A Gorky Park ora c'è la mafia

A Gorky Park ora c'è la mafia A Gorky Park ora c'è la mafia Passioni e ideali di questo secolo nel romanzo di una famialia straordinaria. bandolo della corruzione e del potere. La parola «nuovo», che risuona talmente tante volte da sembrar perfin sospetta, è al contrario la chiave di volta di quest'ultimo romanzo. E l'affresco che ne esce è così affascinante da mettere addirittura in sottofondo l'elemento «nero» del plot che, invece, è il solito perfetto meccanismo ad orologeria che esplode, come da copione, all'ultimo istante. Arkady ritrova anche Irina e l'amore, che non guasta mai, è il suggello definitivo ad un passato doloroso, trascorso tra ermellini assassini e ventri fumosi di orridi peschereccispia. Per Ludlum invece (Le illusioni dello scorpione, Rizzoli, pp. 484, L. 32.000) la riconversione è stata più difficile. Schiavo del suo schema (il complotto del potere, sempre e ad ogni costo), si è inventato una strana teirorista arabo-ispanica decisa a mettere a ferro e fuoco il mondo. Bersagli, nientepopodimenoché: i premier di Stati Uniti, Francia, Inghilterra e Israele. Francamente, un'esagerazione. Una storia che non sta né in piedi né in terra. Scritta tuttavia con il solito ritmo frenetico, con i soliti repentini capovolgimenti di fronte e priva, anche qui come al solito, di alcuna traccia erotica per soddisfare le inclina¬ «Perché Clara Sereni è scrittrice, e molte pagine sono irresistibilmente coinvolgenti.» Geno Pampaloni zioni puritane di un autore che non esita a proporre le più turpi macchinazioni, ma che si astiene rigorosamente dall'alcova e dai suoi giochi peccaminosi. Meglio di lui ha reagito al cambiamento dello scacchiere internazionale (anche se il suo genere da sempre è l'avventura e la ricostruzione storica) Gary Jennings, risposta americana a Wilbur Smith, che ha firmato negli anni precedenti l'Azteco e i Nomadi. Il suo Predatore (Rizzoli, pp. 824, L. 34.000), quasi una sfida ad un genere in difficoltà, sembra spogliarsi del peso dei secoli per diventare un ambiguissimo personaggio dell'oggi che non avrebbe assolutamente sfigurato in una di quelle bieche gallerie di ritratti di piazza Dzerzinsky. Vedovo di scrupoli, incapace di sentimenti, di affetti, di amicizie, privo di una sessualità precisa (si accoppia gelidamente tanto con dolci fanciulle quanto con robusti ragazzotti), ha in mente un unico obiettivo: il potere. E, anche se la vicenda si svolge ai tempi dei Goti, la sua rincorsa è frenetica, senza incertezze, da un capo all'altro del mondo, attraverso le contrade d'Europa e d'Asia: quasi fosse un superman costruito e strutturato da un vero servizio segreto. Quelli di una volta, tanto per intenderci... [p. sor.] » «E già questo, la forza dell'impianto e il felice passo narrativo sarebbe un gran buon segno. Ma nelle pagine de II gioco nei Regni c'è di più.» Miriam Mafai «Memoria collettiva che è insieme stilistica, etica e storica; anche per questa molteplicità di registri gliene siamo grati.» Luisa Passerini

Persone citate: Clara Sereni, Gary Jennings, Geno Pampaloni, Gorky Park, Goti, Ludlum, Luisa Passerini, Miriam Mafai, Wilbur Smith

Luoghi citati: Asia, Europa, Francia, Inghilterra, Israele, Stati Uniti