Agrigento la sera delle beffe di Francesco La Licata

La rabbia del candidato ecologista battuto: Ayala ha sostenuto il mio rivale? E' uno stupido La rabbia del candidato ecologista battuto: Ayala ha sostenuto il mio rivale? E' uno stupido Agrigento, la sera delle beffe La tv incorona Amone, ma vince Sodano AGRIGENTO. La Grande Delusione, qui, a via Garibaldi, nel quartier generale del mancato primo sindaco ambientalista d'Italia, ha il volto insonne di Beppe Anione e si misura con la rabbia dei tanti volontari che per quasi due mesi hanno coltivato «il» sogno. La luce del sole ha portato i dati «veri», quelli lasciati sulla scheda, non affidati alla penna di un ignoto intervistatore della Doxa. No, Beppe Arnone non sarà sindaco. Una manciata di voti in più (circa trecento) affida, contro la previsione dell'«exit poli», questo ruolo a Calogero Sodano, repubblicano e transfuga de, sostenuto da una cordata molto variegata e trasversale che annovera anche un nome illustre, quello di Giuseppe Ayala, ex magistrato del pool antimafia di Palermo ora deputato repubblicano e animatore di «Alleanza Democratica». Già, la «Santa Alleanza», come dicono gli amici di Arnone ostentando ironia al vetriolo. E si capisce che la «Santa Alleanza» è quella che «ad Agrigento si è stretta attorno al peggio della vecchia de, dei più bassi interessi di bottega, dei sempre vivi comitati d'affari, del più collaudato consociativismo migliorista». E la lista potrebbe andare avanti all'infinito. Beppe Arnone ha ancora gli occhi rossi per il sonno perduto. Ha trascorso la notte «zompando» da una emittente televisiva all'altra. Una maratona che, per ore ed ore, ha alimentato l'equivoco che il sindaco fosse lui. E Arnone ha parlato agli elettori, li ha ringraziati, ha illustrato programmi. Nello stesso momento Sodano se ne stava rintanato nel «fortino» di Villa Athena, all'ombra del Tempio della Concordia, a rimuginare sulla «sconfitta annunciata». Interpellato, a sera tarda quando la Doxa lo dava per spacciato, raccoglieva le forze per dire: «Mi rimetto alla volontà degli elettori». E bene ha fatto a non lasciarsi andare, perché solo qualche ora dopo i calcoli ufficiali lo avrebbero seduto sulla sedia di Palazzo dei Giganti, senza il disagio di dover rinnegare frasi dettate dall'emotività del momento. Ora il deluso è Arnone e non gli possono essere di consolazione le razionalissime spiegazioni della Doxa che giustificano la clamorosa «toppata» con una «mancanza di sincerità» degli elettori avvicinati dagli intervistatori all'uscita dei seggi. La Santa Alleanza? «Certo che esiste - scherza ma non troppo, Arnone - e lo abbiamo visto. Era guidata da Ayala». Le parole sono una scarica. «No, Ayala non mi sembra un corrotto, uno che abbia qualcosa in comune con quei signori con cui si è trovato accanto durante la campagna a sostegno di Sodano. Mi è sembrato più che altro un inge¬ nuo, uno stupido. Non capisce ancora la portata dell'errore che ha commesso». Già, dove sta l'errore? Forse nel non aver creduto nell'atto di fede che il «nuovo» stava solo con Arnone? «Ad Ayala - ironizza pesante il candidato del pds, della Rete, di Rifondazione e degli Ambientalisti - regalerò il mio libro sugli atti del processo di Villaseta alla mafia di Agrigento, quello che mi fu presentato da Paolo Borsellino. Glielo regalerò perché lui possa meglio conoscere la realtà mafiosa di Agrigento ed evitare probabili prossimi errori. E' molto triste vedere uno dei giudici del pool antimafia chiudere la campagna elettorale di Sodano tra gli applausi degli ex assessori arrestati per aver affidato, e regolarmente pagato, lavori inesistenti a ditte in odor di mafia». Non c'è possibilità di replica: «E' brutto poi - continua assistere ai festeggiamenti che accomunano uomini come Ayala, rappresentante della "Nuova Italia", ad altri politici discutibili: Di Mauro, Sciangula, Reina, Palillo, Granata, Lauricella, Lo Giudice, La Russa, Alaimo ed altri. I dieci parlamentari che hanno sostenuto Sodano, spesso titolari di avvisi di garanzia. Per non parlare del pds, di una parte del pds, quello di Michelangelo Russo, che ha dato indicazione di votare per Sodano». Giuseppe Ayala dice di non aver nessuna intenzione di polemizzare con lo sconfitto, «giovane tanto entusiasta quanto deluso». «Lui vorrebbe, ma io non ho alcuna intenzione. Mi preme dire che la mia è stata una scelta di libertà, nei confronti di ogni conformismo politico. Ho scelto di sostenere un candidato che mi è parso oggetto di aggressione violenta - verbale naturalmente - ed ingiustificata. Sodano è un repubblicano, ha aderito tra i primi al patto referendario, ha lasciato la de in tempi non sospetti». Ma per passare a Gunnella, fanno osservare in tanti. «Questo non mi risulta - replica Ayala - e comunque ho preso le mie informazioni su Sodano: nessuno ha avuto da ridire. Detto questo non ho altro da aggiungere, se non che auguro ad Arnone una fulgida carriera politica e gli auguro soprattutto di maturare rapidamente». La battaglia ora si trasferirà a Palazzo dei Giganti, ma prima le piazze, quelle che sono state il palcoscenico della battaglia elettorale, hanno dovuto registrare l'ennesimo duello: Arnone a piazzale Aster, a San Leone, in un «abbraccio coi giovani». Sodano ringrazia la città a Porta di Ponte, all'aperto. Per dire che «ad Agrigento non ci sono buoni e cattivi, a seconda di come votano». Francesco La Licata Duro attacco all'ex giudice La replica: «Non voglio polemiche. Ho appoggiato un repubblicano aggredito» A sinistra Beppe Arnone il candidato «beffato» dai sondaggi della Doxa Nella foto grande Calogero Sodano nuovo sindaco di Agrigento