Mosca, un proiettile rivela la vera natura di un «filetto» comprato in macelleria
Mosca, un proiettile rivela la vera natura di un «filetto» comprato in macelleria RUSSIA Mosca, un proiettile rivela la vera natura di un «filetto» comprato in macelleria Bistecca a sorpresa: era carne umana Macabra scoperta durante il pranzo per la festa L'ufficio di igiene avrebbe confermato il sospetto MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un piccolo proiettile deformato dentro quel rosso pezzo di filetto ha fatto giustamente venire dubbi alla signora che stava preparando il pranzo per la festa panrussa dell'indipendenza, giusto una settimana fa, il 12 giugno, giorno della ricorrenza contemporanea dell'elezione di Boris Eltsin alla presidenza e della dichiarazione di autonomia della Russia dall'Urss. In quella famiglia della capitale il giorno sarà ricordato anche come quello in cui avrebbero potuto diventare cannibali e, per fortuna, non è accaduto. «Moscovkie Komsomoletz», quotidiano tutto-cronaca della capitale, ci ha informato ieri che quel pezzo di filetto con proiettile scoperto dall'anonima casalinga moscovita era un pezzo di carne umana. La polizia non conferma, il quotidiano è avaro di dettagli, ma a Mosca, oggi, le cose vanno in modo tale che anche questa notizia può essere presa per vera. D'altra parte da tempo circola la leggenda secondo cui gli spiedini che affumicano la passeggiata domenicale dei moscoviti a parco Gorkij sono anch'essi di carne umana. Si dice, qualcuno mangia, nessuno si stupisce. Sarà forse perché le notizie sull'esistenza di cannibali volontari non sono rare sui giornali russi. Almeno una volta alla settimana si scopre un «mostro» che confessa dieci-quindiciventi omicidi seguiti allo stupro e invariabilmente seguiti da un macabro banchetto. Il capofila dei mostri resta il Chikatilo di Rostov sul Don che attende di essere giustiziato per aver mangiato pezzi delle sue 52 vittime. Un po' per tutte le Russie ha agito anche un uzbeko che aveva la cura di conservare in frigorifero brandelli delle sue vittime. Diversa, e in un certo senso più spaventosa, la storia raccontata ieri dal «Moskovskie Komsomoletz». Protagonista non è un mostro, ma una normale famiglia moscovita di cui il giornale ci dice solo che abita in un quartiere Sud-Ovest della capi¬ tale. In vista della festa, la mamma ha comprato un bel pezzo di filetto in un negozio di Stato, l'ha messo in frigorifero e sabato mattina si apprestava a prepararlo. Riferisce la cronaca, che il pezzo si presentava «molto fresco, ma un po' strano». Un ritaglio è stato dato al cane il quale, dopo averlo annusato, si sarebbe ritirato nel suo angolo con un sommesso guaito. L'istinto sconsigliava alla bestiola ciò che gli umani non sospettavano nemmeno. E' stato a questo punto che la signora ha trovato conficcato nella carne un pezzo di metallo. Con il reperto in mano, s'è rivolta al marito che stava leggendo il giornale nel salotto di casa. L'uomo, con occhio esperto, avrebbe subito detto: «E' un proiettile da pistola Makarov». Sospesa la preparazione dell'arrosto per la festa, la famiglia si è rivolta prima all'ufficio di igiene e poi alla milizia. Un perito avrebbe accertato che si trattava di carne umana: i poveri resti di un morto ammazzato i cui assassini avevano trovato questo macabro sistema per sbarazzarsi di un cadavere ingombrante. Sarà vero? Tutto è possibile. Nei ristoranti esotici del quartiere Taganka nei mesi scorsi s'è scoperto che venivano serviti cani e gatti randagi. Sui banchetti improvvisati che fioriscono intorno ai mercati è stato trovato di tutto: è stato accertato che almeno una decina di persone sono morte per aver mangiato carne avvelenata. Ma come staranno quelli che hanno mangiato la carne di quello stesso negozio senza aver trovato il proiettile? [c. m.] Una macelleria a Mosca: si parla di carne umana in vendita
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