Prime nozze tra gay a Palermo di A. R.

Nel municipio Nel municipio Prime nozze tra gay a Palermo PALERMO. Luigi e Massimo hanno detto «sì» e si sono scambiati il tradizionale bacio (sulle guance) davanti a 300 fra invitati e curiosi. Le prime nozze gay di Palermo sono state celebrate ieri alle 18 davanti a Palazzo delle Aquile, sede del municipio, in piazza Pretoria che per via di due file di statue nude del Marabitti i palermitani da secoli chiamano «piazza della vergogna». Il prefetto Vittorio Piraneo ha vietato l'uso dell'aula «Mauro Rostagno». La sala, nell'ammezzato del palazzo, intitolata al sociologo torinese assassinato a Trapani dai mafiosi trafficanti di droga (ancora impuniti), da anni è considerata una sorta di terra di nessuno, aperta cioè al libero confronto, ai movimenti e alle associazioni il più delle volte alternativi. «In municipio si celebrano soltanto i matrimoni veri», ha risposto risoluto Piraneo, opponendo il suo diniego ai dirigenti dell'Arcigay che gli avevano chiesto insistentemente l'autorizzazione. Secondo il programma la «cerimonia» avrebbe dovuto seguire un convegno sull'omosessualità tenuto appunto nell'aula Rostagno. Dopo il simposio, dunque, il trasferimento in massa a poche decine di metri accanto alla grande fontana. Luigi Campanella, 44 anni, e Massimo Milani, di 40, vivono insieme da dieci anni. Solo adesso hanno deciso di ufficializzare la loro situazione con questo matrimonio che ovviamente non ha alcun effetto civile. Gestiscono un negozio nel quale vendono borse, cinture e altri oggetti in cuoio. Gli affari vanno abbastanza bene e li soddisfano. Luigi indossava un completo rosso (giacca e pantoioni) su camicia in seta nera; Massimo invece un abito da cerimonia decisamente inconsueto: un frac bianco. Sono stati applauditi a lungo specie al momento del fatidico «sì, lo voglio» pronunciato da Luigi e seguito da un quasi stentoreo «anch'io» detto da Massimo. Ha celebrato Ernesta Morabito, una biologa che nel disciolto Consiglio comunale sedeva nei banchi riservati al pds. E fra i testimoni il deputato pidiessino Pietro Folena. Assente invece la senatrice Pina Malsano, la vedova dell'industriale tessile Libero Grassi assassinato dai mafiosi del racket delle estorsioni. La presenza della parlamentare verde era stata annunciata dall'Arcigay. Per esaltare una pretesa parità, che in base al loro schema va oltre ogni riferimento ai «tradizionali» sessi, tutti e due gli sposi hanno stretto in mano due mazzolini di roselline gialle che al termine hanno lanciato nel mucchio degli invitati, seguendo la consuetudine secondo cui la sposa, uscendo dalla chiesa o dalla sede municipale, getta il suo bouquet di fiori verso le giovani presenti. C'è l'antica convinzione che chi raccoglie i fiori si sposerà presto e felicemente. Stavolta che cosa succederà? Ma questo non è il solo interrogativo posto dalle nozze gay di Palermo nella Giornata mondiale dell'orgoglio omosessuale, [a. r.]

Persone citate: Libero Grassi, Luigi Campanella, Mauro Rostagno, Milani, Morabito, Pietro Folena, Piraneo, Rostagno, Vittorio Piraneo

Luoghi citati: Palermo, Trapani