Antonioni attore per Robbe-Grillet di C. A.
Antonioni attore per Robbe-Grillet Lo scrittore francese a Milano per i festeggiamenti dedicati al regista Antonioni attore per Robbe-Grillet «Meraviglioso, ha il busto di un imperatore romano» AMILANO NTONIONI è meraviglioso. Ha il busto di un imperatore romano».. Lo I scrittore e regista francese Alain Robbe-Grillet si inchina davanti al nostro regista, festeggiato in questi giorni a Milano (ieri sera è stato ospite del palco reale della Scala: Muti gli ha dedicato il Falstaff). Robbe-Grillet ha 71 anni é continua a voler stupire: dagli Anni 50 pubblica libri quasi glaciali, dove sembra che non succeda mai nulla (Il voyeur, La gelosia, Nel labirinto). Ha dato il via alla cosiddetta «scuola dello sguardo»: raccontare è descrivere e basta, è ricognizione ascetica e neutrale; l'autore non può imprigionare la realtà come gli fa comodo, non può inventare storie gratuite. Il suo saggio Una via per il romanzo futuro è stato il manifesto del nouveau roman. Dopo la sceneggiatura di L'anno scorso a Marienbad (1961) ha diretto alcuni film, come Slittamenti progressivi del piacere. Perché tanti complimenti ad Antonioni? «Perché sarà il protagonista del mio prossimo film», risponde Robbe-Grillet nella sede degli Amici della Scala. Antonioni, 81 anni, gli siede accanto. L'ictus gli ha paralizzato il braccio destro, cammina a fatica, ha lo sguardo febbrile, tiene le iabbra serrate. Non parla più. Robbe-Grillet insiste: «Antonioni è il busto di un imperatore. C'è del marmo nel suo volto. E un busto non parla». Antonioni sorride. «Nel mio film - prosegue lo scrittore-regista - un ufficiale di cavalleria ferito in una battaglia ha perso la parola. Nel suo castello detiene un segreto: non si sa contro chi era la battaglia. Forse contro se stesso». La ferita è il silenzio? «Il silenzio è una verità particolare. Nei film di Antonioni il silenzio è forse incomunicabilità? No. E' la comunicazione di qualcosa che non si può esprimere. Diceva Barthes che ogni verità detta è una verità fascista». «Non ho illusioni - continua Robbe-Grillet -. Il pubblico adora i film che parlano, i film americani. Ha bisogno di certezze. Sono d'accordo con il regista tedesco Edgar Reitz (Heimat): il cinema oggi va forse verso il silenzio, verso la rinascita del film muto. Sarebbe un'ottima risposta alla tv, vuoto ciarlare». «Non distinguo tra un film e un romanzo - conclude -. Per me rispondono a esigenze e tecniche simili. Non faccio bluff. Non mi interessa essere amato dal grande pubblico, avere il successo commerciale. Con i diritti d'autore mi sono comprato un castello in Normandia. Mi basta». Lo stesso castello dove reciterà Antonioni muto? Il destino dei due registi è in qualche modo così identico? «Il silenzio è...». Anche Robbe-Grillet smette qui di parlare, [c. a.]
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