«Dalla Germania Est 700 milioni al pci»

«Dalla Germania Est 700 milioni al pei» Il caso della Eumit, di cui il compagno Brenno vendette le quote quando il partito lo chiese «Dalla Germania Est 700 milioni al pei» Ramazzotti: non l'ho detto subito ai giudici perché sono comunista TORINO. Ramazzotti «rettifica» evitando l'arresto e il puzzle dell'«Eumit» si compone di nuovi tasselli. Il pm di «Mani pulite» Tiziana Parenti, in trasferta a Torino per interrogare il «compagno Brenno» insieme con il collega torinese Giuseppe Ferrando, esce dalla Procura dicendo: ((Adesso ne so di più». 11050 milioni della vendita della quota pei alla Deutsche Handels Bank di Berlino Est? «Posso fare due ipotesi e nessuna contempla questa possibilità. O era il denaro di una tangente o si trattava di un finanziamento». Greganti? «Ci ha raccontato una storia che non stava in piedi». Dopo oltre tre ore di interrogatorio, questa volta assistito da un legale (il professor Carlo Federico Grosso), Brenno Ramazzotti si concede ai cronisti. «Sì, l'altra volta non avevo raccontato la verità, perché spettava al partito dire che il 20 per cento della Eumit era suo e non mio. Non potevo smentirlo, sono un comunista. Ho atteso che Pollini, ex amministratore del pei, dichiarasse queste cose ai giudici e mi sono ripresentato». Lo ha fatto in tutta fretta, chiedendo di essere ascoltato dal dottor Ferrando che nel frattempo lo aveva inserito nel registro degli indagati per «false dichiarazioni al pm». Senza questo tempismo, ' Brenno Ramazzotti avrebbe rischiato di vedersi arrivare i carabinieri a casa. Adesso il magistrato chiarisce: «Se la sua testimonianza risulterà vera archivieremo l'accusa. Per ora Ramazzotti resta inquisito». L'impressione è che il «compagno Brenno» abbia convinto i due pm assai più di Greganti e dello stesso Pollini. «Ramazzotti dice di aver venduto le quote della Eumit che deteneva fiduciariamente per conto del pei - ha rivelato la dottoressa Parenti - e di averlo fatto quando il partito glielo ha chiesto: 700 milioni nel 1988, il prezzo pattuito con la banca berlinese che aveva un diritto di prelazione. Il denaro venne versato sul conto to- rinese di Ramazzotti, al San Paolo, e fu consegnato a Greganti. Ramazzotti aggiunge che Pollini sarebbe stato l'ultimo destinatario ' della somma e che Pollini stesso glielo avrebbe confermato». Ramazzotti smentisce soprattutto Greganti. Il pm Parenti con¬ ferma l'inattendibilità del «compagno G.» in questa storia: «Greganti disse che era stato De Francisco a contattarlo parlandogli di azioni di una società di Berlino Est (nessun riferimento a Torino) di cui voleva disfarsi. Che provvedesse lui. Ma De Francisco è morto e non può contraddire nessuno». Nel caso Eumit si aprono nuovi scenari. I due magistrati hanno parlato a lungo fra loro, prima e dopo l'interrogatorio di Ramazzotti. Il dottocFerrando ammette che si può cominciare a pensare ad un'ipotesi di reato: false dichiara¬ zioni sociali o altre irregolarità societarie. Il pm torinese disporrà una consulenza sull'amministrazione della vecchia società di import-export assorbita dalla Intereurotrade del gruppo Fornara. E risentirà Greganti, mentre un confronto Ramazzotti-Pollini è per ora previsto a Milano, dove verrebbero interrogati anche il commercialista Accornerò e l'imprenditore Regis (sin dall'inizio nell'Eumit). «E' una società originale - nota il magistrato milanese - perché sino al 1985 lavora sempre in perdita e solo allora registra un boom nella sua attività. E' realistica l'ipotesi che servisse a far circolare cose che non potevano essere pacificamente commerciate». Anche tecnologie che il Comecon proibiva di vendere ai Paesi dell'Est? «Stiamo indagando». Nel 1981 l'Eumit finì sotto inchiesta per contrabbando di acciaio. L'ipotesi non piace assolutamente a Ramazzotti: «Solo teoremi. Mi ricordano un cieco in una stanza buia con gli occhiali scuri che cerca un gatto nero che non c'è». Il compagno Brenno non è tenero nemmeno con il suo partito, il pds: «Predica bene su Mani pulite, ma in questo caso avrebbe dovuto collaborare prima coi giudici». Il suo è un commiato da Cincinnato: «Nell'Eumit ho lavorato, guadagnando soldi per il partito. E' stato un servizio». Esce di scena «Brenno», in Procura arrivano i «Verdi» per chiedere con l'on. Pecoraro Scanio di «fare come i giudici di.Napoli con l'attico di Pomicino: disponete il sequestro cautelativo dei beni dei parlamentari sotto inchiesta per tangenti». Alberto Gaino Frecciata al pds: doveva collaborare prima con i magistrati Brenno Ramazzotti: «Spettava al partito dire che il 20 per cento della Eumit era suo e non mio» Il pm di Mani pulite Tiziana Parenti: «Il denaro ricevuto dalla Germania venne versato sul conto torinese di Ramazzotti e fu consegnato a Primo Greganti»

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