Bagnoli il provinciale dice Parma di Bruno Bernardi

Il tecnico nerazzurro vede gli emiliani in corsa per il titolo con Milan, Inter e Juve L'INTERVISTA Il tecnico nerazzurro vede gli emiliani in corsa per il titolo con Milan, Inter e Juve Bagnoli il provinciale dice Parma «Spero che Bergkamp sfondi in Italia» ISCHIA DAL NOSTRO INVIATO Sole, mare e fanghi per Bagnoli nell'isola verde, dove ha trascorso una settimana di vacanza e di lavoro. Vuole ripresentarsi in forma per quello che considera l'esame di laurea, suo e dell'Inter. Lo scudetto di Verona, l'Europa conquistata con il Genoa e il 2° posto con l'Inter basterebbero per dargli la patente di tecnico di valore, ma lui vuole togliersi l'etichetta di «provinciale». Un anno fa, quando si sentiva quasi un pensionato, accettò le offerte di Pellegrini. Perché così tardi e dopo aver rifiutato le panchine del Napoli di Maradona e della Roma di Falcao? «Per la curiosità di cimentarmi alla guida di un grosso club metropolitano. Ho vinto uno scudetto a Verona, ma qualcuno non mi riteneva pronto al gran salto». Ed ora ha le ossa rotte? «No, nessun problema tecnico. A Milano non ho trovato niente di calcisticamente diverso, salvo i tifosi che vengono a S. Siro da tutta Italia e un numero di giornalisti superiore a quello che affrontavo a Verona e a Genova. Ammetto però che sono arrivato in un momento favorevole: l'Inter era reduce da una brutta stagione e pensavo non fosse difficile fare meglio». Meglio del secondo posto c'è solo il primo: sente sulle spalle questa responsabilità dopo gli investimenti della società? «La campagna di rafforzamento è in corso, ma Bergkamp e Jonk ci fanno partire tra i favoriti con Milan, Juve e Parma. E' una verifica vera per me e per l'Inter, dopo una stagione di ambientamento». Pellegrini lancia il guanto di sfida al Milan: i due olandesi sfonderanno? «Bergkamp ò uno dei talenti mondiali. Nell'Ajax ha vinto una Coppa Uefa, l'esperienza internazionale non gli manca anche se è giovane. In un certo senso è da scoprire». Da scoprire? «Sì. Van Basten ha confermato le qualità di fuoriclasse e l'adattabilità al nostro calcio. Adesso tocca a Bergkamp. La personalità non gli manca. Il suo ruolo è quello di seconda punta. E' un buon tiratore, nell'Ajax si è sacrificato per i compagni in futuro dovrà farlo nell'Inter». Jonk non è un doppione di Manicone e di Dell'Anno? «Toccherà a me scegliere. Jonk è polivalente. Nell'Ajax ha giocato in mezzo al campo e da libero. L'ho visto qualche volta dal vivo, si esprime come regista. Alla Bortolazzi, con lanci lunghi e con tiri da lontano. Manicone gioca sul corto e lo proverò anche da libero, Dell'Anno è rifinitore e regista con tanta fantasia». Jonk e Dell'Anno coesisteranno? «Si, Jonk in mezzo, Dell'Anno a sinistra e Berti a destra. E' gente eclettica». E Sosa che salterebbe la prima fase stagionale per impegni uruguaiani? «Sosa è importante. Speriamo di trovare la soluzione. C'è anche Dell'Anno. Abbiamo tanti impegni, in Italia e in Europa». Sobillaci chiede una prova d'appello. L'avrà? «La sua conferma è legata a tante cose. Aspettiamo». Due tulipani per far bella l'Inter, mentre quelli del Milan appassiscono. Si sente più vicino al Diavolo? «Il Milan ha perso due pezzi fortissimi, ma continua a fare incetta del meglio. Ha soffiato Panucci alla Juve e insegue Fonseca. Il ciclo del Milan non è finito: è la squadra da battere. Ma chi fa più paura è il Parma: ha preso Crippa e se indovina un altro centrocampista (Zola?) può essere competitivo al massimo. Deve solo crederci, e ho la sensazione che ci creda sul serio. In questo Parma c'è un po' del mio Verona tricolore». Bruno Bernardi Osvaldo Bagnoli ha 58 anni