SQUADRA SERIAL KILLER di Piero Soria

SQUADRA SERIAL KILLER SQUADRA SERIAL KILLER Nel giallo d'estate domina l'assassino paranoico che John Katzenbach ha mantenuto tutte le promesse fatte in Facile da uccidere, un Oscar Best Seller Mondadori (pp. 503, L. 14.000) passato quasi sotto silenzio il settembre scorso. Anche quella era una storia di ordinaria follia, con investigatrice donna e con psichiatra, fratello del presunto serial killer, al suo fianco. Anche lì ragazze violate e sangue innocente sparso. Anche lì finale orribile ed inaspettato. Anche lì una mano a tirare con maestria i fili dell'angoscia e del disagio. Altra firma inattesa da segnalare è quella di Ja¬ e o e e a e i , tesi, e rante ore a he la hia in empre solo . IER il mondo delle spie, questa estate, nessun caposcuola: i miti - Le Carré, Forsyth e Follett __J sembrano momentaneamente stanchi. E la rabbia trainante dell'intrigo tra servizi segreti deve per forza fare i conti con un mondo in cui l'intelligence è profondamente cambiata. Ognuno sembra perciò dirigersi per sentieri profondamente diversi, non più costellati dei soliti cartelli stradali che guidavano nei torbidi meandri di Cia e Kgb. E' il momento in cui si sta reinventando un genere, ma non è detto che la necessità di giocare a tutti i costi con qualcosa di nuovo non dia buoni frutti. Tre esempi, anche se molto differenti tra di loro, sono forniti da Cruz Smith, Ludlum e Jenkins. Incominciamo con l'autore di Gorky Park e di Stella Polare. Nell'universo che cambia, Martin Cruz Smith (Red Square, Mondadori, pp. 450, L. 32.000) si è ritrovato per le mani il fido Arkady Renko, non già nato come spione, ma (fortunatamente) come detective nemico e vittima dei metodi bruschi e «centralizzati» delle polizie di Stato. E non gli è stato difficile riportarlo a Mosca, nella nuova Mosca, e dirigerlo contro i «nuovi» boss della mafia che, in momenti di totale vacanza politica, hanno preso in mano il «nuovo» sticcia all'ombra del Campidoglio su una vicenda scottante che sfiora le stanze di un potere impegnato a districarsi dai mille rivoli del traffico di droga. Dall'altra parte della strada, il solito serial killer che tende agguati e lascia coppie di cadaveri scarnificati a nutrire la fauna famelica di roditori e di rapaci del sottobosco virginiano. Nessuna traccia, solo scheletri spolpati e un medico legaledonna che cerca di mettere ordine negli scarsi indizi che neppure il suo microscopio sa leggere. Un'atmosfera ansiosa, greve di sconfitta e di impotenza, la sensazione che mai sarà possibile venire a capo dell'enigma. Ma qualcuno sa qualcosa e tace per paura di uno scandalo, mentre la lama (o la pistola, o la corda: impossibile dirlo quando l'esame necroscopico può essere effettuato solo su brandelli di ossa ricuperati tra i resti dilavati dalla pioggia e dal fango) continua a colpire per aumentare la sua tragica serie di morte. Finale a sorpresa, naturalmente. Con la pazzia a far da protagonista, come ha ormai abbondantemente insegnato il Silenzio degli innocenti, vero (e per il momento ineguagliato) capostipite di questa nuova stirpe di vagolanti della mente. una specie di bara di legno in attesa di riscatto, i piccoli diventano le vittime di un bandolo infernale che muta di continuo, parallelamente alla scoperta di indizi ed indiziati insospettabili. Una trama a specchi deformanti, in cui sempre si dubita dei buoni istituzionali che privilegiano interessi di bottega (Fbi, Cia, polizie varie) alla caccia vera e propria. Grande ritmo, insofferenza, spietatezza: un cocktail in cui non manca una storia d'amore «cattiva», nel senso che tra bianchi e neri i sentimenti difficilmente portano fortuna. Terzo romanzo da ricordare. La figlia del generale, di Nelson Demille (Longanesi, pp. 454, L. 29.000). Qui l'inizio è allucinante: in una base militare, una giovane donna (la figlia del generale, appunto) viene ritrovata nuda in un prato, le mani e le gambe legate a croce a quattro picchetti di legno, un paio di mutandine strette intorno alla gola, ma nessun segno di violenza: un gioco sessuale finito male? Una tragica morte da soffocamento erotico con la vittima che si consegna, prigioniera consenziente, alle voluttà di un partner deciso, nell'estasi, a sorpassare ogni limite? Ancora un Sud sudato e di colore, governato da duri sceriffi bianchi, tra colonnelli e maggiori che non ammettono indagini di civili nel loro santuario e mes Patterson, autore di Ricorda Maggie Rose. (Sonzogno, pp. 344, L. 29.000). Anche qui neri contro bianchi e il sogghigno folle di uno psicopatico a far dubitare dell'equilibrio mentale dei sani. Lo sfondo è il rapimento di due bambini celebri nella Washington del potere che convive con il più immenso ghetto di colore esistente nella black America: sottratti dalla loro esclusivissima scuola da le passioni diventano talmente basse da essere fin troppo comuni per rimanere coperte dalla bandiera. Un giallo profondamente diverso dal solito anche per l'inedito meccanismo su cui si basa: il ribaltamento dei ruoli. Chi infatti non ha mai sognato di costringere all'obbedienza un superiore arrogante o, quantomeno, di ridurre al silenzio e alla riflessione il rappresentante di una casta socialmente superiore? Concludiamo con Quel che rimane di Patricia Cornwell (Mondadori, pp. 390, L. 32.000), l'autrice che si era già segnalata con lo splendido Oggetti di reato. Richmond, l'ombra afosa della capitale e del Fbi che pa¬ che delegano un graduato inferiore a risolvere il mistero, nel tentativo di pilotare lo scandalo e di appropriarsi senza schiamazzi di un colpevole qualsiasi. Ma non serve a nulla: il comando non può opporre mostrine e stellette all'ineluttabile verità, un masso smosso che mette allo scoperto tutti i vermi che vi si erano rifugiati sotto. Il cuore di quel piccolo mondo militare, formalmente perfetto ed oliato oltreché detentore di tutte le moralità, smette di battere: la divisa non copre più uomini diversi, non è più scudo del Bene nei confronti del Male. Patria, Timor di Dio e Dovere affondano nel fango del sesso e dell'odio. Nessuno è più puro. Quel microcosmo si sgretola e Piero Soria

Luoghi citati: America, Mosca, Washington