Le Carré burocrazia di sangue di Fabio Galvano

Esce a Londra «The Night Manager» la prima spy story del romanziere dopo la fine del comunismo Esce a Londra «The Night Manager» la prima spy story del romanziere dopo la fine del comunismo Le Carré, burocrazia di sangue Ora il Male non ha più frontiere LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Per essere «l'uomo che venne dalla guerra fredda», John Le Carré non dà segni di cedimento nel mondo del post-comunismo. Il suo ultimo romanzo, il primo dopo il crollo del Muro - titolo The Night Manager (Manager di notte), uscirà la prossima settimana in Inghilterra, fra qualche mese in Italia - è improvvisamente orfano degli scenari codificati fra Est e Ovest nell'eterna guerra delle spie; ma resta saldamente nel solco della letteratura d'avventura e d'intrigo. Non c'è più scontro di agenti rivali? Le Carré sopperisce con nuove tensioni, immaginando proprio i servizi di sicurezza britannici alle prese con la nuova realtà, capaci anche di pregiudicare la sicurezza del protagonista pur di attuare i loro giochi di potere, la loro spartizione delle spoglie. Incapsulata nello scenario di un traffico d'armi internazionale, la morale è che alla scomparsa dell'«Impero del Male» - definizione reaganiana dell'Urss - si è sostituito un altro impero non meno pericoloso, quello della burocrazia. C'è già chi dice che quest'ultima fatica sia uno dei migliori romanzi di Le Carré, sicuramente il più convincente dopo Tutti gli uomini di Smiley, uscito nel 1980. Poco importa; è comunque un Le Carré. Come tale balza immediatamente agli onori della critica letteraria e agli allori delle vendite e delle classifiche (prima tiratura 200 mila copie). L'autore è ormai per l'Inghilterra un'istituzione nazionale. Certo, al suo fascino contribuisce anche l'alone di mistero che da sempre lo circonda. Quasi nessuno ne conosce il vero nome, David Cornwell. Ex agente segreto, prima nel controspionaggio e poi nello spionaggio, spiritualmente non è mai uscito del tutto da quel mondo fatto di sussurri, di machiavellici schemi e di infidi rapporti umani. Sono noti i robusti tentativi dello scrittore per scoraggiare quanti vogliono scavare nella sua esistenza per farne il protagonista di una grande avventura biografica; e ha fatto rumore, qualche mese fa, la sua decisione di querelare per diffamazione uno di quei potenziali biografi, Graham Lord, sebbene questi non avesse ancora scritto neppure una riga. Ma non è tutto. Le Carré non appare mai in tv, raramente concede interviste, solo saltuariamente lascia il suo rifugio in Cornovaglia. Non ama Londra, pur avendoci casa, detesta gli ambienti culturali e letterari londinesi, sostiene di avere pochissimi amici. Ma ogni tanto, dalla sua misantropica reclusione, cade una perla. Di questa è protagonista Jonathan Pine, un ex militare amareggiato dalle sue esperienze come cacciatore di terroristi nell'Irlanda del Nord, che si è rifu¬ giato in Svizzera e ha trovato lavoro - manager di notte, appunto - in un grande hotel di Zurigo. E qui Pine incontra Richard Onslow Roper, un mercante d'armi che non gli è del tutto sconosciuto. Al Cairo, dove era stato prima di Zurigo, Pine era stato testimone dell'omicidio di una ragazza che gli aveva confidato alcuni segreti su un losco traffico di cui Roper era burattinaio. Questi è un inglese freddo e scostante che con il suo seguito (in cui spicca la bellissima Jeds) scivola da un Paese all'altro, fra valigie di dollari, sempre nei migliori hotel. E' così, un po' per caso, che Pi¬ ne comincia a osservarne il comportamento, anche ad ascoltarne le telefonate. E tanto apprende da convincersi a informare il consolato inglese. Caso vuole che molti, a Londra come a Miami, desiderino mettere fine al traffico di Roper: Pine è immediatamente reclutato e persuaso a «crearsi» un passato criminale per poter meglio entrare in contatto con il mondo di Roper. Un furto nell'hotel di Zurigo è il primo atto dell'«operazione patella», che lo porterà in un misterioso pellegrinaggio in Cornovaglia, nelle cucine di un decrepito hotel del Quebec, come chef da Marna Low's, un elegante ristorante dei Caraibi. L'amore dell'esotico a Le Carré non è mai dispiaciuto. Ma il fine, forse, giustifica il mezzo; e Pine entra in contatto con Roper. L'avventura ha inizio, con una suspense costruita in complicità con il lettore, che conosce la vera identità del protagonista e si domanda sempre se sarà smascherato. L'«operazione patella» si rivela rischiosa per Jonathan Pine. Sono troppe le rivalità e le incomprensioni fra i suoi diretti controllori, i loro rivali nel mondo dei servizi segreti, i vari dipartimenti governativi, tutti alla ricerca di un nuovo ruolo nel mondo degli Anni Novanta: quelli, appunto, del post-comunismo. Rex Goodhew, che presiede il comitato esecutivo, vorrebbe riformare i servizi segreti. «Poterà la piovra segreta - scrive Le Carré -. Ne distribuirà i poteri ad agenzie autonome e più piccole, rendendo ognuna di esse separatamente responsabile. Smantellerà, decentralizzerà, umanizzerà. E comincerà con l'influenza più corruttrice di tutte: il matrimonio profano fra servizi segreti puri, Westminster e il traffico segreto di armi, presieduto da Geoffrey Darker della River House». Darker, ovviamente, non è dello stesso avviso. Una delle scene più vibranti del romanzo è quella in cui, mentre Pine rischia la vita nei Caraibi, si riunisce in una squallida stanza in Victoria Street il gruppo di lavoro incaricato di seguire 1'«operazione patella»; è una lotta egemonica fra schieramenti, in un ambiente che ricorda molto da vicino le ombre di Smiley. L'agenzia a cui fa capo Pine vorrebbe la cattura dei trafficanti; ma il gioco politico, dall'altra parte del Tamigi, frena chi vuole la pelle di Roper. La battaglia nelle stanze dei bottoni, che è il nucleo del nuovo romanzo di Le Carré, genera la stessa tensione delle pericolose avventure di Pine. E' una situazione in cui Le Carré opera a suo perfetto agio. E' vaccinato al mondo dei sotterfugi, per avere avuto come maestro quel grande avventuriero che fu suo padre Ronnie. E' avvezzo agli ambienti del potere che si identifica con l'establishment inglese (studiò a Oxford e fu professore a Eton). E' anche esperto dei legami fra servizi segreti, diplomazia e governo: oltre che 007, infatti, David Cornwell fu segretario all'ambasciata di Bonn e console ad Amburgo fino a quando il successo di La spia che venne dal freddo e la dichiarata noia di quel lavoro lo indussero nel 1963 ad abbracciare le lettere. Non c'è meccanismo che gli possa sfuggire. Nel romanzo affiora anche il sospetto di una collusione fra servizi segreti e criminali. Ci sono per caso complicità al vertice? E' adrenalina letteraria: nel trionfo della burocrazia, la nuova forza del male. Fabio Galvano Un alone di mistero Rischi mortali