PROCESSO Al LADRI DI TEMPO
Studio Usa: è la sindrome di narcisisti, egocentrici e demotivati PROCESSO Al LADRI DI TEMPO GIORGETTO GIUGIARO E' solo disciplina «Sto male se sono in ritardo, con chiunque, si tratti della persona più umile o del più grande dei presidenti. Quando esco per un appuntamento, lo faccio sempre calcolando tutti gli imprevisti. La puntualità ò segno di disciplina ed è questione di educazione e rispetto degli altri. So che in Italia la regola non sempre è rispettata. Mi è capitato che una donna mi facesse aspettare, e mi sono lasciato andare a qualche ripicca e l'ho fatta aspettare a mia volta. Ma ero molto giovane, erano i miei primi amori. Oggi l'idea del ritardo mi innervosisce, preferisco essere sempre un poco in anticipo, e se ritardano gli altri divento insofferente». DALILA DI LAZZARO Odio aspettare «Sono puntuale. Purtroppo, perché a Roma credo di essere l'unica. Faccio di tutto per arrivare tardi anch'io, ma non ci riesco. Deve essere la mia indole, così mi ritrovo sempre agli appuntamenti con 5 minuti d'anticipo. Sarà anche perché detesto aspettare e non mi comporto con gli altri come non voglio che si comportino con me. Più di una volta ho dato 10 minuti, un quarto d'ora di tempo alle persone, poi me ne sono andata. Sono sempre stata maniacale, anche coi fidanzati. Mi dicevo "fallo aspettare, che gli fa bene". Niente, ho sempre spaccato il secondo. E chi non è puntuale con me non ha alcuna chance». NINO MANFREDI Io rispetto gli altri «Ho un grande rispetto per gli altri, e agli appuntamenti arrivo sempre prima del dovuto. A tutti gli appuntamenti. Quando dovevo essere al trucco alle 7 del mattino, il truccatore era imbarazzatissimo, mi domandava: "Signor Nino, sono in ritardo?". E' una mia abitudine arrivare per primo. Caso mai leggo il giornale, perché di regola mi tocca aspettare sempre un po'. Quando gli altri esagerano, e ritardano più di un quarto d'ora, li aspetto lo stesso, saluto, spiego con educazione che sono cafoni e me ne vado. Nella vita ho aspettato molto, soprattutto l'amore, e quando l'ho trovato in mia moglie non l'ho lasciato più». VAURO Stress da lampione «Sono puntuale ai limiti della paranoia. Vivendo a Roma è uno stress, conosco tutti i lampioni della città, potrei disegnare ogni particolare del terrazzo di Mussolini. Si dice sempre: "Ci vediamo in piazza Navona sotto il balcone del duce". E siccome gli altri mi lasciano sempre lì come uno stronzo io quel balcone lo so a memoria. Chi mi ha fatto aspettare di più nella vita? Il socialismo, sto aspettandolo ancora adesso. E molti uomini mi hanno fatto aspettare, qualcuno per motivi antipatici, per esempio per sottolineare il rango. Roba odiosa. Ma poi tutto dipende da chi aspetti: se l'appuntamento è con Rosy Bindi...».
Persone citate: Mussolini, Rosy Bindi
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