«Decolla una cultura nuova»

« « Decolla una cultura nuova» Castellani: Torino banco di prova per il Nord I PROGRAMMI DEL VINCITORE PTORINO ROFESSOR Castellani, anzi, sindaco Castellani, cosa si prova ad essere un «caso» politico nazionale? «L'avevo detto durante la campagna elettorale: Torino può essere la metafora del cambiamento. Sì, la mia vittoria è una grossa anomalia nel Nord Italia. Dovrei dire novità, ma su vecchio e nuovo è polemica aperta, preferisco anomalia. Solo fino a un certo punto, però...». Si spieghi. «Vede, se noi ragioniamo con la logica degli schieramenti, dell'appartenenza a questo o quel partito, allora la mia coalizione è la marmellata di Novelli o il consociativismo evocato da altri. Se invece anteponiamo la logica del progetto ecco che la prospettiva muta radicalmente. Noi abbiamo un'idea di città, attorno a questa si sono raccolti dei consensi che via via sono diventati più numerosi. Adesso posso rispondere alla sua prima domanda: se questo è l'avvio di una cultura nuova, be', sono orgoglioso di rappresentarla». Dopo il primo turno lei ha fatto appello al centro. E il centro ha risposto in modo quasi plebiscitario. Nasce il polo moderato torinese? «No, il polo moderato era rappresentato dalla prestigiosa candidatura del professor Zanetti. I consensi provenienti da quell'area appartengono alla cultura del ballottaggio: tra Castellani e Novelli i torinesi hanno scelto il male minore». Resta il fatto che il 6 giugno lei ha conquistato 122 mila voti, e domenica ne ha aggiunti 160 mila. Come intende dialogare con questi nuovi elettori? «Patti chiari. Sui grandi temi utilizzerò per quanto possibile lo strumento dei referendum consultivi. E avvierò una sorta di operazione trasparenza, mettendo tutti i cittadini in condizione di conoscere il lavoro dell'amministrazione». Lei dovrà fare i conti con un bilancio in rosso per 121 miliardi, condizione comune a molte grandi città. Come intende rimediare? Più tasse o meno servizi? «Guardi, non è per cercare a tutti i costi una terza via, ma in questo caso esiste un'alternativa a tasse e tagli. Ed è la riduzione degli sprechi. E' fondamentale che il Comune lavori meglio, sfruttando risorse che nella pubblica amministrazione sono spesso considerate un optional. Il tempo, ad esempio. Le cito il caso della metropoli¬ tana: per ottenere il finanziamento statale dobbiamo inviare entro quattro mesi i progetti e indicare un piano finanziario dell'opera. E' un caso in cui guadagnare tempo sarà fondamentale». A proposito di piani finanziari. Continua a piacerle il progetto leghista di emet¬ tere Bot comunali? «L'idea è buona, nella mia squadra ho economisti del calibro di Elsa Fornero, Donna, Siniscalco. Con loro la studieremo. Senza frétta: per immaginare un'operazione di questo tipo è indispensabile riconquistare la fiducia dei cittadini». Come pensa di riuscirci? «Mantenendo le promesse, a iniziare dal piano regolatore». Ha accennato alla squadra. Chi saranno gli assessori? «Lo dirò all'inizio della prossima settimana. Non ho avuto il tempo materiale per chiudere tutti i discorsi». Quando prenderà possesso del suo nuovo ufficio? «Non lo so, mi dicono che il giuramento potrebbe avvenire mercoledì. Dopo tante parole, dopo l'euforia di questi giorni sento un gran bisogno di lavorare». Lei sarà il 17° sindaco torinese del dopoguerra. E' superstizioso? «Nemmeno un po'. Mi sono sposato il 17 luglio. Quella volta è andata bene...». Giampiero Pavido Valentino Castellani nuovo sindaco di Torino ha guidato una coalizione formata da pds Verdi e Alleanza per Torino

Persone citate: Castellani, Elsa Fornero, Giampiero Pavido, Novelli, Siniscalco, Valentino Castellani, Zanetti

Luoghi citati: Nord Italia, Torino