Tg, è di scena la morte della lottizzazione di Curzio MaltesePaolo Frajese

Tg, è di scena la morte della lottizzazione GLI ALFIERI DEL PLURALISMO Tg, è di scena la morte della lottizzazione OUE STA è la sala del consiglio di amministrazione della Rai, con l'enorme tavolo, ora ci sarà il problema di riarredarla...» (Simonetta Guidetti, Tg3, 19,15). Esistono scommesse che ai bookmakers londinesi quotano come «eventi altamente improbabili». Per esempio: un matrimonio gay del principe Carlo (pagato 700 a 1); la vera esistenza del mostro di Lochness certificata dal British Museum (1000 al). Altri due esempi di tali scommesse impossibili sono «la semplificazione del modello 740» e «la fine della lottizzazione decretata dalla riforma Rai», presentate ieri come notizie da tutti i telegiornali pubblici. In Italia le lotterie sono monopolio di Stato. Il problema, in questi casi, è come rendere l'annuncio non solo credibile ma addirittura interessante, dandogli un «taglio politico». Tgl, Tg2 e Tg3 per tutta la storica giornata di ieri hanno dunque trattato la «fine della lottizzazione» ciascuno a suo modo: da lottizzati. Tra le edizioni di mezzodì si è subito segnalato, per schiettezza di toni, l'approccio socialista del Tg2. Riassumibile nel brutale quesito: e adesso quali teste faranno fuori? Saltando a pie pari la menata dei garanti da anni l'editoria ne ha uno con la maiuscola, il dottor Santaniello, convinto che Berlusconi non c'entri nulla con II Giornale e le pay tv - gli ex mezzibusti garofanati si sono lanciati sui tre capi tribù: i direttori Albino Longhi (Tgl), Alberto La Volpe (Tg2) e Alessandro Curzi (Tg3). I tre più a rischio, dato per scontato il siluramento di Pasqua- relli. Sono stati nominati da partiti (de, psi e pds) che, messi assieme, secondo i sondaggi coprono circa un terzo dell'elettorato. E controllano il cento per cento del servizio pubblico. Longhi e La Volpe sembrano perfino rendersene conto. Curzi, il più spudorato, attacca invece il solito autoelogio: no pasaràn. Il suo incubo è il «telegiornale unico», diretto magari da un grande nome esterno ai partiti. Anni fa ci provò Enzo Biagi (per sei mesi). Sembrerebbe una manna per l'azienda Rai, indebitata per 1600 miliardi, eppure l'unica al mondo che mantenga tre uffici di corrispondenza in ogni capitale. Ma, ci fa notare subito Curzi, «c'è il rischio di soffocare il pluralismo». Caspita. Pluralismo (suona meglio di lottizzazione) è la parola d'ordine del Tg3. Tanto che la sera Maurizio Saltarelli, intervistando Spadolini, ripete la formula: «Si parla di unificare i telegiornali, ma non si rischia così di soffocare il pluralismo?». Il presidente del Senato concorda: «Il pluralismo è il più possibile da incoraggiare». Ci toccherà mantenere a New York anche un giornalista leghista, uno retino, un rifonda¬ tore, un verde e Marco Pannella della lista Marco Pannella? Un'ipotesi di lavoro, la chiamerebbe Luciano Radi, presidente de (o cp? come si dirà ora?) della commissione parlamentare di vigilanza. Contento per il nuovo che avanza. Come del resto Pasquarelli, che non vede l'ora «di stringere la mano ai nuovi consiglieri», il rappresentante del pds, quello del pli, pri, psdi, ecc. Meno la Lega che «la Rai comunque non ci piace», dice Speroni in t-shirt. Un bel colpo di ramazza e via, come dice il Miglio e ripete Leoni Orsenigo, quello del cappio, che sarebbe l'esperto di comunicazioni del Bossi e vuole «cacciare i tremila giornalisti di partito». Sai la delusione quando scopre che sono la metà. Il Tg2, al solito, punta al sodo: cherchez la femme. E' vero che ci sarà una donna nel nuovo consiglio di amministrazione? E' la domanda più gettonata. Spadolini, un gentiluomo, sorride orgoglioso: «Sì, questo posso anticiparlo: ci sarà sicuramente una donna». Nessuno gli chiede se ci sarà un pensionato, un giovane, un handicappato e perfino un esperto di televisione. (Il bocconiano non lo scampi, fa tanto società civile). L'inviato del Tgl la pi.mde alla larga: «A parte la donna, si son fatti tanti nomi sui giornali...». Spadolini ammicca e non abbocca: «Sono tutti sbagliati, sarà una sorpresa». Dallo studio Paolo Frajese, che ne ha viste tante, taglia corto: «Lunedì sapremo tutto». Incombe già il pastone di Pionati da Montecitorio. La vita continua. Curzio Maltese In alto il direttore del Tg3, Sandro Curzi. A sinistra Paolo Frajese

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