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Miglio Miglio I L patriottismo di Renan a me sembra un po' bouleversé, un po' frastornato. E tutti coloro che ne sono affascinati mi appaiono, in verità, culturalmente attardati dice il costituzionalista Gianfranco Miglio, senatore e ideologo della Lega Nord -. Bisogna partire da una constatazione inoppugnabile: le grandi nazioni non esistono, sono invenzioni degli Stati. Su questo non ci piove. Lo Stato moderno nasce fra il Tre e il Quattrocento e diventa Stato nazionale fra il Sette e Ottocento. Si mette addosso la livrea della nazione, che è una livrea ideologica. Nella realtà esistono soltanto le micronazioni: ambiti etnici che hanno in comune lingua, abitudini, stili di vita. Che cosa caratterizza un ceceno o un veneto? Io non credo neppure che siano fattori fisico-genetici: è una questione di costumi, di stirpe, di legami culturali. ESISTONO SOLTANTO LE PATRIE DELLE ETNIE «Stando le cose in questi termini, è chiaro che il processo va dallo Stato alla nazione: la nazione è uno stadio dello sviluppo dello Stato. Una micronazione dunque non è assolutamente portata a trasformarsi in Stato; ciò significherebbe invertire il processo. La micronazione è invece portata a strutturarsi attraverso rapporti, fra i suoi abitanti, di tipo contrattualistico: non un patto politico, ma un accordo di natura pratica, di tipo quasi privato. Perciò le vere nazioni sono solo micronazioni e tendono a esprimersi in quelle che si chiamano strutture federali. La micronazione è una formazione transitoria e famigliare. «Non c'è quell'idea del destino, che è invece dominante nella macronazione, che presuppone di essere sempre esistita e durare per l'eternità. Per cui tende a una politica imperialista, di annessioni e omologazioni. Lo Stato nazionale è per sua natura imperialista. Guardiamo anche in casa nostra: appena creato lo Stato nazionale, sono partite le pretese sulla Dalmazia e l'avventura coloniale. Il concetto di nazione compare nelle università, quando i clerici si organizzavano per «nationes». E' in questo ambiente - dove si formavano le classi dirigenti - che le culture nazionali si trasformano nelle grandi ideologie dello Stato».