Rai domani la fumata bianca

Spadolini e Napolitano scelgono il nuovo vertice, anche Elvira Sellerio nella rosa Spadolini e Napolitano scelgono il nuovo vertice, anche Elvira Sellerio nella rosa Rai, domani la fumata bianca Ma lo scoglio è il dopo-Pasquarelli ROMA. Scrivanie deserte, telefoni bollenti; si gioca duro, e forse anche sporco, in queste ore di vigilia alla Rai. In palio ci sono il nuovo consiglio di amministrazione e la direzione generale che Pasquarelli lascerà a metà luglio. In mezzo a mille voci, una sola certezza: mentre il nuovo governo della Rai, come vuole la legge approvata di fresco, verrà scelto in assoluta autonomia da Spadolini e Napolitano, intorno alla potentissima poltrona del direttore generale è già iniziata una gigantesca sarabanda lottizzatoria, fra veti incrociati e «rose» dai petali eternamente democristiani. Andiamo con ordine. Domani i presidenti delle Camere riveleranno il quintetto dei consiglieri, alla cui composizione stanno lavorando freneticamente in queste ore. Per scongiurare persino il sospetto di una contrattazione preventiva con i partiti, Spadolini e Napolitano hanno setacciato il mondo accademico e culturale, incuranti delle lamentele dei politici, cui non garba un governo di «professoroni». Due sono già dati quasi per sicuri: all'economista bocconiano Claudio Demattè si è aggiunto ieri Feliciano Benvenuti, consigliere d'amministrazione delle Generali e presidente della «Fondazione Grassi» a Venezia. La sua scelta conferma l'identikit del consigliere che hanno in mente i due Presidenti: un uomo d'azienda, ma con spiccati interessi umanistici. Non a caso Benvenuti è stato appena nominato consigliere nazionale per l'archeologia del ministero dei Beni Culturali. E la donna che Spadolini ha promesso di inserire nel quintetto? Dovrebbe essere Elvira Sellerio, palermitana, editrice dell'ultimo Leonardo Sciascia e invisa alla Rete di Orlando. Le vengono attribuite simpatie politiche oscillanti fra pri e pds; i presidenti potrebbero non gradire il riferimento e mettere una riga sul suo nome. Intanto si chiama fuori Stefano Rodotà, che dichiara di aver gradito l'indicazione, ma di volersi dedicare «al lavoro universitario e ad attività pubbliche che non comportino impegni istituzionali». Completati i quattro quinti della lista con i criteri spiegati a proposito di Benvenuti, Spadolini e Napolitano si trovano adesso di fronte alla scelta più difficile: quella del consigliere destinato ad essere successivamente eletto presidente. Si sta cercando un garante, un traghettatore, una specie di Ciampi della tv. Umberto Eco sarebbe stato l'ideale, ma ha detto di no e per ben due volte. Un doppio rifiuto che ha spostato l'attenzione dei due Presidenti verso il reparto Grandi Firme. Il vento delle voci soffia con forza sul nome di Sergio Zavoli, un cavallo di ritorno che può stare bene a tutti, ma ne sussurra anche un altro, davvero clamoroso: quello di Arrigo Levi, del quale tutti ieri in Rai andavano a rileggere un recente articolo, in cui il giornalista proponeva la riduzione drastica delle reti appaltate alla tv di Stato... Nominati i consiglieri domani sera ed eletto il presidente a metà settimana, tutto sarà pronto per la cruciale battaglia sulla direzione generale, che con il ministero degli Interni è l'unica poltrona importante che la de non abbia mai mollato in cinquantanni. E il bello è che non intende farlo neppure ora: le grandi manovre sono in corso e da certi mugugni che si sentono in azienda, sembra che sarà proprio Martinazzoli a dire la parola decisiva: bocciando il democristiano Zaccaria, sponsorizzando il democristiano Locatelli, venendo a patti sul democristiano Guerzoni. E non si esclude che alla fine si arrivi a sostituire il democristiano Pasquarelli con un altro cavallo di ritorno, Emanuele Milano. Democristiano, lo dice pure la rima. Massimo Gramolimi Le due autorità istituzionali che dovranno scegliere i cinque «garanti» per la Rai A sin. il presidente della Camera Napolitano Sopra il presidente del Senato Spadolini

Luoghi citati: Roma, Venezia