Anche banche estere nel consorzio-Ferruzzi di Valeria Sacchi

Mediobanca ridisegna il gruppo, ma i creditori italiani non vogliono entrare nei consigli Ferfin e Montedison Mediobanca ridisegna il gruppo, ma i creditori italiani non vogliono entrare nei consigli Ferfin e Montedison Anche banche esfere nel consorzio-Ferruzzi Primo summit in Bankitalia. Sono esposte per 6500 miliardi MILANO. Riunione dopo riunione, in corsa contro il tempo per immaginare la nuova Ferruzzi. Con una novità: anche le banche estere hanno deciso di entrare nel consorzio di garanzia. Da quando è tornato a Milano, lunedì scorso, Guido Rossi, futuro presidente di Ferfin e Montedison, l'uomo che deve guidare il cambiamento, non ha un minuto libero. E con lui sono all'opera febbrile Vincenzo Marenghi, Maurizio Romiti e Ariberto Mignoli. C'è il piano da mettere a punto, anche per frenare il pessimismo del mercato: Ferfin è di nuovo scesa del 2,45%, Montedison ha perso l'I,66%. Ieri l'incontro importante era presso la sede di Bankitalia di Milano, a due passi da piazza Affari. Lì si sono dati appuntamento i rappresentanti delle banche creditrici, per cercare un denominatore comune. In vista di un accordo anche con gli istituti esteri che hanno un credito verso i Ferruzzi di 6500 miliardi. «Ho buone speranze che si giunga a un coordinamento, e che le banche straniere collaborino con noi», aveva commentato il presidente della Comit Sergio Siglienti. Una speranza ben risposta. La riunione, infatti, si è conclusa con la decisione delle banche straniere di entrare con loro due rappresentanti (la Sociètè Generale e l'Union Banques de Suisses) nel consorzio di banche italiane (Comit, Banca Roma, Credit, San Paolo e Mediobanca) che devono garantire il risamento finanziario della Ferruzzi. Oggi è fissata la riunione del comitato esecutivo di Mediobahca, riunione mensile di «ordinaria amministrazione», come ha spiegato ieri Luigi Fausti, amministratore delegato della Comit. Che quindi non ha nulla a che fare con il caso Ferruzzi. Il problema delle, nuove nomine nel gruppo spetta, infatti, a Mediobanca, ma in accordo con le quattro banche del pool, ossia Comit, Credit, Banca di Roma e San Paolo di Torino. Problema urgente, poiché si avvicinano le assemblee di Montedison (lunedì) e di Ferfin (mercoledì). Sui nuovi consigli, sempre Fausti ha ieri anticipato: «Per i nuovi consiglieri ci sono contatti in corso. Ma credo ci penserà Guido Rossi. Che sphsmbnrsrBCsdsiptlSpFmtsut sarà un presidente forte, con pieni poteri, e non di facciata». Siglienti ha aggiunto: «Non ci sono ancora scelte definite. Si deciderà all'ultimo momento». Ma a quanto pare le banche del pool di salvataggio hanno già deciso: meglio non avere rappresentanti nei consigli delle società. Guido Rossi, invece, vorrebbe uomini del San Paolo e della Banca di Roma nella Ferfin, del Credit e della Comit in Montedison. Per le due società i posti chiave sono comunque già stabiliti: presidente sarà lo stesso Rossi, amministratore delegato Enrico Bondi (che in questi giorni si è già fatto vedere più volte in Foro Bonaparte), mentre ad Arturo Ferruzzi rimarranno le presidenze onorarie, e a Carlo Sama le vicepresidenze. Sui destini della famiglia, un'importante indicazione è uscita da Fausti che, parlando del programma di riordino, ha chiarito: «Non si tratta di una manovra di soppressione di un gruppo familiare, né di una manovra contro i Ferruzzi. Il trasferimento dei poteri gestionali è temporaneo, e servirà perché i creditori effettuino l'opera di riassetto. Ma prima di avere un quadro definitivo, occorrerà almeno un mese. Lo scoglio da superare sembra essere la valutazione della Ferfin». E allora? «Allora siamo all'uovo», ha concluso Fausti, aggiungendo che i dettagli del progetto non sono ancora stati abbozzati. Sull'intervento della procura della Repubblica di Milano, Fausti ha glissato, buttando acqua sul fuoco. «Gli avvertimenti finalizzati a far bene le cose, sono utili», ha detto l'amministratore delegato di Comit. «E, come dice il proverbio: uomo avvisato, mezzo salvato». Un breve accenno anche a Fondiaria, per assicurare che le banche del pool interverranno solo come «consorzio di garanzia», poiché «l'operazione è destinata al mercato». Se le banche avranno fatto bene i loro conti, l'aumento di capitale «si risolverà con successo, come quello di Olivetti». Unico scoglio, possibili reazioni negative degli azionisti Gaie. Ma questo «è un problema legale, se si verificherà decideremo il da farsi». Valeria Sacchi Qui accanto Enrico Cuccia, presidente onorario di Mediobanca A sinistra Guido Rossi Qui sotto Carlo Sama Il piano di salvataggio previsto tra un mese La famiglia è stata «estromessa a tempo» W ì M

Luoghi citati: Milano, San Paolo, Torino