«Ritardatari siete malati curatevi o rischiate grosso»

E Studio Usa: è la sindrome di narcisisti, egocentrici e demotivati «Ritardatari, siete malati curatevi o rischiate grosso» UN VIZIO DA ELIMINARE E STERNO sera. Lui è in smoking, giacca a un petto, panciotto. In piedi davanti all'ingresso. Il salone coi tavoli sul mare lo ha prenotato tutto, per lei. E lei arriva, splendida nel vestito bianco che lascia scoperte le spalle sotto un velo etereo. E' in ritardo. Gli sorride e domanda: «E' tanto che mi aspetti?». Risposta: «Tutta la vita». Situazione non frequentissima. Infatti è una scena di «C'era una volta in America», film di Sergio Leone, 1984. Lui è Noodles-Robert De Niro, lei Deborah-Elisabeth McGovern, il salone quello dell'Excelsior al Lido di Venezia, l'anno il 1920. Fermandosi a questa sequenza e dimenticando il resto della storia (dopo il pranzo Noodles stupra Deborah sulla limousine), ci si può domandare quanti siano, oggi, gli uomini capaci di tollerare un'attesa con tanto saper vivere. Saranno esagerazioni da cinema. Ma oggi che l'educazione è un optional, a una signora in ritardo può anche accadere di trovare già alla bresaola con rucola il proprio cavaliere: «Conoscendoti ho incominciato, mai una volta che tu sia puntuale». Secondo una ricerca appena uscita dall'Allegheny General Hospital di Pittsburgh, Stati Uniti d'America, il cavaliere in questione non è affatto villano. Anzi, nemmeno deve scusarsi. Perché i ritardatari sono «narcisisti, egocentrici, stressati, demotivati» dice il dottor David Shaw, psichiatra autore dello studio. E aggiunge che la mancanza di puntualità è «quasi sempre sintomo di un disagio profondo, che se trascurato potrebbe esprimersi attraverso altre e più gravi patologie nervose». Il dottore ha tenuto sotto osservazione un vasto campione di «ritardatari cronici», e le sue conclusioni non sembrano ammettere replica: «Si tratta di veri e propri malati che non dovrebbero trascurare il disturbo: dovrebbero curarsi, e subito». Ma ecco l'analisi di David Shaw. Una delle cause che induce all'essere in ritardo è «la mancanza di motivazione, di interesse e di entusiasmo». Coppie, attenzione: tenete d'occhio le abitudini del partner, se sfora spesso gli appuntamenti è di sicuro «sessualmente insoddisfatto del rapporto». Altra causa della «malattia» può essere lo stress, che «provoca disorganizzazione generale della vita quotidiana e distoglie l'attenzione dai dettagli». In questa forma, il «disturbo» è abbastanza comune tra gli uomini politici: il dottor Shaw cita la mancanza di puntualità di cui «soffre» Bill Clinton. Sembra che nemmeno la perfetta macchina burocratica della Casa Bianca abbia guarito il Presidente americano, e lo staff che lavora per lui abbia dovuto adeguarsi alla vaghezza dei suoi orari. Secondo Shaw, Clinton è davvero grave. Ma a incidere «fortemente» sul «ritardo cronico» sono so- prattutto «eccesso di autostima e narcisismo», sindrome che colpisce chiunque sia ammalato di protagonismo. Un gruppo a sé tra i ritardatari è rappresentato da «coloro che dopo aver mancato un appuntamento avvertono forti sensi di colpa e d'angoscia». Queste persone in modo particolare, conclude il dottor Shaw, hanno urgente bisogno di cure. In Italia, i colleghi di David Shaw alzano il sopracciglio. Il presidente della Società italiana di psichiatria, Pier Luigi Scapicchio, commenta che «non c'è bisogno di scomodare narcisismo e stress»: ci sono anche persone ossessivamente puntuali, che arrivano all'appuntamento un quarto d'ora prima e magari si nascondono, o si aggirano come anime in pena per apparire soltanto spaccando il secondo. Anche questo, allora, è narcisismo, oppure è stress, dice Scapicchio: «La fa¬ rei più semplice: siamo in ritardo se non ci va di andare a un incontro, siamo in anticipo se ci preme molto. Quanto agli eccessi, è vero, sono sintomo di qualcosa che non funziona bene a livello psicologico. Ma la chiuderei qui». D'accordo gli psicoanalisti. Il professor Aldo Carotenuto, junghiano, ipotizza che a volte si descrivano situazioni cliniche per invitare la gente ad andare dal medico, per accaparrare pa¬ zienti, insomma. Allora il ritardatario non è malato, professore? «Macché. Chi vuole essere in ritardo lo sia: al massimo sarà giudicato cafone. La mancanza di puntualità è solo una forma di violenza sugli altri, una specie di esercizio di potere». Professore, è proverbiale la mancanza di puntualità dei romani. Che vuol dire? «Che in certe aree geografiche il ritardo è entrato nel costume. Nel Nord industrializzato si dice che il tempo sia denaro, nel Sud agricolo il concetto e l'uso del tempo sono invece molto diversi». Ma un amante poco puntuale ama o non ama? «Secondo me non ama proprio alla follia, a meno che abbia giustificazioni valide per il ritardo. Poi è anche questione di buona creanza: ai miei tempi si usava che l'uomo mai facesse aspettare la donna. Io arrivavo sempre leggermente in anticipo ai miei appuntamenti, perché lei non fosse sola, alle mercé dei complimenti altrui. Si faceva così. E non soltanto tra amanti: anche tra amici. Ma i gentiluomini, e le gentildonne, non usano più». Il professor Carotenuto dice che per questo i ritardatari sono tanto numerosi: «Perché oggi si usa la maleducazione. I ritardatari non sono altro che maleducati ladri di tempo». Eva Ferrerò Il ritardo, una delle malattie più diffuse In tutto II mondo

Luoghi citati: Italia, Lido Di Venezia, Pittsburgh, Stati Uniti D'america