Silvana una perizia riapre il giallo di Angelo Conti

Secondo la Scientifica il mazzo ritrovato era sul ciglio del burrone fin dal giorno della morte della ragazza Secondo la Scientifica il mazzo ritrovato era sul ciglio del burrone fin dal giorno della morte della ragazza Silvana, una perizia riapre il giallo La ruggine sulle chiavi rilancia la tesi-delitto Silvana Biagetti forse fu davvero uccisa. Lo dice la ruggine trovata sulle chiavi della sua auto, sottoposte ad ima minuziosa perizia della Direzione centrale della Polizia scientifica. Quelle due chiavi, legate ad un ciondolo di argento e ad un sacchetto in pelle, furono trovate dai cronisti de La Stampa quarantotto ore dopo la scoperta della carcassa dell'auto e del corpo della giovane impiegata in fondo ad un burrone sulle montagne di Bobbio Pellice. Era il 29 giugno '92. La posizione delle chiavi fu subito considerata «strana». Vennero infatti ritrovate sul bordo della terrazza naturale che si affaccia sul burrone, accanto alla strada. Seminascoste dalla vegetazione, proprio sotto lo spigolo di un lastrone di cemento, risultavano quasi invisibili. Come potevano essere finite lì, con la macchina in fondo al burrone, cento metri più sotto? L'interrogativo viene ora ri¬ proposto ed ingigantito dal parere della scientifica. Gli esperti della polizia hanno infatti accertato che la ruggine trovata sulle chiavi è «compatibile» con la loro permanenza per venti giorni in un ambiente simile a quello del ritrovamento. In altre parole: le chiavi sarebbero state gettate (o nascoste) accanto a quel lastrone proprio il giorno della scomparsa della ragazza. E non riportate in zona - come si è spesso ipotizzato - da un ladro che le aveva sottratte dal cruscotto della macchina in fondo al burrone attratto dal ciondolo d'argento e che successivamente, spaventato, avrebbe deciso di sbarazzarsene nascondendole sul piazzale del belvedere. Ipotesi, quest'ultima, che contribuiva a rendere accettabile la tesi del suicidio-incidente. Il rapporto della Polizia scientifica ha convinto il sostituto procuratore di Pinerolo, Emanuele Di Salvo, a disporre un nuovo sopralluogo a Bobbio Pellice, ieri mattina. Il dottor Francesco De Cicco, funzionario della Squadra Mobile della Questura di Torino, ha nuovamente ascoltato giornalisti e fotografi de La Stampa che, un anno fa, erano al lavoro nell'area sovrastante il burrone. Con particolare attenzione si è voluto determinare l'esatto punto del rinvenimento, anche per valutare le traiettorie di un eventuale lancio del mazzo di chiavi dall'abitacolo della Ibiza. Sono stati fatti anche nuovi rilievi foto-cinematografici. La perizia sulla ruggine ha anche ridato interesse alla curvatura della chiave di accensione, che risulta piegata come se qualcuno l'avesse strappata dal cruscotto. Ci sarebbe stata lotta fra la ragazza ed un'altra persona, poco prima del tragico volo. Ma chi era con lei? «Silvana stava compiendo una evidente trasgressione alle sue rigorose abitudini - spiega De Cicco - ed è evidente che, se è salita sino lì, era motivata da qualcosa di importante». Ma cosa? Un amore, una relazione con una persona da incontrare solo lontano da occhi indiscreti, o altro? La polizia ha intanto avuto conferme del fatto che Silvana conosceva bene quella zona (particolare sconosciuto al fidanzato e ai familiari): c'era stata con amici appena tre mesi prima della sua tragica fine. La comitiva aveva anche pranzato in un ristorante di Bobbio Pellice. Di quella gita Silvana non aveva però parlato con le persone che le erano più vicine. Perché? Angelo Conti Il sopralluogo dove morì Silvana Biagetti

Persone citate: De Cicco, Emanuele Di Salvo, Francesco De Cicco, Silvana Biagetti

Luoghi citati: Bobbio Pellice, Pinerolo, Torino