E le Poste sono in tilt di Renato Ambiel

E le Poste sono in tilt E le Poste sono in tilt Pagani: di troppo 35 mila posti TUTTI I PIANI DEL MINISTRO NOVARA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Le poste italiane? «Un sistema arrotato su sé stesso, paralizzato, che produce debiti. Tremila miliardi l'anno su un bilancio di sedicimila. L'alternativa era: tagliare le radici di questo organismo, per non andare al fallimento, oppure trasformarlo in una società per azioni. Abbiamo scelto la seconda strada, ma non ci illudiamo che le cose cambino fin da gennaio. Ci vorranno almeno quattro anni per riportare il bilancio in pareggio e contare poi i primi utili». Così Maurizio Pagani, ministro delle Poste (sarà l'ultimo?) alla festa provinciale delle P.T., ien mattina a Novara, la sua città, ha spiegato la filosofia di quella che ha definito «una vera e propria rivoluzione» ovvero la trasformazione in società per azioni. Una rivoluzione che interessa 234 mila dipendenti. «Di questi, 35 mila dovranno lasciare il ministero - sono le parole di Pagani ai lavoratori presenti - ma non preoccupatevi perché saranno re- cuperati'con il blocco del turn over. Vi aspettano sacrifici ma anche nuove prospettive per chi vorrà tornare in gioco. Si tratta di fornire un servizio efficiente e ridare dignità al lavoro dei dipendenti postali con nuovi incentivi economici fondati sul merito. Così valorizzeremo un grande tesoro della Nazione, una rete di servizi che fa gola a tanti». Ha insistito parecchio, il ministro, sulla necessità di un cambio di mentalità individuando «nella filosofia del nostro personale ed in particolare della dirigenza» uno dei maggiori ostacoli per la trasformazione. Come sarà possibile conciliare la filosofia degli attuali dirigenti con quella dei fu¬ turi manager? Ma ci sono altri problemi da risolvere, da qui a dicembre per dare tranquillità al personale. Si è scoperto, per esempio, che 17 mila dipendenti espletano mansioni superiori alla loro qualifica anche da 18 anni quando la legge prevede che ciò possa avvenire solamente per tre mesi. Se si applicassero queste di¬ sposizioni le poste andrebbero in tilt. Cosa fare? «Attraverso un decreto legislativo sarà consentito mantenere le funzioni superiori fino al primo ottobre. Poi scatteranno i tre mesi con l'impegno ad espletare tutti i concorsi entro il 31 dicembre così da sanare queste situazioni». Ma come prefigura, il ministro, la nuova spa? «E' in atto un'azione sotterranea per tagliare i servizi essenziali e parallelamente si sviluppa una campagna in favore delle privatizzazioni che avrebbe portato ad uno svuotamento del servizio postale. Questo, quando pure siamo presenti sul territorio con 14.700 uffici: come non avviene per nessun altro servizio. E' un patrimonio -dice Pagani- che non va disperso ma valorizzato. Penso ad altrettanti terminali telematici con una possibile inte grazione del circuito postale con quello bancario. Penso alle certi ficazioni che potrebbero arrivare via fax per soddisfare il cittadino non più utente, ma cliente delle poste». Renato Ambiel Il ministro Maurizio Pagani

Persone citate: Maurizio Pagani

Luoghi citati: Novara