Nelle serre entra la stangata
Nelle serre entra la stangata «Il Parlamento non deve approvare il decreto, rischiamo il fallimento» Nelle serre entra la stangata /floricoltori contro l'aumento di prezzo del gasolio SANREMO. Prezzo del gasolio maggiorato per il riscaldamento delle serre: la protesta serpeggia in tutta Italia, dalla Riviera di Ponente dove si trova la maggior concentrazione di aziende floricole, fino alla provincia di Agrigento, passando attraverso le coltivazioni di Pescia, Latina, Civitavecchia, Roma e altre ancora. E nulla sembra poterla arginare. Sul piede di guerra migliaia di agricoltori, «pronti a far sentire forte la loro voce» se le loro richieste non saranno accolte. E il tempo stringe: mercoledì prossimo scadono i termini tecnici perché il decreto che stabilisce un aumento medio di 200 lire per il prezzo del gasolio sia trasformato in legge. E gli operatori del settore stanno tentando l'impossibile perché questo non accada. I sindacalisti sono ottimisti: «Preso da tutti i problemi che ha da risolvere, il Parlamento non avrà di certo il tempo per discutere questo argomento». E poi, sul decreto, pende la spada di Damocle di oltre 500 emendamenti, oltre la presa di posizione contraria di molti Consigli regionali. La vicenda ha preso il via nel gennaio scorso quando con un decreto legge a sorpresa, il governo ha deciso di aumentare il prezzo del gasolio ad uso agricolo e per la pesca di circa 200 lire, spazzando via con un colpo di spugna le agevolazioni di imposta. «La categoria ha immediatamente reagito - spiega da Sanremo Roberto Aprosio, presidente regionale dell'Agma, i giovani agricoltori - e grazie a questo l'accisa è immediatamente calata del 20 per cento. Ma nonostante ciò l'aggravio di imposta è rimasto ed è entrato subito in vigore». Oggi il gasolio può costare dalle 584 alle 638 lire al litro. «Ciò che fa più rabbia - continua il sindacalista - è che alla vigilia della prima scadenza del decreto, puntualmente rinviata, è sta¬ ta eliminata la parte di aggravio fiscale per i pescatori: nulla contro quella categoria, ma si tratta di una minoranza veramente esigua mentre i floricoltori sono decine di migliaia. E ciò nonostante per il governo il ricavo in termini di denaro, conti alla mano, si riduce davvero a una cifra ridicola. Mentre centinaia di aziende in tutta Italia, la maggior parte a conduzione familiare, rischiano la chiusura». Ma esiste un pericolo maggiore. L'aumento di 200 lire è limitato a quest'anno. Il decreto, invece, prevede che dal 1° gennaio del prossimo anno il prezzo sia quello alla pompa, identico cioè a quanto pagano attualmente gli automobilisti. «Se tutto questo passasse - dice preoccupato Andrea Mansuino, vicepresidente provinciale dell'Anga di Imperia - si decreterebbe il fallimento di migliaia di aziende». Giulio Geluardi
Persone citate: Andrea Mansuino, Giulio Geluardi, Roberto Aprosio
Luoghi citati: Agrigento, Civitavecchia, Italia, Latina, Pescia, Roma, Sanremo
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