Torino-Milano è lite tra i sindaci

Botta e risposta sull'annunciata partecipazione di Formentini alla fiaccolata «anti-brogli» Botta e risposta sull'annunciata partecipazione di Formentini alla fiaccolata «anti-brogli» Torino-Milano, è lite tra i sindaci Castellani: «Io non lo farei» Il leghista: «Non dia consigli» Sono già finiti i tempi degli auguri, come avveniva qualche sera fa a «Milano, Italia», tra i neosindaci Valentino Castellani e Marco Formentini. Il rifiuto del gran capo della Lega piemontese, Gipo Farassino, di convocare il consiglio comunale e la calata a Torino, lunedì sera, di «centomila leghisti» guidati dal senatur Bossi, dallo stesso Formentini e da tutti i sindaci del Carroccio per manifestare contro i «brogli elettorali», diventano un caso politico. «La mia sensibilità mi impedirebbe di andare in un'altra città a manifestare» dice Castellani. «Quando si diventa sindaco non si è più uomo di parte. E' ovvio e giusto partecipare alle assisi del proprio partito, ma per questo ci sono sedi proprie». «Lo ringrazio del consiglio e della premura - replica Formentini da Milano - ma lo dispenso dal dirmi cosa devo fare: deciderò io, anche se ancora non so se tremerò il tempo per venire. Forse lunedì a Milano c'è il primo consiglio. Verrei comunque volentieri perché so dei brogli: le schede non crescono da sole, non esiste una loro partenogenesi». Siete stati appena insediati e tra le due grandi città del Nord, il Mi-To di una volta, è già polemica? «Ma no - replica Formentini - ho altro da pensare, ho da lavorare io». Si vedrà lunedì se lo «zio», com'è stato soprannominato, sfilerà da piazza Solferino fino in piazza Castello passando sotto Palazzo Civico. Ora ciò che preoccupa Castel" lani è l'insidiosa forma di protesta, per le lacune della legge, scelta da Farassino. «E' vero - dice Castellani - ed è quella stessa legge varata per dare la massima operatività agli organi eletti. E' un paradosso. Mi auguro ci sia la sensibilità politica per mettere il consiglio nelle condizioni di lavorare». Castellani non trascende nella polemica, ma è preoccupato. «Sono rispettoso dei diritti di tutti - aggiunge - e sono il primo a volere la chiarezza, ma non bisogna bloccare la città. Sembra di essere tornati al passato, quando con l'estate si andava tutti in vacanza. Fra pochi giorni io sarei già operativo. Sono qui per lavorare, voglio lavorare. In un mese e mezzo, cioè fino al 15 agosto quando anch'io mi prenderò una pausa, si possono fare tante cose. Così accade in ogni Paese civile». Parole che non smuovono Farassino, appena sceso dall'aereo che l'ha riportato a Torino da Roma. «Ripeto che il mio è un problema di coscienza: non posso con una mano firmare ricorsi al Tar contro le elezioni e con l'altra convocare il consiglio. Dicono che rischio una denuncia per omissioni d'atti d'ufficio? Vabbè, mi condannino pure. Ora comunque la palla passa al Prefetto e verificherò se tutto ciò che farà sarà regolare. Non sono qui per far pestare i piedi al 25 per cento dei torinesi». Farassino, che ancora prima di annunciare il «gran rifiuto» si era posto il problema della possi¬ bile impopolarità del suo gesto, cerca di minimizzare le preoccupazioni di Castellani: «Ha tutti i poteri: inizi a portare avanti l'ordinaria amministrazione». E la manifestazione di lunedì sera «non è una protesta, ma una fiaccolata di solidarietà. Non è contro Castellani, ma per impedire che la storia di Torino venga macchiata da una vicenda oscura come quella dei brogli». Definisce «imbecilli» le critiche piovutegli sulla testa un po' da tutti i partiti in Sala Rossa che hanno isolato la Lega. Ieri, ad esempio, i Verdi del sole che ride hanno chiesto ai propri parlamentari di presentare un'interrogazione «sull'anticostituzionalità di un sindaco - dice Gianni Vernetti - che partecipa a un corteo il quale potrebbe porre problemi di ordine pubblico». «Chi verrà a Torino - replica Farassino - verrà per dare solidarietà al nostro senso della democrazia». Stamane gli avvocati della Lega, Giuseppe Gallenca e Matteo Brigandì, notificano il ricorso contro la proclamazione di sindaco e consiglieri avvenuta ieri. Lo faranno con il rito elettorale, l'unico a garantire che venga discusso il 31 luglio nella seduta straordinaria fissata dal Tar. Quel giorno si saprà anche chi avrà «vinto» nella disputa sulla convocazione o meno del nuovo consiglio comunale. Beppe Minello Gigi Padovani Il sindaco di Torino Valentino Castellani si è incontrato con il cardinale Giovanni Saldarmi stamattina per la festa del Patrono; ma con il sindaco di Milano Marco Formentini (foto piccola) è polemica sulla manifestazione Emilia Rossi, avvocato (Alleanza per Torino) Erika Fiore, la più giovane, 19 anni, studentessa (Verdi) Lorenzo Simonetti, pensionato Atm, ex sindacalista (Rifondazione)