Bossi si scopre filo-americano di Andrea Di Robilant

Bossi si scopre filo-americano Bossi si scopre filo-americano Il Papa deplora la perdita di vite innocenti ROMA. Bossi si schiera con Clinton. La Lega Nord esce improvvisamente allo scoperto in politica estera e definisce «legittimo» il bombardamento ordinato dal presidente americano, mentre in Italia si risveglia tutto il fronte pacifista, dal pds alla sinistra de (con imbarazzo conseguente del ministro degli Esteri Andreatta, che di quel partito e di quella corrente è membro illustre), e con qualche mugugno perfino dal msi. La conseguenza di maggior rilievo sulla scena politica italiana di quei 23 missili Tomahawk scagliati contro Baghdad rimane la netta presa di posizione di Bossi e compagni. Accreditandosi come partito occidentale e filo-americano, dicono alcuni, la Lega punterebbe fra l'altro a catturare nuovi voti alla de, in difficoltà rispetto agli Usa anche per le riserve che emergono dal Vaticano. Il comunicato diffuso ieri dalla Lega dice che «il bombardamento deve essere considerato, più che una rappresaglia, il legittimo esercizio del diritto di autotutela previsto dall'articolo 51 della carta delle Nazioni Unite». E aggiunge: «Le basi operati¬ ve del terrorismo internazionale rappresentano - di fronte a prove inconfutabili di complicità un concreto pericolo per la sicurezza della comunità internazionale, e in special modo dei Paesi minacciati o colpiti dagli attacchi terroristici, quali appunto gli Stati Uniti». Bossi, dunque, appoggia in pieno la tesi di Clinton. Tanto che una dichiarazione di così aperto sostegno al Presidente americano non è venuta nemmeno dal governo, che deve invece tener conto di pareri contrastanti anche all'interno della stessa maggioranza. E soprattutto all'interno della de, dove riecheggiano le perplessità d'Oltretevere. Ieri Radio Vaticana notava come «la rappresaglia americana rischia di produrre nuove tensioni nel Golfo», mentre l'Osservatore Romano parlava di «risposta micidiale che ha fatto piombare la città in un'atmosfera tristemente familiare, con morti e macerie fumanti a fare tragico scenario». Il portavoce del Papa, Joaquin Navarro, ha detto che «la Segreteria di Stato deplora la perdita di vite umane innocenti». Organizzazioni per la pace, Verdi e Rifondazione - il nocciolo duro dello schieramento pacifista - sono scesi in campo esprimendo sdegno per un'azione militare che a loro avviso è stata decisa più per motivi di politica interna che non di politica estera (tesi, questa, sostenuta anche dal missino Tremaglia). Si sono ritrovati assieme a vecchi compagni di strada dei tempi della guerra nel Golfo. E primo fra tutti, Roberto Formigoni, tornato alla carica per ribadire che «non spetta agli Usa ma all'Onu decidere eventuali azioni di rappresaglia contro il terrorismo e di polizia internazionale». Ma si sono ritrovati in compagnia anche del pds, che negli ultimi mesi aveva abbandonato lo schieramento pacifista per assumere posizioni più articolate sull'uso della forza sia nello scenario della ex Jugoslavia che in quello della Somalia. Ieri invece il responsabile esteri della segreteria del pds Piero Fassino è stato netto nella sua critica a Clinton: «La rappresaglia americana contro Saddam Hussein appare mutile e dannosa: non è con i missili che si riuscirà a liquidare il dittatore iracheno, il quale anzi può così presentarsi al proprio popolo e all'intero mondo islamico come vittima». Al senato il pds ha già presentato un'interrogazione, primo firmatario Gian Giacomo Migone, in cui chiede al governo di correggere l'orientamento iniziale di sostegno all'azione Usa. Andrea di Robilant Il leader della Lega, Umberto Bossi

Luoghi citati: Baghdad, Italia, Jugoslavia, Roma, Somalia, Stati Uniti, Usa