Per la Bbc l'Italia è una satira

Per la Bbc l'Italia è una satira Il nostro Paese protagonista per una settimana del popolare show Per la Bbc l'Italia è una satira Amiamo soltanto cucina e calcio? Dio dice di sì LONDRA. La voce altisonante del Padreterno squarcia le nubi: «La vita è breve. Non fate le cose a vanvera. Siate italiani», tuona con le erre bene arrotate e l'inflessione vagamente partenopea. Nel suo inglese vernacolare, il Signore consegna al pubblico le nuove tavole della legge: i dieci comandamenti dello stile italico. «Primo: farai bella figura. Anche a spese del buon senso, della comodità e della salute mentale». Sì, è la Bbc. La televisione di Stato britannica si è appuntata all'occhiello la coccarda tricolore. Ha appena terminato di dedicare all'Italia un'intera settimana del suo programma culturale più prestigioso, il «Late Show». Milioni di telespettatori hanno riso fino allo smascellamento sulla nostra ossessione per la moda, divorato con avidità le cronache di quella che definiscono la «rivoluzione» di Mani Pulite e si sono mangiati il fegato invidiando il calcio nostrano. La prima puntata ha fatto una sincera professione di fede in Di Pietro e nella rivolta morale degli italiani: «Un'esperienza affascinante», ci assicura l'autrice, Sarah Dunant. La seconda ha sbertucciato il vizio più intollerabile al popolo di Albione: la vanità. «In un Paese governato dall'assenza di leggi, il modo per essere diversi è sembrare tutti uguali, nell'uniforme di Moschino», infierisce il quinto comandamento. Il sesto è più pedante: «Non diventare adulto. Dopo Giorgio, Gianni e Gianfranco, i maggiori eroi culturali italiani sono Snoopy, Topolino e Minnie. La prova: i vecchi viaggiano in motoretta. Ci si diverte a scandalizzare il mondo con pubblicità adolescenziali, come gli United Horrors of Benetton». La satira dell'Onnipotente pseudo-anglofono non dà requie: «Ottavo: non mangerai. Per farti passare l'appetito, fumerai prima, durante e dopo i pasti. Zucchini e Marlboro». Il nono trasuda orrore per gli italici impellicciamenti: «La bestia deve morire». Decimo, non pensate di cavarvela con un bel tweed (poiché è ridicolo anche quello): «Porterai sempre la giacca». Undicesimo, non scritto, destinato esclusivamente agli stranieri: «Lasciate perdere. Rassegnatevi. L'impero romano è qui», sillaba la voce, mentre il David di Michelangelo, a mo' di didascalia, si calca sul naso un paio di occhiali da sole. Questo interludio surreale è stato inserito tra reportages di alta qualità. La Dacia (Marami) nazionale, amata in Inghilterra per «La lunga vita di Marianna Ucrìa» («La duchessa silenziosa», in traduzione) è stata celebrata con tutti gli onori. Sotto i riflettori della Bbc anche Giampaolo Cresci, contestato sovrintendente del Teatro dell'Opera di Roma. I produttori del programma hanno raccolto il plauso di Zeffirelli («Ha fatto un ottimo lavoro»), le stroncature di Augias («E' in parte colpa sua se l'istituzione cola a picco») e la difesa dell'interessato. Sulla crisi di crescita democratica sono intervenuti Roberto Calasso, Luisa Passerini ed Enrico Palanchi. Ferventi adoratori della «Hollywood del calcio» nostrana, gli inglesi sono andati a intervistare Giampaolo Ormezzano, che ha spiegato il tormentato rapporto tra giornalisti e calciatori, e Oliviero Beha. Passeggiando indolente sotto le volte della Galleria Umberto I, il presentatore ha chiuso questo incontro con l'Inghilterra sull'uno a zero per l'Italia. Naso per aria e fairplay, si stringe nelle spalle: «I manager dicono che Milano è l'equivalente di Birmingham. A me non pare proprio». Maria Chiara Bonazzi

Luoghi citati: Birmingham, Inghilterra, Italia, Londra, Milano, Naso, Roma