Polemico rientro dell'ambasciatore Augelli: con il blitz ci inimichiamo metà del Paese di Foto Reuter

Polemico rientro dell'ambasciatore Augelli: con il blitz ci inimichiamo metà del Paese Polemico rientro dell'ambasciatore Augelli: con il blitz ci inimichiamo metà del Paese Somalia, l'inviato italiano contro POnu Anche la Folgore dà la caccia al fuggiasco Aidid Il generale Canino: è l'operazione Vispa Teresa ROMA. Lascia una Somalia in fiamme, l'ambasciatore italiano Enrico Augelli, in evidente polemica con chi ha scelto la via delle armi. Il generale Aidid oggi è «wanted» a Mogadiscio. E ora che la parola è passata ai militari, l'ultimo diplomatico europeo presente a Mogadiscio rientra. Ufficialmente, Augelli torna a Roma per «consultazioni». Ma dal tenore delle sue dichiarazioni, l'inviato della Farnesina appare come il principale sconfitto di questi giorni. «Quando la parola passa alle armi - ha dichiarato a Mogadiscio - la sfera di azione dei diplomatici si riduce drasticamente». Enrico Augelli, inviato in Somalia dall'ex ministro Emilio Colombo, in questi mesi si era proposto come uomo del dialogo. E non ha cambiato idea. «Da parte italiana - ha detto - era stato suggerito all'Unosom di riflettere bene sulla decisione di arrestare Aidid prima di averne accertato le specifiche responsabilità». Il pericolo, intravisto da Augelli, è il precipitare di un delicato equilibrio. «Un provvedimento restrittivo poteva essere interpretato dal clan degli Habr Gidir come una sfida all'intero clan e un tentativo di ridimensionarne il ruolo rispetto agli altri clan». Lui, Augelli, aveva difeso l'idea della più stretta neutralità. Mentre in Somalia, «che lo si voglia o no, l'intervento dell'Onu è interpretato come un appoggio della comunità internazionale a una delle due alleanze. La politica delle neutralità rischia di inimicarsele entrambe». L'azione militare, dunque, secondo Augelli, «ha rotto certi equilibri politico-militari». Ma questo risultato non lo sorprende: «Era prevedibile. Anzi, era già previsto che l'intervento militare avrebbe avuto effetti dirompenti sulla nostra politica in Somalia». Proprio ieri, in effetti, il clan capeggiato da Ali Mahdi ha dimostrato la sua soddisfa- zione per le disgrazie del concorrente. «Aidid - ha detto Ali Mahdi - è l'unico ostacolo alla pace in Somalia. E' qui a Mogadiscio, senz'altro. E' indebolito. Se lo prendono e lo arrestano, la pace torna automaticamente». Il nemico di Aidid esalta il ruolo degli Usa. Critica l'Italia, invece: «Sbaglia se non vuole partecipare alle operazioni militari, perché questa è l'unica strada per la pace». Ce l'ha con i ministri italiani, Mahdi. «Abbiamo fatto presente al ministro della Difesa che era necessario impe¬ gnare i soldati nelle azioni militari». E critica il diplomatico che va via. «Augelli non ha informato esattamente della situazione in Somalia». Ieri, una nuova manifestazione popolare pro-Aidid ha attraversato Mogadiscio. Qualche migliaio di suoi sostenitori, con cartelli di ispirazione nazionalistica e religiosa, hanno scandito slogan contro Bill Clinton. Il pericolo di sbilanciarsi a favore di una sola fazione, comunque, è ben presente anche tra i militari. Gli italiani, dunque, nei prossimi giorni, forse già domani, distruggeranno un arsenale di armi del Snf (fronte nazionale somalo) che fa riferimento ad Ali Mandi. La cattura di Aidid, però, resta l'obiettivo preminente. Ed è quasi iniziata una «gara» tra contingenti. «L'ordine è generalizzato - ha spiegato ieri il generale Goffredo Canino, capo di stato maggiore dell'Esercito - essendo affidato a tutte le forze impegnate nell'operazione. Finirà con il prender Aidid, ammesso che sia ancora in Somalia, chi è in grado di ottenere più informazioni oppure chi avrà più for¬ tuna». Gli italiani, secondo il generale, in questa operazione sarebbero favoriti dal controllo del territorio interno, verso l'Etiopia, dove domina il clan del generale. «Diciamo che anche noi potremmo avere una buona probabilità». Questa «sfida» in qualche modo diverte il generale e dice al generale Loi: «Vi suggerisco un nome all'operazione: "Vispa Teresa". Buon lavoro. Vi auguro di acchiappare le "farfalle" che cercate». Francesco Grignetti Ali Mahdi si rallegra delle disgrazie del rivale «Il generale era l'unico ostacolo alla pace Se lo prendono e lo arrestano tornerà subito la calma» Il manifesto di ricerca del generale Aidid e dei suoi uomini Sopra, il generale Goffredo Canino Manifestanti con i ritratti del generale Aidid e di Saddam [FOTO REUTER]