La Cisl: è un complotto di Flavia Amabile

la Cisl: è un complotto la Cisl: è un complotto E D'Antoni domani va dai giudici SINDACALISTI SOTTO ACCUSA GROMA IORNATA di vertici e di smentite nei palazzi dei sindacati all'indomani della brusca impennata che ha coinvolto tra le vicende di Tangentopoli due figure di primo piano nel mondo del lavoro come Giorgio Benvenuto, ex segretario generale della Uil, e Sergio D'Antoni, attuale segretario generale della Cisl. Avrebbero ricevuto centinaia di milioni dall'imprenditore Vincenzo Lodigiani e attenuato la «conflittualità nei suoi cantieri». Per il sindacato, è una bomba. Non c'è da stupirsi, allora, che ieri Benvenuto e D'Antoni non abbiano aggiunto nulla rispetto alle dichiarazioni di due giorni fa: smentite e diffamazione per calunnia. E non c'è da stupirsi che i segretari generali abbiano disertato gli appuntamenti ufficiali già fissati. Domani D'Antoni si presenterà alla Procura di Milano. Ha chiesto un incontro al magistrato che si occupa dell'inchiesta per respingere le affermazioni di Lodigiani. Ma in Procura si fa presente che è difficile verbalizzare le dichiarazioni del leader sindacale, che non è indagato. Ieri, intanto, ci si è limitati a discutere della cosa all'interno delle rispettive segreterie. Anche in quella della Cgil che, pur non essendo direttamente interessata alle vicende di due giorni fa, e non avendo l'argomento all'ordine del giorno, non ha potuto fare a meno di sollevare la questione. «E' un problema di credibilità dell'intero sindacato, ormai», afferma Fausto Bertinotti, leader dell'ala più radicale della Cgil e il primo sindacalista ad aver denunciato il coinvolgimento globale delle organizzazioni dei lavoratori nelle vicende di Tangentopoli. «E sono dell'avviso - prosegue - che sarebbe necessario un maggiore senso di autocritica. Noi in Cgil l'abbiamo fatto. Ed è l'unica strada possibile. Perché questi non sono fenomeni isolati, casi individuali, ma è l'intero sistema ad essere coinvolto. E, a questo punto, a dover essere ripensato». La richiesta di Bertinotti è «rinunciare a tutti i privilegi, fare voto di castità». La tesi venuta fuori dalla se- greteria della Cisl, invece, è quella del complotto. Denunciata la «vergognosa e strumentale calunnia», a via Po si sono interrogati - ed hanno posto quest'interrogativo nella nota diffusa al termine della riunione - sul «perché» delle vicenda e sugli interessi che possono manovrare «questo attacco strumentale alla immagine della Cisl e del suo segretario generale». «Certamente non può capitare per caso - dice la nota della segreteria - che una fuga di notizie su presunte dichiarazioni rese al magistrato non certo ieri avvenga alla immediata vigilia de) con¬ gresso confederale della Cisl. Ancora meno casuale - prosegue - ci sembra la singolare coincidenza con la fase più calda, decisiva e tormentata di un negoziato, all'interno del quale si gioca una partita decisiva per la democrazia sociale ed economica del Paese, per le condizioni di vita e di lavoro di milioni di lavoratori». E conclude: «Vogliamo mandare un messaggio forte a chi porta nell'ombra un attacco strumentale quanto infamante: giù le mani dal sindacato confederale. Giù le mani dalla Cisl». Durissimi, invece, i commenti degli altri sindacati, quelli auto¬ nomi. «Non ci siamo affatto meravigliati - dichiara Ezio Gallori, il leader dei Cobas dei macchinisti - né tanto meno scandalizzati. Ci siamo ormai purtroppo abituati a vederli promossi, a passare da un incontro ad un altro dal ruolo di dirigente sindacale a dirigenti dell'azienda, a vederli firmare accordi clientelali e in certi casi anche personali». Secondo Gallori «alle Ferrovie, grazie ad un accordo con l'ente, essere sindacalisti significa essere promossi di livello, ma mai i sindacati ferroviari hanno alzato un dito contro le corrotte gestioni del passato, mai una denuncia sui tanti sperperi oggi al vaglio degli inquirenti, anzi alcuni ex sindacalisti (come Caporali o Chisari) sono stati arrestati e molti sindacalisti hanno ricevuto recentemente avvisi di garanzia per promozioni facili». Anche per la Cisnal «nessuna meraviglia ma al tempo stesso sconcerto per come i lavoratori sono stati ingannati in questi anni dalla politica compromissoria ed equivoca del sindacalismo ufficiale». In una nota la Cisnal rileva che «chiederà ai magistrati di fare estrema chiarezza sulla vicenda». Flavia Amabile Bertinotti (Cgil) attacca: «Si deve fare un voto di castità» Il segretario generale Cisl Sergio D'Antoni e (a fianco) Giorgio Benvenuto