Una tedesca di 29 anni e il figlio di 2 sono morti nell'incendio della loro casa a Berlino

Una tedesca di 29 anni e il figlio di 2 sono morti nell'incendio della loro casa a Berlino Una tedesca di 29 anni e il figlio di 2 sono morti nell'incendio della loro casa a Berlino Germania, un altro weekend di roghi Le due vittime abitavano sopra un ristorante curdo La polizia non si sbilancia ma non esclude l'attentato BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Una donna tedesca di ventinove anni e il suo bambino di due sono morti intossicati dai fumi di un incendio che ha semidistrutto la loro casa: abitavano sopra un ristorante curdo, a Berlino; qualche giorno fa sulla facciata era stata tracciata una croce uncinata. Nello stesso edificio vivevano anche alcuni stranieri: e nel quartiere, Kreuzberg, i turchi sono migliaia. La polizia non esclude un attentato, anche se potrebbe trattarsi di un tragico incidente e la presenza del ristorante curdo potrebbe essere soltanto una coincidenza. Ma in un Paese ancora segnato dalle cinque vittime di Solingen e dal suo contagio è di nuovo ansia. Da tre settimane è riesplosa la paura dei roghi criminali, è tornata l'angoscia di dover contare altre vittime della furia xenofoba, di ragazzi sbandati o intossicati da quel «clima di estremismo radicale» che lo stesso presidente federale Richard von Weizsaecker ha denunciato con durezza. L'incendio di Berlino del resto non è stato l'unico a provocare allarme ieri, anche se è stato il solo a far vittime: sicuramente doloso è quello che a Kiel, nello Schleswig-Holstein, ha danneggiato un ostello per Asylanten abitato da diciotto persone, provocando due feriti leggeri, un egiziano e un bosniaco. Nell'ingresso sono state trovate tracce di un liquido infiammabile, secondo la tecnica sperimentata a Solingen: i focolai erano tre. Anche un'auto parcheggiata di fronte all'ostello è stata semidistrutta dalle fiamme. A Ruesselsheim, vicino a Francoforte, un altro incendio criminale ha danneggiato un ostello per stranieri ancora in costruzione, che presto avrebbe dovuto accogliere una cinquantina di persone: anche qui sono state scoperte tracce di benzina, anche qui probabilmente si voleva una strage. Fuochi piccoli e grandi, indizi di un malessere che torna a esplodere a ondate, e che rischia di influenzare comportamenti criminali senza motivazioni xenofobe, come casi recenti hanno mostrato. Fiamme che accompagnano un dibattito sempre più vivace sulla «doppia nazionalità» e il doppio passaporto agli immmigrati, sollecitati anche ieri dal presidente turco Suleyman Demirel in quanto strumento di migliore integrazione; e appoggiati, secondo un recentissimo sondaggio, dal 63 per cento dei tedeschi. Ma soprattutto fiamme che allungano un elenco già fitto di aggressioni a sfondo xenofobo: secondo fonti dei servizi interni citate ieri dal Berliner Zeitung, il rogo di Solingen non ha placato l'ondata di violenza razzista. L'ha esaltata, anzi, anche se non ci sono state altre stragi, forse soltanto per un caso fortunato: nelle due settimane che hanno seguito l'attentato ci sono stati 28 incendi criminali, in tutta la Germania. Nelle due settimane che l'avevano preceduto, erano stati soltanto otto. Dall'inizio dell'anno, inoltre, le «azioni con provata o presunta motivazione di estrema destra» - in sostanza gli attentati a sfondo xenofobo e razzista - sono state 841. Nello stesso periodo dell'anno scorso erano state di meno: 747, 26 delle quali «specificamente antisemite»; ma l'inferno sarebbe venuto più tardi, in autunno, con la strage di Moelln (tre donne turche bruciate vive) e un'ondata di attentati, di incendi e di aggressioni quotidiane o quasi. Sono i frutti del «clima estremista» denunciato da Von Weizsaecker. Lo stesso che il presidente del «Consiglio cen- trale ebraico», Ignatz Bubis, ha lamentato ieri: «L'aperto antisemitismo in terra tedesca non è più un tabù, ma una parte integrante della crescente xenofobia che si riscontra nel Paese», ha detto parlando al Forum degli studenti europei riunito a Heidelberg e dedicato all'«Antisemitismo in Europa». «Sebbene un vero e proprio antisemitismo non sia in aumento, un numero sempre più grande di persone negli ultimi due anni ha espresso in maniera aperta la propria ostilità nei confronti degli ebrei». Presto, forse, si muoverà anche l'Onu: mentre il cancelliere Kohl si appresta a presentare un nuovo pacchetto di misure contro la violenza e l'estremismo - martedì prossimo, probabilmente - Amnesty International ha chiesto alle Nazioni Unite l'invio in Germania di un osservatore. Emanuele Novazio A Kiel appiccano il fuoco a un ostello per stranieri Due profughi feriti Fiamme xenofobe anche nella zona di Francoforte ^^^^^^^^^^^^^^ ^^AM^-Xy.^ Un ufficiale della polizia di Kiel esamina un'auto bruciata nella strada davanti alla casa dove sono morte la donna tedesca e il suo bambino

Persone citate: Emanuele Novazio, Heidelberg, Holstein, Ignatz Bubis, Kohl, Richard Von Weizsaecker, Suleyman Demirel, Von Weizsaecker