Pavarotti riconquista New York di Giuseppe Ballaris

Mezzo milione di spettatori al Central Park per il recital in mondovisione Mezzo milione di spettatori al Central Park per il recital in mondovisione Pava rotti riconquista New York E Renzo Arborea Radio City rilancia Napoli NEW YORK. Mezzo milione di persone sabato sera a Central Park ad applaudire Luciano Pavarotti «gratuito»: un altro record per il famoso parco di Manhattan. Il tenore si piazza così in classifica accanto.a Simon and Garfunkel che il 19 settembre 1981 richiamarono lo stesso numero di spettatori, ma dietro al Paul Simon del 15 agosto 1991, tuttora imbattibile a quota 750.000. E diversi milioni di fans hanno seguito la diretta televisiva, sul Channel 13 (e in mondovisione in differita). «Woodstock italiano» l'ha definito qualcuno, con tanto di picnic e bandiere tricolore, bancarelle con varie t-shirt ed ombrelli commemorativi con la scritta «Parmalat presents Pavarotti», e c'è perfino chi ha passato la notte della vigilia a dormire sull'erba per assicurarsi un buon posto. Alle 20, dopo l'introduzione del sindaco David Dinkins, parte della New York Philarmonic diretta da Leone Magiera esegue l'Ouverture dalla «Luisa Miller» di Verdi, poi fa il suo ingresso trionfale Pavarotti, circondato da schermi giganti, come si conviene a una rockstar. Appare in buona forma, dopo la dieta, con qualche chilo in meno (forse una ventina; per far contenti i medici dovrebbe perderne altrettanti). Attacca «Quando le sere al placido» (spesso eseguita al Metropolitan). «La voce è sicura nei bassi, ma mostra qualche segno di fatica man mano che sale nella scala» - nota il critico del quotidiano «Newsday». Il programma non è troppo impegnativo: si tratta di canzoni ed arie italiane che ha eseguito innumerevoli volte. Non ci sono tonfi vistosi e non acquista carattere autobiografico il «Fra poco a me ricovero» dalla «Lucia di Lamraermoor», come un critico aveva malignamente insinuato nei giorni scorsi. Non assistiamo nemmeno alla «morte da gladiatore» ipotizza da un altro giornalista. Molto applauditi pure il flauti- sta Andrea Griminelli, allievo di Jean Pierre Rampai; ed il coro dei ragazzi di Harlem, protagonisti dell'intervallo tra le due parti. Quale il compenso di Pavarotti? Lo sponsor Parmalat non lo rivela, lui si limita a definirlo «cachet non certo astronomico». L'artista è stato tre volte a Central Park (con la Metropolitan Opera): l'ultima, il 10 giugno 199Ì, cantò per soli dieci minuti, lo interruppe un acquazzone ed andò a monte pure l'incisione della London. Il suo prossimo grosso impegno è fissato per il 21 luglio 1994 a Los Angeles, coi «Tre tenori - Parte seconda». Sotto la tenda dei Vip, poco prima dello spettacolo, abbiamo intravisto Adriano Aragozzini, Mario Maffucci, Carlo Fuscagni, Roberto D'Agostino e Renzo Arbore, assieme a Ugo Porcelli e Mara Venier. Di lì a poco lo showman è scappato alle prove del suo spettacolo di ieri sera a Radio City Music Hall (biglietti tra i 35 e 25 dollari più alcuni «speciali» delle prime file per Vip). Arbore si è presentato nell'enorme, prestigioso teatro (seimila posti) alla guida della sua Orchestra Italiana con gli strumenti dei «posteggiatori», per lanciare negli Usa il CD «Napoli punto e a capo», dimostrando che si può fondere bene e con gusto, la musica partenopea con cajun, zydeco e country, il boogie con la tarantella. Giuseppe Ballaris A Manhattan schermi giganti come si conviene a una rockstar Pavarotti nel mega concerto al Central Park subito dopo essere stato accolto dal sindaco Dinkins. Accanto: Arbore ha cantato nel prestigioso Radio City Music Hall davanti a seimila spettatori