«Cacciatore vero macho» «No è solo un frustrato»

Sondaggio Usa: il più virile è chi pratica lo sport venatorio. Pratesi replica: «E' un fallito con le donne» Sondaggio Usa: il più virile è chi pratica lo sport venatorio. Pratesi replica: «E' un fallito con le donne» «Cacciatore, vero macho» «No, è solo un frustrato» Il vero macho va a caccia. La perentoria affermazione arriva dagli Stati Uniti e si appoggia a un sondaggio promosso dall'Associazione nazionale per gli articoli sportivi (Nsga) statunitense. Provocando la piccata reazione del deputato verde Fulco Pratesi, ex cacciatore, che affida alle agenzie il suo parere: «Chi va a caccia è sessualmente represso, non riesce con le donne e allora uccide gli animali». Nel tentativo di dare un «connotato sessuale» ad ogni sport, la Nsga ne ha «censiti» cinquanta. Di questi, undici sono risultati chiaramente «maschili» con oltre il 75 per cento di praticanti uomini. E la disciplina più «madia» ò quella cara a Diana cacciatrice, nella quale ben il 90 per cento dei praticanti sono del sesso forte. Fulco Pratesi ha sparato a zero sulla presunta virilità di chi imbraccia il fucile. «E' vero che c'è sempre stato un legame fra la virilità e la caccia e che questo sport è visto come un'esaltazione della mascolinità - dice l'ex presidente del Wwf -. Ma ho molti dubbi sul fatto che la potenza sessuale o anche il fatto di amare molte donne sia legato all'arte venatoria. Anzi secondo me i cacciatori sono un po' dei repressi che sparano agli animali perché fanno cilecca con le donne». Dalla «parte del cacciatore» più che aprire un dibattito si mette la cosa sul ridere. «Pratesi meriterebbe di essere preso in giro», dice Enzo Mingozzi, romagnolo, senatore del pds ed ex presidente dell'Unavi (Unione nazionale delle associazioni venatorie italiane). E aggiunge: «Il cacciatore si porta dietro questa "passionaccia" nata con l'uomo, vive a contatto con la natura, all'aria libera e questo non può che far bene al sesso. Io posso parlare con i ricordi, perché ho 70 anni e l'anagrafe non perdona». Poi ancora una stoccata a Pratesi: «Lui ha già detto che non è disponibile a dialogare con i cacciatori e i fascisti. Non vedo cosa c'entrino i fascisti, visto che io sono un ex partigiano. Ma lui strumentalizza tutto a suo favore». A portare acqua al mulino di Pratesi arriva la senatrice verde Anna Maria Procacci: «Vent'anni fa correva la battuta che il fucile fosse per il cacciatore un surrogato... In passato la caccia era associata a un malinteso senso di virilità. Io però non ho mai pensato che la caccia fosse uno sport, ma solo un residuo del Medioevo. E questa indicazione dall'America mi sa di sondaggio pilotato da associazioni che hanno interesse a vendere tute mimetiche ai Rambo quotidiani. Noi facciamo una battaglia culturale per mettere in crisi i miti tradizionali e il ciarpa¬ me romantico attorno alla caccia. E in parte ci siamo riusciti. Se ora si facesse un sondaggio tra i giovani sotto i 25 anni, difficilmente direbbero che il cacciatore è il prototipo virile». Il fatto che la caccia (seguita dal football americano) sia ritenuto lo sport più «macho» negli Usa non stupisce il presidente dell'Arcigay Franco Grillini: «Questo avviene perché lo sport è spesso sostitutivo del sesso. Gli uomini hanno raramente una vita sessuale soddisfacente e fare sport violenti è un modo di sfogarsi. Non c'è uno sport che sia praticato in particolar modo dagli omosessuali, in Italia l'ambiente sportivo è sessuo- fobo, dicono sempre che il sesso fa male all'atleta, e gli omosessuali tendono a rimanere nascosti. Nessun campione di calcio ha mai ammesso di essere omosessuale mentre all'estero personaggi come Martina Navratilova e Greg Luganis hanno reso nota la loro omosessualità». Un po' perplessa la sessuologa. Dice Alessandra Graziottin: «Premesso che io non amo la caccia e rispetto gli animali, mi sembra che quella di Pratesi sia una boutade. Non ho nessun elemento né clinico né speculativo per sostenere che chi va a caccia sia sessualmente represso. Il cacciatore esprime le caratteristiche di aggressività iscritte nella nostra specie, ha un rapporto buono con il senso del territorio, e come predatore tende a entrare nel territorio altrui sia in senso reale che in senso simbolico. Anzi. Il cacciatore, camminando e stando a contatto con la natura, riesce a liberarsi più rapidamente di quelle componenti di tensione derivanti dallo stress cronico. E in questo il movimento fisico, il passeggiare, è addirittura a favore dell'attività sessuale. Questo, senza fare nessuna difesa d'ufficio della caccia». E per curiosità ecco com'è stata la classifica degli sport «per sesso». Dietro la caccia lo sport più «virile» è il football americano, quindi baseball, hockey su ghiaccio, snowboard, il tiro al bersaglio, pattinaggio a rotelle su strada, skateboard, tiro con l'arco, golf e arti marziali. Le donne sono all'avanguardia sugli uomini in quattro delle cinque discipline «fitness»: aerobica, l'«exercise walking» (camminare a passo sostenuto), ginnastica con attrezzi e ginnastica generale. Altre attività prettamente femminili sono equitazione (con il 61,5 per cento di «atlete» impegnate), croquet, badminton e nuoto. Lo sport «neutro» è invece il pattinaggio a rotelle, con uomini e donne che lo praticano in egual misura. Paolo Querio La senatrice Procacci «Sono residui di miti superati» Il presidente Arcigay «Elogio della violenza» E la sessuologa: «Giova e libera dallo stress stare all'aria aperta» A destra Fulco Pratesi, deputato dei Verdi ed ex presidente del Wwf A fianco il presidente dell'Arci-gay Franco Grillini Un cacciatore, cioè l'uomo «macho» per eccellenza secondo il sondaggio condotto dall'Associazione nazionale per gli articoli sportivi statunitense

Luoghi citati: America, Italia, Stati Uniti, Usa