«Cossutta e Libertini? Ipocriti» di Fabio Martini

«Cossutta e libertini? Ipocriti» Il segretario di Rifondazione dimissionario dopo le contestazioni interne «Cossutta e libertini? Ipocriti» Garavini al contrattacco: mi sputano addosso LA LITE A SINISTRA GROMA ARA VINI, ha visto? Cossutta casca dalle nuvole, dice che lui non voleva arrivare al patatrac: è davvero così? «Non è cosi. I compagni vicini a Cossutta e Libertini hanno condotto la discussione in modo che si arrivasse alle mie dimissioni. Ma come si fa a dire che è inadeguato il segretario di un partito che ha riscosso le più importanti vittorie, le più grandi dei comunisti in Europa? Criticandomi, volevano le dimissioni. Oppure un segretario deve restar lì, anche se ti sputano addosso?». Allora Cossutta e Libertini fanno finta di meravigliarsi? «Certamente. E' ipocrisia politica». Cossutta ha l'immagine di un uomo moderato. Visto da vicino è diverso? «Per Cossutta ci sono due stereotipi: il veterocomunista, e l'immagine mi pare ingenerosa; poi c'è l'uomo accondiscendente, urbano nei modi, ma anche questa non mi pare del tutto corrispondente al vero...». E qual è il vero Cossutta? «Quello che ha saputo tener assieme nel pei, talora su posizioni assolutamente sbagliate, un nucleo importante di compagni, di comunisti. Ma poi quando è entrato in Rifondazione non ha sciolto vecchi legami di blocco. E così oggi ci troviamo a confronti personali che si esprimono così violentemente». Garavini, se ce l'hanno tanto con lei qualche motivo ci sarà. Dicono che lei ha un pessimo carattere... «Per carità. Gli altri compagni amministrano bene le loro presenze, io con la mia storia torinese ho rinunciato a fare il capolista a Torino per consentire a Libertini di farlo. Ma la prego di non dare troppo spazio a questi episodi, se non altro per una ragione decisiva: alla vigilia di un congresso la cosa decisiva è il carattere, eventualmente pessimo del segretario, o le politiche da fare?». Si raccontano episodi curiosi: di quella volta che Libertini la sostituì in un comizio a Santhià e lei volle andare il giorno dopo a fare un altro comizio e poi strigliò i compagni perché c'era meno gente... «Non ricordo questo episodio». E' vero che ha minacciato le dimissioni, se il comizio finale a Torino l'avesse fatto Cossutta anziché lei? «E' falso. Ho detto che era giusto che il comizio finale assieme a Novelli lo facessi io. Mi sono piegato disciplinatamente ad una decisione dalla direzione che ha addirittura votato: il comizio l'ha fatto Cossutta e io ho fatto un comizio alla Mirafiori». Garavini, in queste ore state vivendo un paradosso: Rifondazione vince e il suo leader viene messo in croce. «Dietro il paradosso c'è un problema di linea politica. Io credo che per Rifondazione serva una politica più aperta, capace di proiettare nella società il partito. Una politica unitaria a sinistra, che denunci il pds quando guarda al centro, ma sia capace di una critica intelligente. E poi un partito non blindato, con un distacco definitivo dal comunismo secondo il modello sovietico». E Cossutta? «Invece di discutere di politica, è stato posto un problema organizzativo. Che è molto semplice: una parte del partito vuole il controllo di tutto il partito. E' la rottura di una gestione unitaria. E lo si è fatto con lo strumento della peggiore tradizione dei comunisti: tradurre tutto in un attacco personale». E ora? Cossutta e Libertini pensano ad Ersilia Salvato come leader del partito: era una sua fedelissima e ora sta con Cossutta. Come mai? «Gli uomini cambiano e pure le donne...». E' il profumo del potere? «Non spero e non credo. La sua è una scelta non improvvisata». Perché in un colloquio privato ha chiesto a Libertini di ritirarsi? «Questo è assolutamente falso. Ho solidarizzato con lui quando lo hanno accomunato nella questione tangenti-Ferrovie e l'ho criticato quando lui ha accomunato il pci-pds ai partiti di governo per Tangentopoli». A che condizioni ritirerà le dimissioni? «Voglio verificare se la maggioranza del Comitato è disposta a discutere di politica e non di aspetti personali». Fabio Martini «Usano i peggiori metodi comunisti, l'attacco personale per fini di potere» Sergio Garavini si è dimesso dopo essere stato accusato di gestire il partito in modo poco collegiale

Luoghi citati: Europa, Santhià, Torino