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Privatizzazioni in alto mare Privatizzazioni in alto mare Uckmar: con questo fisco come si fa? Predieri: ma è lo Stato a comprare COURMAYEUR DAL NOSTRO INVIATO Attenti al Fisco. Dopo i tormenti del 740, la macchina infernale delle tasse rischia di affondare anche le privatizzazioni. E' l'allarme che lancia il tributarista Victor Uckmar, preoccupato per i riflessi che la nostra legislazione fiscale avrà sui potenziali acquirenti esteri di aziende italiane. «Nel nostro sistema mancano le tre caratteristiche fondamentali: equità, efficenza e trasparenza». «Non c'è allora da meravigliarsi - dice Uckmar - che negli ultimi dieci anni la stragrande maggioranza delle acquisizioni fatte in Italia da gruppi stranieri mirasse ad assicurarsi reti di distribuzione e non ad impiantare attività produttive nel nostro Paese». Non potrebbe essere altrimenti, «dato che da noi l'imposizione sull'impresa raggiunge l'aliquota record del 52%». Tasse a parte, sulla volontà di arrivare realmente alle tanto so¬ spirate cessioni si sono ascoltate molte voci dubbiose all'incontro sui «Problemi giuridici delle privatizzazioni», organizzato dalla Fondazione Courmayeur. Pessimista il commissario liquidatore dell'Efim, Alberto Predieri, che sottolinea come all'ubriacatura di parole corrispondano pochissimi fatti. Anzi, «nel '92 pure se il dibattito sulle privatizzazioni è stato intenso l'Italia ha marciato in senso contrario». In parole povere, lo scorso anno sono passate dal settore pubblico a quello privato industrie per un fatturato complessivo di 342 miliardi, mentre il movimento in senso contrario è stato quasi il quadruplo. Quasi lapidario, anche Piero Schlesinger, presidente della Popolare di Milano: «Finora c'è stato un balletto continuo di affermazioni, ma non si capisce niente, non si sa chi, come, quando e perché. Solo se si tiene conto di questo si può capire lo scetticismo degli stranieri». [f. man.]