George Sand alla Palude del Diavolo di Enrico Benedetto

George Sand alla Palude del Diavolo In Francia torna a vivere lo stagno reso celebre dalla scrittrice George Sand alla Palude del Diavolo Qui la raggiungevano Chopin e Flaubert PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Da quasi un secolo, «La Palude del Diavolo» era solo un luogo letterario. Ora non più. Per meglio onorare il più celebre fra i romanzi campestri attribuiti a George Sand, Mers-sur-Indres, 500 abitanti, ha deciso che bisognasse far rivivere lo stagno. Con il passare degli anni, l'aveva invaso una fitta vegetazione, inghiottendone le acque verdastre. Si sono dunque messi all'opera i bulldozer per scavare, sui contorni antichi, la nuova «Mare au Diable». E già arrivano i primi pellegrini, con un dotto percorso sandiano a guidarli. La scrittrice pubblica l'opera nel 1846. Siamo lontani dagli scandali e dalle esaltazioni sentimentali che Armandine Lucie Aurore Dupin baronessa Dudevant alias George Sand coltivò in giovinezza. Per trovare un giusto equilibrio creativo, si rintana nel Berry, lontanissima dai fasti parigini. Ciò non impedirà comunque a Balzac, Chopin, Delacroix, Théophile Gauthier, Alexandre Dumas figlio, Flaubert, di renderle spesso visita. Il paesino - dove muore 30 anni più tardi - si chiama Nohant. Intorno, boschi e stagni selvaggi. Madame Sand scopre la «Mare au Diable» da cavallerizza, nelle lunghe passeggiate in groppa a Colette, la sua giumenta. Nasce così l'idea di ambientarvi una storia, che celebra l'idillio amoroso fra Germain e Marie, due popolani che viaggiando si ritrovano a pernottare sulla riva. L'incanto notturno favorisce la conversazione. Poi arrivano le confidenze, infine l'amore. La trama copre a malapena 48 ore e l'incantesimo amoroso della palude ne costituisce il fulcro. Per rendere la simulazione più realista, il municipio ha messo in scena i resti del fuoco che i due accesero, e ciottoli da lanciare in acqua contro il malocchio. Ritrovare la palude scomparsa non è stato semplice. Nessuno se la ricordava più. Ma una mappa catastale del 1848 ha permesso il miracolo. E il proprietario ha finito per cedere al municipio quei pochi metri. Ma senza rinunciare ai diritti venatori. Così, per 4 giorni l'anno almeno la «Mare au Diable» e dintorni ospiteranno solo cacce al fagiano. Enrico Benedetto George Sand dopo i fasti parigini cercò rifugio nel cuore della provincia francese

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