Uffizi, il giorno della rinascita di Vincenzo Tessandori

Uffizi, il giorno della rinascita Scalfaro: «E' un miracolo che fa onore agli italiani» Uffizi, il giorno della rinascita Custodi volontari per riaprire i musei LAROVBNCIU FIRENZE DAL NOSTRO INVIATO Tre autopompe dei vigili del fuoco sostano nel piazzale, la polvere è spessa ma le comitive di giapponesi e di tedeschi sembrano non volersi rassegnare: dietro a quella nebbia c'è il museo. «Gli Uffizi?», domanda fràulein Dorothee Bars, di Bad Eilsen, Nord della Germania. «Sono questi, stanno per riaprire», risponde un brigadiere dei carabinieri. «Gut». Proprio così, il museo riapre ed è qualcosa che somiglia a un mezzo miracolo. Riapre stamani, in forma ufficiale, la galleria più famosa al mondo e il presidente Oscar Luigi Scalfaro, che ha voluto godersi l'anteprima, ha commentato: «Gli italiani si vedono in queste circostanze, sulle cose ordinarie non ci sprechiamo, ma sulle altre...». Eh, già, rimettere in sesto gli Uffizi a tempo di primato non è stato uno scherzo. Tant'è che Scalfaro ha anche detto: «Questo è un miracolo, gli uomini che ci credono sono stati capaci di farlo». Il Presidente è rimasto rapito di fronte al Tondo Doni di Michelangelo e di fronte alle opere nella sala di Giotto, ma un'emozione forse maggiore glie l'ha procurata il segno della finestra che era in cima alla scala del Buon Talenti e che l'esplosione aveva scaraventato contro una parete. La giornata fiorentina di Scalfaro è stata intensa e privata per quanto può essere privata una visita del primo cittadino italiano. Erano le 10,10 quando Scalfaro ha varcato la soglia della Certosa del Galluzzo. E' da anni presidente onorario della Fondazione Ezio Franceschini e ieri era il giorno della riunione annuale con commemorazione di monsignor José Ruysschaert che fu viceprefetto emerito della biblioteca vaticana. Scalfaro era seduto al tavolo e accanto, fra gli altri, aveva Lapo Mazzei, presidente della Cassa di Risparmio, grande sponsor della fondazione, proprio l'altro giorno raggiunto da avviso di garanzia per concorso in truffa e falso in bilancio. Il Presidente ha preso lo spunto dall'occasione per parlare e lo ha fatto sotto metafora, ma neppure tanto: «La giustizia, la folla, il gusto, il sapore, il senso della ghigliottina. In ogni tempo. E molte volte coloro che hanno più forte il senso della ghigliottina o la non appassionante dote di essere sobillatori della folla, hanno da compensare qualche pagina della loro vita». Difficile, per tutti, dopo quelle parole non pensare alla Lega, al Bossi Umberto e alle sue ultime uscite. Poi sosta al ristorante «La Bianchina». Quindi, la corsa agli Uffizi. «E' un gran gesto di patriottismo, questo», ha mormorato Scalfaro e il sindaco Giorgio Morales e Domenico Valentino, soprintendente ai beni architettonici, e Antonio Paolucci, a quelli artistici e storici, assentivano. «Spero che tutto sia in ordine, che le luci accendano e che si faccia in tempo a spazzar via la polvere», sospira Anna Maria Petrio- li Tofani, la direttrice degli Uffizi. Questi 22 giorni di chiusura sono stati un grosso dolore, per lei, ma già altre tre volte la galleria era rimasta sbarrata: nel 1762, per un incendio che inghiottì dodici dipinti, nove ritratti e sei statue una delle quali attribuita al Buonarroti; poi per la guerra, quando ci fu il braccio di ferro con i tedeschi che volevano portare a Berlino i capolavori fiorentini; quindi nel 1966 fu l'Arno a imporre la chiusura: l'alluvione devastò Fi¬ renze e anche i magazzini della galleria. Gli sgarbi, però, quella volta furono soltanto marginali. E oggi si riapre, ingresso gratuito e presenza di Giovanni Spadolini, presidente del Senato, fiorentino doc, e di Alberto Ronchey, ministro per i Beni culturali. E proprio al ministro sono state segnalate alcune cose che rincuorano. Dice Anna Maria Petrioli Tofani: «Sì, ho chiesto al ministro di tener presente che i custodi, proprio questi che son qui, per la riapertura, si sono offerti volontariamente. Non c'è neanche stato bisogno di fare convocazioni ufficiali. Questa è gente che ha dato l'anima per gli Uffizi, c'è stata una risposta corale, nessuno si è tirato indietro, nessuno. Se non ci fosse stata questa disponibilità unanime avrei avuto un crollo, che so, mi sarei sentita addosso una responsabilità troppo grande». Ma è passata, anche se quella bomba maledetta non ha finito di lasciar segni maligni, come la ferita che è stata scoperta l'altro giorno sul soffitto a cassettoni del Salone dei Cinquecento, in palazzo Vecchio. Per il momento sono stati spesi 972 milioni per le opere di restauro e s'è calcolato che soltanto per la sistemazione della struttura intagliata e dipinta occorrerà un miliardo e mezzo: inutile chiedersi quanto costò, quel capolavoro, progettato dal Vasari. Ma i costi per i danni subiti da Firenze son molto più alti, si calcolano sui 30 miliardi, forse di più. Sono venuti anche quelli dell'Unesco per controllare il ritorno a questa normalità e Bernd von Droste, direttore del Centro culturale artistico ha commentato: «L'attentato di Firenze è qualcosa di orribile perché ha preso di mira l'identità culturale della gente, l'anima degli uomini, valori e beni irripetibili. Ma abbiamo trovato una città molto attiva nel recupero di ciò che ha perso e di ciò che è stato ferito e pensiamo di studiare questa esperienza per utilizzarla negli altri centri culturali del mondo sfregiati da guerre o calamità naturali». Si riapre, l'Alitalia ha fatto tariffe speciali, 50 per cento di sconto, per chi ha deciso di trascorrere il weekend a Firenze. Si ricomincia anche così. Vincenzo Tessandori L'autobomba ha causato cento miliardi di danni alle opere d'arte. Sopra, il presidente Scalfaro stringe la mano alla direttrice degli Uffizi Anna Maria Petrioli Tofani 8 !:■;';:■:.' [FOTO SESTINI)

Luoghi citati: Bad Eilsen, Berlino, Firenze, Germania