Lo straccivendolo d'oro che ha sedotto la City di Fabio Galvano

Lo straccivendolo d'oro Lo straccivendolo d'oro che ha sedotto la City '™s"oyce LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE E' il miliardario venuto dal nulla, ma scomparso con un boato. L'accusa ad Asil Nadir di avere finanziato il partito conservatore usando fondi segreti può ricordare taluni episodi della nostra Tangentopoli. Ma non è che un episodio nella storia delle frodi e dei miliardi allegri di questo finanziere d'assalto nato nella miseria cipriota e tornato da eroe in quell'isola, ricchissimo e protetto, quando il mese scorso ò fuggito dall'Inghilterra per evitare il processo. Lo avevano arrestato nel 1990: la sua società, Polly Peck, aveva un «buco» di 1,3 miliardi di sterline, quasi tremila miliardi di lire; e a lui si rimproverava di avere dato mano alla, cassa (70 miliardi). E' fuggito di notte, con un aereo charter, «bruciando» una cauzione di 8 miliardi cui avevano anche contribuito l'ex moglie Ayesha (poco più di un miliardo) e un uomo d'affari turco, Ramadan Guney, cui è preso un infarto alla prospettiva di perdere più di due miliardi. Da allora fa le boccacce alle autorità inglesi, dal lusso della sua faraonica villa a Lapta, nell'enclave turco-ci¬ priota che non ha alcun trattato d'estradizione con l'Inghilterra. Laggiù detta legge, stimato e rispettato; e ogni tanto lancia le sue frecciate. E' diventato personaggio scomodissimo, gli interventi a suo favore del ministro Michael Heseltine e del sottosegretario Michael Mates hanno creato ondate d'imbarazzo. Dall'esilio minaccia rivelazioni «peggio del Watergate»; ma emana anche una manigolda simpatia. Quella di Asil Nadir, 52 anni molto ben portati, è in effetti una di quelle storie che agli inglesi piacciono molto: from rags to riches, dagli stracci alle ricchezze. Letteralmente. La sua grande scalata nel mondo della City, che lo aveva portato al 36° posto fra gli uomini più ricchi d'Inghilterra, aveva avuto inizio fra gli stracci, fra i vestiti da quattro soldi sfornati dal laboratorio del padre e che lui, figlio obbediente, stirava. Il padre Irfan aveva cominciato come gelataio a Cipro, poi aveva comperato una piccola drogheria, infine un supermercato e un bar. Era stata la guerra civile a spingerlo a Londra, dove aveva dovuto cominciare tutto daccapo: con un piccolo laboratorio d'abbiglia¬ mento, appunto. Asil lo raggiunse nella capitale inglese nel 1963, quando aveva 22 anni. Nato a Famagosta, aveva finito le scuole a Istanbul. Aveva tentato anche, ma senza successo, gli studi universitari (economia). Era invece riuscito a formare un gruppo pop, gli Azils; e soprattutto aveva trovato moglie. Oltre a un pezzo di cauzione per farlo liberare nel 1990 dal carcere londinese di Wormwood Scrubs, Ayesha gli ha dato due figli. Ma nulla è mai stato lineare per Asil Nadir. Ayesha, infatti, l'ha sposata due volte: quando aveva appena 16 anni e di nuovo dopo il divorzio, dieci anni dopo. E anche dopo il secondo divorzio, cinque anni fa, ha mantenuto buoni rapporti nonostante i due figli avuti dalla segretaria Leley Ellwood, o le attenzioni della giovanissima Abide Gonultas, fuggita con lui. Dopo avere aiutato il padre, Asil aprì anche lui un laborato¬ rio, e gli affari andarono subito bene. Forniva catene di negozi, esportava: un vero successo. La Wearwell, quando fu quotata in Borsa, gli rese un milione di sterline. Erano ancora gli Anni Sessanta, i sogni del ragazzo di Famagosta diventarono realtà, l'appartamentino nelle case popolari dell'East End londinese divenne una lussuosa villa nell'eleganza di Hampstead, con Rolls-Royce e Lamborghini. Asil ormai volava. Investì: altre aziende, ma soprattutto mattoni. Il crollo del mercato immobiliare, a metà degli Anni Settanta, quasi lo rovinò. Ma lui riprese, caparbiamente. Il grande momento venne nel 1979. Una società di Nadir, la Restro Investment, assorbì per pochi soldi una piccola azienda d'abbigliamento, la Polly Peck, allora in condizioni fallimentari. Pagò le azioni 9 pence l'una; nel giro di un anno valevano 350 pence. In quattro anni la Polly Peck s'ingigantì, diversificandosi con rapidità impressionante: frutta conservata (Del Monte), elettronica (Sansui), acque minerali. Il valore delle azioni si moltiplicò. Fra il 1979 e il 1989 chi aveva investito mille sterline nelle imprese di Nadir, poco più di due milioni di lire, si era ritrovato con un gruzzolo di un milione (oltre due miliardi di lire). Mai vista, nella City, un'ascesa così meteorica: Nadir era ospite frequente a Downing Street, Maggie Thatcher e altri ministri lo avevano in grande stima. Chissà: forse la grande avventura sarebbe continuata per sempre se Nadir non avesse commesso un errore d'ingordigia, quello di voler trasformare la Polly Peck in una società privata, tutta sua. Si trattava di fare bene i conti, e i conti non tornarono. Il sorridente Asil Nadir, bottiglia di Krug sempre a portata di mano, avrebbe visto il suo impero sgretolarsi. Ha perso una fortuna (si dice oltre 800 miliardi di lire), è stato dichiarato fallito, è finito in galera. Poi la libertà dietro cauzione, l'attesa del processo, la fuga. Da Cipro fa sapere che non verrà al processo perché le corti inglesi «non garantiscono giustizia». Colpisce a staffilate i suoi vecchi compagni di strada; e molti devono tremare, anche vicino al governo. Lui se la ride. Ricco e famoso, è rientrato in famiglia. Londra è stata solo una tappa. Fabio Galvano

Luoghi citati: Cipro, Inghilterra, Istanbul, Londra