IL CITTADINO

1 IL CITTADINO 1 r— Sfrattati per colpa di una legge sbagliata IGLIAIA di sfrattati rischiano di restare senzatetto. E' una delle conseguenze più gravi del prelievo forzoso del 15% imposto dal governo Ciampi agli enti previdenziali ed aumentato al 25% dalla commissione Bilancio della Camera. Sono stati, forse, sottovalutati i riflessi negativi del provvedimento, che rischia anche di paralizzare l'edilizia e l'indotto ad essa connesso. Difatti, l'articolo 17 della legge n. 94 del marzo '82 stabilisce che «la metà dei nuovi appartamenti ad uso abitativo acquistati da un ente pubblico previdenziale devono essere destinati agli sfrattati risultanti negli appositi elenchi comunali». Ma, si chiede il cittadino, come potranno gli enti previdenziali (Inpdai, Enasarco, Enpam, Inpgi, Inarcassa, Cassa Avvocati, Cassa Notariato...) affittare agli sfrattati la metà dei nuovi appartamenti acquistati se a questi enti viene, di fatto, impedito dal governo df investire nel mattone? E, se non sarà più possibile questa forma di investimento, come saranno garantite per il futuro le pensioni? Gli interrogativi, però, non finiscono qui. Altre cinque leggi (n. 25 dell'80, n. 155 dell'81, n. 152 del '91 e nn. 217 e 498 del '92) impongono agli enti previdenziali di investire in immobili, destinandone così le quote: 1) fino al 10% dei fondi disponibili per l'acquisto di uffici da affittare al ministero del Lavoro o all'Inps; 2) fino al 30% dei fondi destinati all'acquisto di immobili per l'acquisizione di case per gli statali trasferiti per esigenze di servizio (magistrati, guardie carcerarie, professori universitari ed inseI guanti); 3) fino al 30% dei fondi I disponibili per acquistare o co¬ struire caserme da affittare alla polizia, ai carabinieri o alla Finanza; 4) fino al 25% dei fondi disponibili per l'acquisto di immobili destinati alle esigenze di edilizia universitaria ad uso anche residenziale e degli istituti di ricerca. Ecco perché sembra contraddittorio imporre agli enti di versare migliaia di miliardi di lire alla Tesoreria dello Stato, che li dovrà tenere congelati per ben cinque anni remunerandoli con appena il 5,95% l'anno di interesse al netto di ritenute fiscali. E' questo l'equivalente del 25% degli introiti previdenziali del '92. L'iniziale percentuale è stata, infatti, innalzata mercoledì scorso in sede referente a Montecitorio. Ma dietro a questa percentuale del 25%, prevista per di più anche per il '94 e il '95, c'è in gioco una posta altissima: la sopravvivenza o no di questi enti previdenziali con conseguente pesante penalizzazione per un milione 300 mila iscritti che rischiano di vedersi trasferite le pensioni all'Inps (o ad un unico ente simile all'Inpdap) e di non poter più usufruire di tutta una serie di prestazioni e servizi erogati a loro totale carico - cioè senza gravare sulle casse dello Stato - da questi enti. Pierluigi Franz

Persone citate: Cassa Avvocati, Cassa Notariato, Ciampi, Pierluigi Franz