Bugno gioca ancora a nascondersi

Giovannetti difende la maglia tricolore a Prato: è la prova generale prima del Tour CICLISMO Giovannetti difende la maglia tricolore a Prato: è la prova generale prima del Tour Bugno gioca ancora a nascondersi «E' una corsa molto dura, i favoriti sono altri» Chiappuccipensa alla Francia, ma vuol vincere PRATO DAL NOSTRO INVIATO Il campione d'Italia di ciclismo su strada Marco Giovannetti difende la sua maglia tricolore sul tracciato del 48° Gran Premio Industria e Commercio di Prato. Bella gara, la vogliono vincere in molti, a cominciare da Giovannetti. Sarà interessante, a pochi giorni dal Tour, vedere in quali condizioni è Bugno, tricolore 1991, reduce dai clamorosi fiaschi del Giro d'Italia. Intanto sentiamo che ha da dire. Ha da dire che: «E' una corsacela dura, farcita di un circuito che non scherza. I favoriti sono i corridori usciti bene dal Giro. Io dal Giro come sono uscito? Male. Quindi non sono un favorito». Sintetico e chiaro. Bravo. Bugno non fa quasi mai quello che pensa di fare. Pensa di attaccare e non attacca; pensa di vincere e perde; non pensa di vincere e vince. E' sorprendente, sorprende soprattutto se stesso e ci rimane di stucco. Segue l'estro e spesso si tratta di un estro cana¬ glia, ingannatore. Quando è costretto dalle circostanze a mantenere fede ad un impegno, Bugno va in crisi, pedala con un fardello sulla schiena, il peso della responsabilità. Se Bugno riesce a convincere se stesso ma deve esserne proprio convinto - che perdere il Tour non significa perdersi, può anche darsi che arrivi primo a Parigi. Va bene, ma che c'entra Parigi con Prato e il campionato italiano? C'entra, perché oggi a Prato lo osserveremo attentamente, cercheremo di capire che cosa gli frulla nei pedali e che cosa potrà frullargli al Tour, ammesso che osservarlo attentamente oggi serva a scoprire il suo domani. Affidiamoci alla speranza, sebbene solitamente traditrice. Il Tour per sopravvivere ai tormentoni induraniani ha bisogno di interpreti fieri, di tosti avversari, da opporre al cloroformizzante navarra. Anche Chiappucci corre il campionato italiano con la fervida mente rivolta alla Francia. Il Tour è la sua fissazione, il Tour lo esalta, il Tour gli ha dato la grande giornata del Sestriere. Chiappucci sa che il Tour sarebbe felicissimo di stringerselo al petto in maglia gialla, tanto per aprire una calda, croccante parentesi al monologo-lagna di Indurain. Questo non significa che il guerriero lombardo non gradisca intanto una maglia tricolore. La gradisce. Ma c'è maglia e maglia e se si vuol conquistare quella gialla è obbligatorio mantenersi in ottrima salute, è vietato scivolare, è proibito ammaccarsi. Fondriest non è assillato da problemi di Tour (ha le pile umane, di conseguenza evita ulteriori sfacchinate). Fondriest è in forma sontuosa, ha debellato gli avversari al Midi Libre e non è escluso che intenda sparare l'ultima mazzata oggi. S'accomodi. E poi a riposo, che in agosto arriva il mondiale di Oslo. «Il ciclismo», dice, «è l'unico sport che onora la maglia tricolore. Dalle altri parti o sei iridato o non sei nulla. Onorerò la corsa». Applausi. E' un favorito. Anch'io, dice Calcatene, vincitore del Giro delle Puglie. E io, no?, dice Saligari vincitore del Giro della Svizzera. Quanti vincitori e tutti italiani. Forza, già che ci siete, dopo il Gran Premio Industria e Commercio che con i suoi 254 chilometri e il suo circuito di 12 chilometri da ripetere 15 volte, vi aspetta impaziente, fatevi riconoscere anche in Francia, qualcuno - basta uno - vinca anche il Tour che continua a ingrossare le terre del nemico dai tempi ormai un po' lontani di Felice Gimondi. Gianni Ranieri Bugno (foto) dopo il clamoroso ko subito al Giro non fa promesse