Quel «faro» dei giudici sui banchieri di Zeni

Quel «faro» dei giudici sui banchieri Quel «faro» dei giudici sui banchieri Alberto Crespi: certe notizie turbano i mercati SALVATAGGI E CODICI MILANO OMENICA i giornali riportavano la notizia dell'intervento della procura di Milano nella vicenda Ferruzzi. Sul tavolo di lavoro del professor Alberto Crespi, docente di Diritto penale all'Università statale, un signore di settant'anni che a Milano tutti conoscono per essere stato uno dei più importanti avvocati societari, c'è ancora una intervista nella quale il procuratore capo di Milano Saverio Borrelli ha spiegato il perché dell'intervento dei magistrati nella vicenda Ferruzzi. Il procuratore è esplicito: «Un faro puntato su Cuccia». E l'intervista, soprattutto in quel passaggio chiave del faro puntato su Cuccia e su Mediobanca, confessa Crespi, «l'ha lasciato molto turbato». L'ha turbata questa frase, professor Crespi? «Sì, quelle parole mi hanno molto turbato. Mi chiedo se il procuratore capo di Milano le ha soppesate: io credo che chiunque venga messo sotto un faro dalla magistratura abbia il diritto di sapere perché, di sapere se ha fatto qualcosa di male, oppure d'esser lasciato in pace. Insomma, dire che sul più grande banchiere italiano è stato messo un faro equivale a mettere nel mirino la sua attività. Almeno così io capisco, in nessun Paese...». In nessun Paese? «Senta, Cuccia come banchiere potrà essere discusso finché si vuole, si potrà essere d'accordo o no con i suoi progetti, ma metterlo sotto un faro... Attenzione, un pubblico ministero si occupa di delinquenti: cosa significa mettere sotto il faro di un pm Cuccia? Ma scusi lo sfogo, di cosa stavamo parlando?». Che in nessun Paese... «Sì certo, in nessun Paese civile la frase del procuratore capo sarebbe stata pronunciata». Professore, lei per anni è stato l'avvocato di Cuccia, oggi ne è amico ma anche consulente: ci può dire come ha preso la frase di Borrelli il presidente di Mediobanca? «Non so come l'abbia presa, immagino che l'abbia ignorata. Vede, se Cuccia dovesse dar ascolto a tutte le voci, a tutto quello che si scrive di lui, dovrebbe andare a Mediobanca, dove già passa 12 o 13 ore al giorno, solo per rispondere alle critiche». Passo indietro, per favore. Torniamo all'origine dell'intervento dei giudici milanesi nella storia Ferruzzi: è stato giustificato con l'articolo 2049 del codice, quello che dice che in caso di gravi irregolarità societarie un pubblico ministero... «Un momento, qui bisogna fare dei distinguo perché, secondo me, la procura ha un atteggiamento contraddittorio». In che senso? «Dice di aver aperto un procedimento sulla base dell'articolo 2049 ma quando si hanno dei sospetti di irregolarità societarie chi sospetta denuncia, diventa attore come si dice in termini giuridici. In questo caso non c'è stata alcuna denuncia, lo stesso Borrelli ha usato un termine preciso: siamo spettatori, così ha detto. Allora, se le cose stanno così, l'articolo 2049 quanto meno è stato male invocato: il pm è sempre attore, mai spettatore. Ci troviamo di fronte a un caso nuovo». Un caso nuovo che molti considerano legittimo, altri illegittimo. Lei? «Non posso esprimermi sulla legittimità, il pubblico ministero può comportarsi come vuole. 10 dico solo che non è corretto il modo in cui la cosa è stata pubblicizzata: non è stato aperto alcun provvedimento, se fosse stato detto a chiare lettere forse si sarebbero evitate reazioni equivoche in Borsa». In Borsa, però, i titoli Ferruzzi sono cominciati a scendere quando si è saputo della montagna di debiti, delle crisi della famiglia, del piano delle banche. «Certo, certo. Ma la notizia dell'intervento della magistratura è stata comunque deleteria per 11 mercato. Doveva essere tenuta riservata». Anche il presidente della Consob ha espresso riserve sull'opportunità dell'intervento dei giudici. «Sono d'accordo con il presidente Enzo Berlanda, queste iniziative non tutelano i piccoli azionisti che tecnicamente non sono creditori della società come lo sono invece le banche. I piccoli azionisti hanno investito nella società capitali di rischio', la loro tutela non passa certo per l'articolo 2049. L'ho detto anche a Berlanda». Un'ultima domanda, professore. C'è chi dice che i giudici hanno voluto vederci chiaro nel caso Ferruzzi dopo l'annuncio dell'aumento di capitale di Fondiaria. «Lo so, lo so». Bene, allora sa anche quello che dicono in Borsa: che con questo aumento di capitale le banche diventeranno gli azionisti principali. «Per quanto ne so io, il consorzio bancario si limiterà a garantire l'aumento di capitale che potrà essere sottoscritto da chiunque». Armando Zeni

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