«Batteri i nostri progenitori»

Il microbiologo ai MartedìSera: «Difficile provare l'esistenza di Dio, ma è problematico escluderlo» Il microbiologo ai MartedìSera: «Difficile provare l'esistenza di Dio, ma è problematico escluderlo» «Batteri i nostri progenitori» //professor Cavallo sull'origine della vita Cos'è la vita? «L'ombra di un sogno fuggente...» scrive il poeta. Un mistero per chi, pur approfondendo, si smarrisce nel più sconvolgente degli interrogativi. Peggio se la domanda è «come nasce la vita?». Qui la scienza ci prova. Ma va a tentoni, giocando a mosca cieca con le provette. Tuttavia qualcosa è successo tre o quattro miliardi di anni fa sul nostro pianeta. Tracce labilissime restano a confondere le idee e se diamo ascolto agli scienziati che analizzano e ipotizzano ci ritroviamo tutti e tutto ad avere progenitori lontanissimi che si chiamano batteri: comprese le orchidee, il baobab, la gazzella, la tartaruga, Robert Redford e Sharon Stone. Sintesi più o meno approssimativa di quanto ieri sera ai «Martedì» dell'Unione Industriale ha spiegato, con la consueta vena di umorismo napo¬ letano, Giorgio Cavallo, microbiologo, accademico Linceo, apprezzatissimo più all'estero che in patria. Allora, come nasce la vita? «Pare che qualcosa di straordinario sia avvenuto in assenza di ossigeno, quando la terra era avvolta da gas spaventosamente velenosi e teatro di immani tempeste. Non c'era la cortina di ozono. I raggi ultravioletti arrivavano senza filtri. Grazie a ciò infinitesimali organismi cominciarono a trasformare l'energia solare in energia chimica, ad avviare un processo di fotosintesi e a produrre ossigeno. Da lì è cominciata la catena della vita superiore. Eh sì, i batteri sono proprio le più antiche forme di vita. Da tre decenni le studiano alcune migliaia di paleomicrobiologi soprattutto americani e russi». Soltanto ipotesi affascinanti? «No. Nel 1954 uno studente di fisica si è posto un quesito partendo da una constatazione veritiera. Questa: che nessuna forma di vita può scaturire dal nulla. La domanda che si fece lo studente era però la seguente: tre, quattro miliardi di anni fa com'era la situazione sul pianeta? Certo diversa dall'attuale. Cercò di ricostruire in laboratorio le condizioni primordiali e riuscì ad ottenere, per sintesi, una molecola vitale». «Gli esperimenti sono proseguiti ed oggi sappiamo che la materia inorganica può trasformarsi in materia organica. Ritorniamo a pensare come hanno pensato da Aristotele, per circa duemila anni, i maggiori geni dell'umanità. Sembra un paradosso: la materia inerte genera la vita. Fino al 1600 si credeva che i topi fossero figli del fango, i vermi della carne putrefatta e via di questo passo. Poi Francesco Redi, che era scienziato prima che poeta, dimostrò il ciclo larvale e soltanto nell'Ottocento Pasteur cambiò le regole della genesi vitale aprendo un nuovo capitolo della scienza. Però...» Però l'enigma ci riporta indietro... «Sì, magari a immaginare che sotto la combinazione di gas e di enormi scariche elettriche la materia si sia, come dire, svegliata». Il famoso Bing-Bang, o la mano di qualcuno da scrivere con la «q» maiuscola? «Personalmente non credo in nulla ma sono disposto a credere in tutto. Se vogliamo dare il nome di Dio a quel "qualcuno" uno scienziato deve fare i conti con quella impenetrabile parola. E' difficile provare l'esistenza di Dio ma è altrettanto problematico escluderne l'esistenza. Fate voi» Pier Paolo Benedetto Il microbiologo prof. Giorgio Cavallo: «I batteri sono le più antiche forme di vita»

Persone citate: Cavallo, Francesco Redi, Giorgio Cavallo, Pasteur, Pier Paolo Benedetto, Robert Redford, Sharon Stone