« Ho corrotto i sindacati » di Susanna Marzolla
« La confessione: «Volevo la pace sociale per la Firenze-Roma». Benvenuto e D'Antoni querelano « Ho corrotto i sindacati » 77 costruttore Lodigiani: soldi a Uil e Cisl MILANO. Soldi per garantirsi la «pace sociale»? Questo almeno quanto emerge dal racconto del costruttore Vincenzo Lodigiani, che afferma di aver pagato centinaia di milioni a Cisl e Uil. Gli accordi sarebbero stati presi con il segretario generale della Cisl, Sergio D'Antoni, e con l'ex segretario Uil Giorgio Benvenuto. I quali però non solo smentiscono ma preannunciano querele. La vicenda viene raccontata da Lodigiani in uno dei suoi numerosi interrogatori: l'imprenditore, detenuto nel carcere di Opera per ordine dei magistrati milanesi e palermitani (che lo accusano anche di associazione mafiosa) avrebbe parlato appunto anche dei suoi rapporti con i sindacati. Tra i suoi numerosi cantieri ce n'era uno che gli stava particolarmente a cuore: quello della linea ferroviaria Roma-Firenze, il primo del progetto «alta velocità». I tempi della consegna sono piuttosto ristretti e Lodigiani vorrebbe evitare «grane sindacali»: scioperi improvvisi, opposizioni a proposte di straordinari e doppi turni. Di queste cose però non parla nei due incontri che organizza, prima con Sergio D'Antoni e poi con Giorgio Benvenuto. Non parla neppure di «tranquillità» nei cantieri; affronta la questione piuttosto alla lontana: dice cioè di aver bisogno di «un sin- dacato forte, di un interlocutore credibile» nei suoi rapporti con i lavoratori. «Lodigiani - spiega il suo avvocato, Alberto Moro Visconti - voleva sollecitare i due sindacati nella promozione di opere di pubblica utilità». Dopo un discorso così vago, però, si sarebbe passati subito ai fatti, cioè ai finanziamenti: per quanto riguarda la Cisl Lodigiani avrebbe dapprima versato cento milioni nelle mani di un funzionario, alla presenza di D'Antoni; poi avrebbe «contribuito» con altri duecento milioni alla costituzione di un centro studi sindacali. Per la Uil, invece, Benvenuto gli avrebbe indicato il funzionario con cui trat¬ tare: con lui si sarebbe accordato per versare circa duecento milioni, parte ad una cooperativa della Uil, parte acquistando pubblicità su alcuni riviste del sindacato. Fin qui il racconto di Lodigiani, che dai sindacati interessati hanno ricevuto subito smentite. D'Antoni, impegnato ieri nella trattativa con governo e industriali ha liquidato la notizia con un semplice: «Calunnie». Intanto, il legale della Cisl faceva sapere di «aver ricevuto l'incarico di predisporre querela per calunnia, con la più ampia facoltà di prova, nei confronti di chiunque abbia potuto rendere simili dichiarazioni». Si affida alle vie legali anche Giorgio Benvenuto che lasciò la Uil poco dopo l'asserito pagamento da parte di Lodigiani per passare al ministero delle Finanze, e da lì, per breve tempo, alla guida del psi. Dice infatti di aver dato mandato al suo legale, Nino Marazzita, di querelare per calunnia (anche qui «con ampia facoltà di prova») l'imprenditore Lodigiani «qualora dovessero essere confermate le notizie di elargizioni a me e a D'Antoni sotto forma di abbonamenti a riviste o sotto ogni altra forma». Benvenuto, inoltre, si dice «pronto a chiarire la totale estraneità alla vicenda davanti ai magistrati». I quali sarebbero comunque poco interessati: non esistono infatti ipotesi di reato; la tempesta che si sta abbattendo sui sindacati non è penale, ma morale e politica. Lo dimostra anche il fatto che Ottaviano Del Turco, ex segretario generale aggiunto della Cgil (e adesso segretario del psi) è stato sentito come testimone. Anche lui su un finanziamento, ma di altro tipo: i soldi che il psi ha versato alla componente socialista della Cgil. Del Turco è stato interrogato domenica: al pm Di Pietro, in particolare, interessava sapere chi aveva firmato gli assegni, per un totale di circa 350 milio¬ ni. «Un funzionario della segreteria amministrativa del partito», avrebbe risposto del Turco, a cui rilasciava «regolari ricevute». Non solo, questi finanziamenti sarebbero stati «un'antica consuetudine». Ben poco condivisa in Cgil, visto che il suo direttivo ha condannato l'episodio e ha dato mandato ai «garanti» di avviare un'inchiesta interna. E i finanziamenti di Lodigiani? Del Turco ha risposto di non saperne nulla. E del resto lo stesso costruttore aveva detto che con la Cgil non c'era stato alcun rapporto. Susanna Marzolla A sinistra Mario Lodigiani, il costruttore che accusa Giorgio Benvenuto e Sergio D'Antoni (insieme nella foto grande)
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