Nasce la città degli uomini-donna di Emanuele Novazio

Nasce la città degli uomini-donna In Svizzera paese al femminile. Il sindaco, anche se maschio, si chiamerà sindachessa Nasce la città degli uomini-donna ANCHE se continuerà a essere un uomo, il sindaco di Waedenswil dovrà chiamarsi «sindachessa». I suoi elettori diventeranno «elettrici», consigliere si tradurrà in «consigliera», e gli assessori saranno anche loro al femminile (più facile da riconoscere, in questo caso, con le desinenze del tedesco). La rivoluzione femminista della cittadina svizzera, affacciata sul lago di Zurigo, comincia con una legge mai tentata altrove che toccherà a un referendum sanzionare, il 26 settembre. Ma, assicurano «le» socialdemocratiche che hanno preparato la nuova normativa comunale, «la nostra sarà una rivoluzione di sostanza e non di semplice apparenza». Le parole, ragionano le donne di Waedenswil, sono infatti indizi di potere, dalle parole stillano umori che influiscono sulla realtà e condizionano le scelte. E poi, fra la lingua e la coscienza di sé c'è un legame antico, si condizionano a vicenda. Basta col «maschile pubblico», dunque, e con la sua arrogante occupazione di spazi storici e civili. Se la nuova legge passerà, e in città sembrano in pochi a dubitarne, «per i prossimi cent'anni» si parlerà al femminile, assicura la portavoce socialdemocratica Ruedi Maurer. Per cent'anni, almeno le gerarchie della parola saranno capovolte: con qualche inevitabile ironia che a Waedenswil non sembrano preoccupati di celare. Forse sarà davvero imbarazzante firmare soltanto al femminile una domanda o un modulo «alla» signor sindaco. Forse si innescheranno bisticci e confusioni, forse il disagio non sarà solo simbolico. Ma il preambolo della nuova legge non fa eccezione per nessuno: «Nelle funzioni legate alle persone e nella definizione dei ruoli, verrà utilizzata la forma femminile, con la quale si intenderà designare tuttavia anche la persona maschile». Per prendersi la sua vendetta, la storia ha scelto giusto. Per anni il mondo ha riso alle spalle delle donne svizzere, che ad Appenzell-Innerhoden potevano soltanto accompagnare gli uomini al seggio elettorale ma non potevano votare. Quando la Corte federale ha concesso diritto di voto a tutte le cittadine, nel novembre del '90, è cominciata l'appropriazione di altri spazi al femminile. I consiglieri donne hanno triplicato la loro presenza nel cantone di Solothurn, nel governo regionale di Berna le donne sono diventate maggioranza. A Waedenswil, forse, il patriarcato svizzero sta per subire l'ultima disfatta. Emanuele Novazio

Persone citate: Maurer

Luoghi citati: Appenzell-innerhoden, Berna, Svizzera, Waedenswil, Zurigo