PANE AL PANE di Lorenzo Mondo

r- PANEALPANE La «spada» del Sud e Alberto da Giussano partire per la «guerra» del Sud contro il Nord - quello rappresentato dalla Lega - ha cominciato lo scrittore Vincenzo Consolo. Mentre all'ombra della Madonnina si profilava la vittoria, poi diventata trionfo, di Formentini, ha annunciato la sua intenzione di abbandonare Milano, la città illuminista e generosa che lo aveva accolto negli Anni Sessanta, esule dalla Sicilia del malgoverno e della mafia. Troppo forte gli sembra ora il degrado civile della capitale del Nord. Il suo proposito è stato accolto con sarcasmo dagli avversari e con appelli accorati dagli amici, più o meno di questo tenore: «Resta, non dargliela vinta, combatti la buona battaglia». I richiami non rendono merito alla bravura del Consolo romanziere, confermandolo in una idea di intellettuale-vate, di scrittore engagé che riesce soltanto a sollecitare l'attenzione dei salotti neoprogressisti e delle redazioni giornalistiche curiose di stranezze. Dando per scontata l'eco fievolissima di quel gesto nell'opinione pubblica, va detto che ciascuno è padrone dei propri umori, liberissimo di cercarsi, potendo, una residenza più conveniente dal punto di vista del reggimento politico, oltreché per il clima e il decoro urbano, la parlata e il costume cordiale degli abitanti. Mi chiedo però cosa accadrebbe se tutti fossero in grado - ovviamente mi esprimo per parabola - di seguire il suo esempio e si trasferissero su e giù per la Penisola ubbidendo alle proprie inclinazioni e revulsioni (per quanto mi riguarda, dando retta a certe suggestioni mi sarei strappato in anni lontani dalla «barriera» rossa e facinorosa in cui sono nato e dalla stessa, decaduta Torino). Il popolo della sinistra, allora, in Toscana o in Umbria, i cattolici nelle superstiti zone bianche del Veneto o della Sicilia a meditare la riconquista, i laici in qualche estremo ridotto o nei ventri molli degli schieramenti avversi a tessere strategie di mediazione. Assisteremmo a una migrazione mai vista, a scambi e ricambi di popolazione, alla configurazione di una Italia, più che cantonale, tribale: ben al di là del separatismo etnico, patrocinato dai leghisti della prima ora, tra Settentrione, Centro e Meridione. Soprattutto, l'ipotesi fantasiosa ma^ufesterebbe il più assoluto di- sprezzo per le regole di alternanza democratica alle leve del potere, per le opinioni dell'altro da sé. E non sarebbe neanche nobilitata da un autoesilio che soltanto situazioni estreme - di oppressione e intollerabile barbarie - potrebbero rendere consigliabile e improrogabile. Non è il nostro caso e basta a dimostrarlo la decisione di lasciare Milano per Cetona o Capalbio, anziché Lugano, Parigi, New York, capitali storiche dell'emigrazione politica. Nella polemica contro la spada di Alberto da Giussano si è innestato un atteggiamento uguale e contrario, promosso da un gruppo cattolico marginale che si chiama curiosamente «La spada di Cristo», con sedi a Salerno, Napoli e Roma. Per fermare «l'onda leghista» che minaccerebbe il Sud, ha scelto la via della ritorsione, distribuendo negli hotel delle più note località turistiche adesivi con una scritta provocatoria: «In questo albergo i leghisti non sono graditi». Avrebbero già aderito una decina di alberghi di seconda categoria, e l'annuncio stende un velo umoristico sulla portata dell'iniziativa. Sarebbe crudele insistere sulle pretese di pochi sconsiderati in cerca di pubblicità che gli albergatori del Sud non tarderanno a sconfessare, paventando semmai che i turisti della Padania li prendano troppo sul serio. Francia, Spagna, Grecia, Jugoslavia - a non andar più lontano - possono risarcire tranquillamente i brumosi leghisti per l'astinenza dai caserecci mari del Sud. Gli effettivi che si prestano alla guerricciola, dunque, sono per il momento pochi, e di non pari dignità, scarsamente assimilabili. Ma vale la pena segnalare questi nuovi indizi di irragionevolezza in un quadro politico e morale già troppo allentato e confuso, dove gli idoli della tribù dovrebbero essere esorcizzati anziché aizzati. Ci mancherebbe ancora che dovessimo assistere alla nascita di una bislacca, masochistica apartheid rovesciata. Lorenzo Mondo

Persone citate: Formentini, Vincenzo Consolo