Il filosofo copia? Perdoniamolo di Pierluigi Battista

il caso. Da Bo a Severino, alzata di scudi per il docente napoletano accusato di plagio il caso. Da Bo a Severino, alzata di scudi per il docente napoletano accusato di plagio Il filosofo copia? Perdoniamolo Anche la figlia di Croce a difesa di Villani la ROMA IN diluvio di lettere aperI te, di appelli, di attestati I I di solidarietà, di docusl I menti che trasudano indignazione, di «conferme della mia grandissima stima». Il professor Antonio Villani un plagiatore, un copione che ha costruito la sua carriera accademica riproducendo persino nelle virgole e nei punti esclamativi testi scritti da altri ma gabellati per farina del suo sacco? Sarà. Ma che intanto si cantino le lodi ali'«infaticabile opera del prof. Villani», alla «sua gloriosa battaglia per la cultura) ai «livelli di qualità e ricchezza senza pari» della sua «promozione culturale», alle sue «eccezionali capacità di direzione e di gestione». Lodi sostenute da firme di peso, da Carlo Bo a Emanuele Severino e Silvia Croce, figlia del grande filosofo. E' cominciata insomma controffensiva degli amici di Villani. Venerdì scorso lui s'è dimesso dalla carica di rettore dell'Istituto Suor Orsola Benincasa di Napoli. Qualche mese fa aveva retto al colpo di un'accusa umiliante: quella di aver copiato nel 1968 un saggio del filosofo Odo Marquand sulla Critica al dover essere di Hegel e di averlo spacciato come suo alla «Rivista internazionale di filosofia del diritto» diretta da Sergio Cotta. Replica imbarazzata di Villani, ma la cosa non ha avuto alcuna conseguenza sul suo ruolo nel Suor Orsola Benincasa e sulla cattedra di Filosofia del diritto da lui occupata a Napoli. Poi, il 6 giugno scorso, il patatrac: il Corriere della Sera scopre che una commissione di tredici accademici presieduti da Cotta sta indagando sulla possibilità che molti lavori scientifici a firma Antonio Villani siano soltanto frutto di un plagio, dal saggio su Legge e potere del giudice in una recente esperienza costituzionale che in realtà è stato scritto da Otto Bachof, a Stato sociale di diritto, copia conforme di un saggio tedesco del professor E. R. Huber e così via. Sgomento, imbarazzo sommo di Villani. I nemici del sessantanovenne professore sparano a zero sul Suor Orsola, alludono a protezioni pomiciniane e Sergio Cotta, che ha promesso di tornare sullo spinoso argomento con un saggio che pubblicherà sul prossimo numero della «Rivista» da lui diretta, non esita a parlare di «stile camorristico» della gestione villaniana con l'aggravante «di aver fatto vincere cattedre a certi suoi allievi che come studiosi sono inesistenti». Villani non reagisce più, si dimette da ogni incarico, la sua fama di studioso sembra spezzata. Almeno fino a ieri, quando dal quartier generale del Suor Orsola inattesa e massiccia parte la crociata a favore del professore accusato di plagio. I docenti del Suor Orsola, da Ferdinando Bologna a Marino Freschi, da Danilo Mazzoleni a Giuseppe Giulio Giordano, si dicono indignati per gli «attacchi che investono l'Istituto nel suo complesso». E invece, sostengono i docenti, bisogna sottolineare che il Suor Orsola «è divenuto un polo autorevole nel circuito dell'alta cultura europea» e tutto per «merito indiscusso della gestione del prof. Villani», grazie alla sua «dedizione di lavoro a tratti incredibile». Arriva la lettera aperta di Carlo Bo, che da Urbino denuncia «l'indegna gazzarra creata attorno alla figura eminente» di Villani, auspica che «la luce della verità torni a risplendere nel cielo del Suor Orsola Benincasa» e che, «quando le passioni si saranno spente», il «prof. Antonio Villani possa riprendere il suo posto». Gli dà man forte Dino Fiorot, presidente dell'Associazione italiana di filosofia giuridica e politica, che in polemica con il collega Cotta mette in luce «i livelli internazionali» raggiunti dal Suor Orsola. E soprattutto Silvia Croce che non risparmia aggettivi per difendere la figura di Villa¬ ni cominciando col ricordare che l'uomo accusato di plagio divenne un tempo «borsista» all'Istituto italiano di studi storici per scelta di una commissione di studiosi su cui troneggiava la figura del padre Benedetto Croce. Eccessiva vicinanza di Villani col potere de partenopeo? Dal restauro degli edifici del Suor Orsola, replica Silvia Croce, «la città tutta' ha tratto beneficio». Una lode all'«appassionata direzione» di Villani, un elogio all'«impulso scientifico» dato dalla sua opera. Nessun accenno al cuore dell'imbarazzante vicenda che ha coinvolto il professore accusato di aver copiato la quasi totalità dei titoli che ne hanno accompagnato l'ascesa accademica. Nessun accenno nemmeno nella lettera aperta che il filosofo Emanuele Severino dedica all'«infaticabile e lungimirante impegno di Antonio Villani» che ha consentito di promuovere l'attività del Suor Orsola, «proiettandola costantemente nella dimensione delle forme più alte della ricerca». Ma non prova nessun imbarazzo, Emanuele Severino, a schierarsi dalla parte di un collega accusato di plagio reiterato e recidivo? Risposta garantista: «Se le accuse fossero vere, ci troveremmo di fronte a un fatto grave. Ma anche se fossero confermate», il professor Severino sottolinea con enfasi quel "se", «non toglierebbero nulla al carattere indubbiamente positivo della direzione di Villani al Suor Orsola». Severino ha in mente l'ambivalenza che si annida in ciascun essere umano, la «possibilità di essere carenti in un aspetto della vita e straordinari in un altro». Che tradotto vuol dire che un plagiatore di professione può contemporaneamente dimostrarsi un ottimo organizzatore. I casi della vita. Pierluigi Battista ni comincl'uomo acne un temto italianscelta distudiosi sgura del pEccesscol poterestauro desola, repcittà tuttUna lodezione» dil'«impulssua operaccenno aperta cSeverinoe lungimnio VillapromuovOrsola, «mente nforme piMa norazzo, Eschierars

Luoghi citati: Napoli, Urbino