BIENNALE Quella serra è la mia opera d'arte
BIENNALE BIENNALE Quella serra è la mia opera d'arte A A RTE tecno-ecologica? Tra le stranezze di questa XLV Biennale di Venezia, un'opera d'arte sembra destinata a far discutere a lungo: a rappresentare Israele non ci sono quadri o sculture, ma una grande serra di 1700 metri quadrati, dove si coltivano cetrioli, frumento selvatico medicinale, piante ornamentali. E idee, che si materializzano nel «Thinking Space», lo spazio per pensare, un'area riservata alle riunioni del gruppo di lavoro, al riposo, alla conversazione. Tra lo «Spazio del Pensiero» e i cetrioli in fiore c'è una grande vasca per l'allevamento di molte varietà di pesci, tutte insieme: l'acqua piove dall'alto, fine fine, filtrata e depurata. Le apparecchiature per il ricambio dell'acqua a ciclo continuo, l'irrigazione e il controllo della temperatura sono alimentare dall'energia solare. Si utilizzano solo nutrienti organici, in dosi ottimali stabilite dal computer. Utopia nella realtà, cibernetica nella natura, sollievo nell'afa: ricercatori di prestigiosi istituti scientifici lavorano a fianco di ragazzi dei «kibbutzim», coordinati dal maggiore esponente dell'avanguardia artistica israeliana. Avital Gheva da anni è alla ricerca di soluzioni artistiche che vadano al di là del godimento estetico. Un particolare: le colonne di metallo traforato da cui spuntano ciuffi di frumento riportano la memoria ad un altro metallo, alle punte acuminate di morte e disperazione che Israele esponeva nello stesso luogo lo scorso anno. Ma questo è il trionfo della vita. Per Avital Gheva l'artista è un educatore. E infatti definisce quest'opera una «serra educativa»: ha preteso che potesse essere smontata in pochi giorni, per essere trasportata e ricostruita così com'è in Israele. Lui così potrà continuare le sue sperimentazioni e i suoi studi. «La Serra» è la riproduzione ingrandita di altre strutture simili in funzione nei «kibbutzim», ed è un vero luogo di lavoro in cui la disposizione degli elementi è concepita per essere gradevole ma soprattutto funzionale. Ma è il cervello del «Thinking Space» a dar valore alla Serra, a portarla dal livello della natura a quello del pensiero, della cultura. Secondo Gheva, il progetto sperimentale della Serra è come «un cavallo di Troia, che senza alcuna volontà di conquista cerca di insinuare dei dubbi, di proporre un'idea: portare la vita e la scienza dentro l'opera d'arte. Non ho mai fatto differenze tra arte e utilità sociale». Dopo tanta arte di denuncia, un po' di arte della costruzione. Rosalba Giorcelli
Persone citate: Avital, Avital Gheva, Rosalba Giorcelli, Space
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