani. Ieri per la prima volta se ne è parlato non solo nei corridoi, ma anche dal palco. Lo ha fatto Carlo Stelluti, segretario della Cisl di Milano: «E' calata un'ombra sulla Cisl che va rischiarata. Si è colpito il sindacato. Sono certo dell'infondatezza delle accuse. Ora bisogna dimostrare questa infondatezza». Stelluti chiarisce, così, il senso di una sua dichiarazione che ieri mattina era stata un altro motivo di tensione. Il segretario milanese ha tenuto a precisare, dunque, che «non è in discussione la figura di Sergio D'Antoni. Lui è il nostro segretario e questo congresso non potrà che riconfermarlo», il vero problema è però «sgomberare ogni dubbio, prima che i tentativi di sciacallaggio già in atto possano minare alla nostra unità». Sceso dal palco, poi, ha aggiunto: «Non credo che in un contesto politico e sociale come quello attuale possa essere il congresso a decidere, a dire l'ultima parola. Questo può farlo solo la magistratura». A criticare la linea di D'Antoni nei corridoi del congresso è stato anche il segretario della Firn di Milano, Vito Milano: «Il mio dubbio è al che la scelta di D'Antoni non sia la più giusta. E' inutile negare che c'è il rischio che rimanga un'ombra sul segretario generale. Non so se sia giusto scaricare sull'intera organizzazione questo fardello». 0, ancora, Giancarlo Montagnoli della segreteria di Verona che ha sostenuto che «il bene dell'organizzazione è al di sopra di tutto e oggi non sono in grado di dire come si potrà chiudere questo congresso». E Giovanni Marchionni segretario organizzativo della Cisl torinese, ha chiesto dopo l'incontro con Di Pietro «un atto forte, una querela, una denuncia, anche per ottenere il risarcimento dei danni morali che sono enormi». Insomma, le rivelazioni di Lodigiani hanno appesantito molto l'atmosfera del congresso della Cisl. D'Antoni sta facendo il possibile per riuscire almeno ad incontrarsi con il giudice Di Pietro prima di venerdì, giornata conclusiva dei lavori. Ma in queste ore pare difficile che ci riesca. D'Antoni lo ha ripetuto al suo numero due, Raffaele Morese. Anche loro a pranzo allo Sheraton, erano seduti ad un tavolo a parte. Hanno potuto così parlare in tutta tranquillità del da farsi: della necessità di recuperare altri documenti per smontare definitivamente le accuse, delle complicazioni create anche dal giallo con l'Espresso, vale a dire dalla discordanza delle date dei verbali pubblicati dal settimanale con le date dei verbali nelle mani di D'Antoni. E dell'urgenza del colloquio con Di Pietro. In realtà anche se il colloquio con Di Pietro avvenisse nei prossimi giorni prima di cancellare l'ombra trascorrerà ancora un po' di tempo, sottolinea Gianni Italia: «E' necessaria una attestazione di innocenza. E questa non la si ottiene dall'oggi al domani. Questo significa che nei prossimi mesi l'organizzazione subirà un grosso handicap, una pesante perdita di credibilità». Convinto che ci sia un uso strumentale della vicenda Lodigiani si è detto ieri il segretario della de, Mino Martinazzoli che ha aggiunto: «A D'Antoni ho già posto la domanda sul suo futuro. Ha un'esperienza e un'intelligenza tali che se e quando decidesse di mettersi in politica, io spero molto che sia con noi». Flavia Amabile Sergio D'Antoni

Luoghi citati: Milano, Verona