Craxi, troppe spese per l'Onu? di Paolo Passarini
Craxi, troppe spese per l'Onu? Craxi, troppe spese per l'Onu? La Farnesina indaga sui viaggi all'estero WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il ministro degli Esteri Beniamino Andreatta, in visita nella capitale degli Stati Uniti, ha confermato che la Farnesina aprirà un'inchiesta sull'uso che Bettino Craxi fece del fondo concessogli quando si occupò del debito dei Paesi in via di sviluppo su incarico dell'allora Segretario generale dell'Onu, Xavier Perez de Cuellar. Andreatta ha informato dell'inchiesta nel corso di una conferenza stampa svoltasi venerdì scorso al Dipartimento di Stato americano, quando i giornalisti italiani presenti gli hanno chiesto di commentare alcune voci in proposito che erano state raccolte all'Onu. Anche se la notizia non aveva trovato all'Onu alcuna conferma, si parlava di un'indagine, in corso o imminente, condotta proprio dalle strutture amministrative del «Palazzo di vetro». Ma, poiché la retribuzione di Craxi da parte dell'Onu era stata puramente simbolica («Un dollaro all'anno», disse l'allora segretario del psi) e i fondi in sua dotazione erano stati stanziati dal governo italiano, una simile indagine, ammesso che fosse stata decisa, avrebbe potuto essere condotta solo dietro richiesta della Farnesina. Il ministro Andreatta non ha fatto alcun riferimento a una simile richiesta, né ha confermato l'esistenza di un'inchiesta in sede Onu, ma ha parlato di un'indagine all'interno del ministero degli Esteri. Craxi ottenne l'incarico di inviato speciale per il debito da Perez de Cuellar nel dicembre del 1989. Compì alcuni viaggi in alcuni continenti e, circa due anni dopo, nell'ottobre del '90, produsse uno studio di una trentina di cartelle. Quando BoutrosGhali successe a Perez de Cuellar all'inizio del '92, l'incarico di Craxi non venne rinnovato. Craxi era stato dotato di un ufficio al 28° piano del «Palazzo di vetro», dove si recò un paio di volte e dove aveva collocato un proprio rappresentante assieme a una piccola struttura di segreteria. Secondo stime da confermare, il governo italiano pagò spese per circa quattro miliardi. Questi soldi vennero presi dall'altrimenti indagato Fondo per la Cooperazione e lo Sviluppo, che, trattandosi di un cifra limitata, li stanziò senza bisogno di una delibera formale, ma dietro semplice ordine esecutivo dell'allora ministro degli Esteri, il socialista Gianni De Michelis. «E' chiaro - ha dichiarato Andreatta - che tutta la si¬ tuazione del Dipartimento per la Cooperazione verrà esaminata sia per quanto riguarda l'intero contenzioso sia per quanto riguarda le operazioni che ne fanno parte». «Ed è chiaro - ha aggiunto - che dall'esame che ì tecnici condurranno sulla vicenda potranno eventualmente dipendere altre questioni e noi potremo comunicare i risultati in Parlamento». Alcuni mesi fa, l'ex Segretario per la Giustizia dell'amministrazione Bush, Dick Thornburg, venne nominato responsabile per il risanamento amministrativo dell'Onu. In questa veste ordinò anche un'indagine preliminare sulle spese di Craxi come inviato per il debito. Disse di non aver trovato nulla di irregolare. Ma, dal suo punto di vista, era normale. Craxi non aveva a disposizione fondi dell'Onu, ma fondi italiani. Pertanto le Nazioni Unite non avevano alcun interesse ad esaminare puntigliosamente i suoi conti spese. Paolo Passarini
Luoghi citati: Stati Uniti, Washington
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