Dal voto cinque le Italie di R. Int.
Studio del Censis sui risultati delle elezioni amministrative Studio del Censis sui risultati delle elezioni amministrative Dal voto, cinque le Italie «Conservatori senza leader» a Catania, neo-borghesi ad Ancona<e Milano L'elettorato più fedele appartiene alla Lega, si sfalda quello scudocrociato ? ': .f. ? • * US») - ROMA. «Cinque Italie», distìnte più per cultura che per ideologia. Questo è lo scenario del dopo elezioni nel nostro Paese secondo la ricerca del Censis «La società dietro il voto. Le basi sociali della competizione politica». Le dichiarazioni degli elettori interpellati dal Censis (un campione di 1.000 votanti avvicinati all'uscita dal seggio il 6 giugno) hanno suggerito ai ricercatori cinque tipi socio-politici che vanno da chi vuole una «società protetta» (più assistita e tassata) a chi la preferisce competitiva, cioè aperta ai rischi delle leggi di mercato. Conservatori. I «conservatori senza leader» sono il 21,7% del campione. Presenti soprattutto a Catania, hanno votato per Alleanza Democratica, pds, Rete e de. Vogliono più servizi pubblici e più tasse; imporre regole su droga, alcool e aborto. Sono attenti nella difesa dello Stato sociale. Neo-borghesi. I «neo-borghesi in formazione» (26%), sono presenti soprattutto ad Ancona e Milano (in parte a Catania) si concentrano in Alleanza/Patto, Lega, Rete, de, msi. «Meglio meno servizi e meno tasse» dicono. Occorrono regole sulla droga ed è importante che le cose funzionino. Essenziale il rinnovamento dei partiti ed il risanamento del Paese, anche se costa qualche disoccupato. Neo-radicali. I «neo-radicali» (19,5%), presenti a Milano e Ancona, votano pds, Rete, Verdi e Lega. Per loro: «No a qualunque intervento dello Stato nei comportamenti individuali». Sono attenti alle riforme elettorali e al rinnovamento dei partiti. Continuisti. I «continuisti» (14,8%), residenti soprattutto a Torino e Siena, votano Rifondazione comunista, psi, pds e Verdi. Vorrebbero mantenere il numero dei partiti esistente. Per loro è importante sapere chi gestisce le cose e non solo che esse funzionino bene. Perciò «il miglior governo è quello più rappresentativo delle varie opinioni». Dicono no al risanamento economico se porta alla disoccupazione. Estremisti. Gli «estremisti di centro» (18%), residenti a Torino e Siena, votano Lega, psi, pri, pli, msi e de. Dicono «meno servizi pubblici e meno tasse». Vedono e sentono una minore partecipazione politica dopo gli scandali. Per loro ideale sarebbero due soli partiti. Occorre limitare l'aborto e il risanamento economico va ottenuto anche a spese dell'occupazione. Non è importante il rinnovamento dei partiti perché devono contare il meno possibile. Il confronto elettorale, rileva il Censis, si è fatto socio-economico e territoriale. TIn confronto che, rivelando una marcata connotazione territoriale, «smonta le grandi associazioni, piuttosto che comporlo). L'esame inedito dei flussi elettorali (elezioni politiche '92 e voto amministrativo '93) evidenzia, per il Censis, che la Lega ha, con l'86,2% delle conferme, l'elettorato più fedele. La de ha solo il 52,7% degli elettori fedeli. Il pds ne ha il 49,5%. Il dato è però falsato dalla sua partecipazione a Catania alla lista del Patto. [r. int.]
Persone citate: Verdi
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