Il miraggio del vecchio giocatore di Pierangelo Sapegno

Il miraggio del vecchio giocatore LA STORIA Il miraggio del vecchio giocatore DCAMPIONE A vecchi, il mondo comincia sempre alle sette del mattino, mentre una luce blanda illumina lo stinto parato dei muri e la poltrona sfondata del salotto. Questa mattina, Emilio Bresciani ha scelto la camicia celeste con il colletto liso che ha comprato sei anni fa. L'ha scelta perché porta fortuna. Al Casinò di Campione c'è un miraggio da 610 milioni alle slot-machines, una vincita che metterebbe a posto anche un disperato. E' strano il mondo, quando si è vecchi. La fortuna ti può cambiare la vita. Ma che cosa cambia, se resta un tempo da vivere lungo come un respiro. Il giorno per Emilio Bresciani nasce mentre gli altri vanno al lavoro, aprono i bar e i negozi, riempiono i tram, camminano di fretta sotto la finestra di casa. E' il giorno della gente, del passato, degli altri. Emilio Bresciani, 67 anni giusto un mese fa, ha incominciato a inseguire la fortuna da vecchio, forse solo perché da vecchio ha avuto finalmente tempo per pensarci. Un giorno alla settimana prende il pullman della speranza che da piazza Castello, Milano, porta a Campione, davanti al Casinò, dal rumore al silenzio, dalla disperazione all'illusione. Dalla solitudine all'emozione. Ed è questo che conta, dice Emilio: non si può essere avari nella vita, bisogna spendersi, meglio un'ora in più a soffrire che un'ora in meno, «meglio dieci soldi in più che dieci in meno, poi qualcuno te li porterà via comunque». Sono quasi tutti vecchi come lui, su quel pullman. C'è la vedova Marta Bellomo, che ha pianto tutta la vita perché Giovanni bruciava i soldi del negozio di via Ripamonti al tavolo verde, e poi quando suo marito è morto ha voluto seguirlo sulla strada del casinò. Misteri della vita. C'è il signor Egidio con il figlio, tutt'e due vestiti allo stesso modo, completo blu, camicia azzurra, cravatta regimental. Eppure, a guardare questo pullman che si muove lentamente da piazza Castello, sembra quasi di assistere a uno di quei viaggi della tristezza, come se questa immagine appartenesse a una prigione che sta ai margini della vita. Attorno, c'è una città senza pietà. E poi, santocielo, oggi farà caldo, a Milano. Peccato, Emilio. Venerdì è il suo giorno. E sarebbe meglio se piovesse. Porta fortuna, la pioggia. Loro, i clienti poveri del casinò, si ritrovano sul pullman e si fanno appena un cenno di saluto. Non si parlano mai, come se ognuno di loro portasse dentro un destino avverso a quello degli altri. Sarà forse che la fortuna non si condivide mai. E' un mistero che vive accanto a noi. Questa mattina, Emilio Bresciani ha scelto quella camicia celeste con il colletto a punta che ha comprato «un giorno in America, nel Caesar Palace di Las Vegas, da Structure. L'avevo presa con i soldi vinti al Casinò, all'Harrah's». Per questo porta bene quella camicia, anche se ha il colletto un po' liso e troppo rigido. Pure la cravatta è di Las Vegas, di seta azzurra con le rose rosse e gialle. «A Las Vegas ti portano nei casinò in gita, come si fa in Italia nei santuari». Succederà così anche da noi, forse. Una puntata al posto delle preghierej aspettando lo stesso miracolo, per cambiarti la vita. Emilio Bresciani, in fondo, non è il solo che ci crede. Alle sette del mattino, si guardava allo spec Pierangelo Sapegno CONTINUA A PAGINA 2 PRIMA COLONNA

Persone citate: Emilio Bresciani, Marta Bellomo, Structure

Luoghi citati: America, Italia, Las Vegas, Milano