Il collezionismo dei ventagli futilità preziose di Silvia Francia

L'ultima stranezza estiva: il look casalingo Il collezionismo dei ventagli, futilità preziose Per darsi delle arie Classici quelli della Belle Epoque di piume di struzzo o marabù Poi i pezzi «poveri» del primo '900 e i «piemontesi» in tela dipinta Rubare all'aria un soffio di brezza, un fiato di vento. «Oscuro oggetto» di trame e intrighi da commedia, il ventaglio è passato dalle mani della Susanna goldoniana o di Lady Windermere, a quelle dei collezionisti. Una lunga storia, quella dell'accessorio discendente diretto del primo ventaglio «naturale», ovvero la larga foglia di palma. Molte le funzioni supplementari del ventaglio: da quella hturgico-cerimoniale (come in Oriente o, da noi, nel Medio Evo) a quella di scacciamosche e attizzafuoco, e addirittura pubblicitaria. «E' difficile, oggi, reperire esemplari rarissimi, ma non manca qualche pezzo pregevole», spiega l'antiquario Pier Carlo Chiavassa (via Barbaroux 16). E aggiunge: «Fra i criteri di valutazione, l'antichità e la finezza di lavorazione, i materiali e l'eventuale decoro eseguito da celebri firme». Fra le sue proposte, un ventaglio in piume di struzzo Belle Epoque e uno in osso con stampa Luigi Filippo. Buona scelta da Elena Barbero, in via Stampatori 19F: dal modello in piume di gallina dipinte a fiorellini a quello stampato con scene di caccia, a quello «can-can», con stecche in madreperla grigia e piume di marabù. Non mancano i vezzi iper-romantici come il ventaglio fine Ottocento, con dama e cavaliere dipinti, affiancati da un cuore trafitto, voli di colombe e nontiscordardimé. Pregevoli pure gli esemplari ricamati a mano, su tessuto doppio che occulta le stecche, o quelli con volo d'api dipinto su chiffon (sulle 350 mila) o quelli inghirlandati di piccole paillettes d'argento a forma di stelle e farfalle. Tra le curiosità, il ventaglietto «del tifoso»: è in carta, marchiato col fascio littorio e stampato con la formazione juventina dell'epoca (sulle 100 mila). Di costo non elevato pure gli esemplari pubblicitari, in voga all'inizio del secolo. Buona documentazione sul tema «reclame» anche al «Cassetto della nonna» di corso Regina Margherita 148 (si parte dalle 50 mila), dove non mancano le raffinatezze, come il ventaglio che illustra la Galleria Lafayette o quello che reclamizza cognac, decorato da Pierrot e cieli stellati. Non mancano modelli «direttorio» (piccolini, adatti agli smilzi abiti dell'epoca), o romantici, come quello italiano con cascata di rose multicolori e nidi di rondini. Tra le curiosità, «Il sogno di un uomo», pezzo Liberty su stoffa, raffigurante un uomo circondato di bolle di sapone che racchiudono ballerine in costume. Da «Già yesterday» di via Petrarca 11, invece, piume colorate in esemplari vittoriani in tartaruga, incorniciati. «La lanterna magica» di via S. Francesco d'Assisi 36b propone pezzi «poveri» del primo Novecento, dipinti a mano su carta (dalle 20 alle 50 mila), mentre da «Zecchino» in via Porta Palatina 8, si può trovare il modello piemontese in tela di lino dipinta, con scena neoclassica e montatura baroccheggiante. Il disegno è bucolico, con mucche e contadini su sfondo marino. Silvia Francia

Persone citate: Elena Barbero, Luigi Filippo, Pier Carlo Chiavassa, Pierrot

Luoghi citati: Assisi