«Avanti!» tutta, purché in versi di Pierluigi Battista

«Avanti!» tutta, purché in versi Sul giornale del psi, tra una rima e l'altra, anche frecciate a Mani pulite «Avanti!» tutta, purché in versi Poesie crepuscolari per il Garofano appassito ULTIMA PAGINA AROMA chi giova se giova l'esistenza del covo?». E poi: «Cui prodest? A chi prude il gioco rude?». VAvanti! termina così, in un tripudio di calembours e di bisticci verbali, di azzardi linguistici e di più consueti settenari. Termina, nel senso che sono i versi del poeta Vito Riviello a riempire l'ultima pagina del quotidiano socialista. Perché anzi proprio per non farlo finire strangolato dai debiti, il glorioso Avanti!, la «campagna di solidarietà» per il quotidiano fondato nel 1896 ricorre all'arma segreta per muovere passioni e sentimenti: la poesia. Versi che dovrebbero toccare il cuore di chi non vuole che \'Avanti! chiuda. Slanci lirici, eruzioni emotive che tingono di una luce crepuscolare e sommessa il triste epilogo del socialismo italiano, passato in una manciata di giorni dal fulgore dei trionfi craxiani alla fine melanconica di questi mesi. Che allora si dia spazio alla «solidarietà dei poeti all'Avanti!». Ed ecco ogni giorno mobilitarsi poeti famosi e meno nello spazio della memoria e del sentimento che il giornale socialista allestisce ogni giorno sulla sua ultima pagina. Ha cominciato per tutti Amelia Rosselli con un suo personalissimo «pastiche». «Vorrei che mi si salutasse con gran fragore o che/ un at¬ tonito silenzio fatto di stupore/ corrugasse la fronte a quei bifolchi». Ma l'invettiva rosselliana cede nei giorni successivi il posto al «testo inedito del poeta Vito Riviello» che versificando rappresenta nella trasfigurazione lirica gli umori risentiti del lettore socialista: «avendo raggiunto l'incertezza/ degli indizi lo dichiara presunto/ considerando il riassunto delle prove provanti/ il massimo raggiunto». L'allusione ai giudici di Tangentopoli è esplicita. E la licenza poetica permette al cantore dell'Avanti! di esprimere pensieri reconditi che nel linguaggio dell'arida prosa non è neppure possibile concepire: «Nella sua eterna latitanza/ si fa mito l'innocenza». Il quotidiano socialista sceglie insomma una formula inconsueta per richiamare la solidarietà attor¬ no a un giornale dal futuro sempre più plumbeo. Sarà per una forma di segreta emulazione della più prospera Unità che ogni settimana acclude al giornale volumetti di poesia italiana. Sarà la memoria del ruolo che nella storia dei fratelli-rivali del pei ha avuto l'espressione poetica, dai versi di Salvatore Quasimodo all'indomani del lancio dello Sputnik sovietico ai versi della scuola romanesca dei Trombadori e dei Maurizio Ferrara. Oppure sarà che nei momenti di apocalittica difficoltà, anche nei partiti (e specialmente in un partito come il psi, ora diretto da un segretario-pittore come Ottaviano del Turco) si chiede soccorso alle risorse nascoste della poesia. Fatto sta che l'accorato Sos delYAvanti! acquista un sapore da ultima spiaggia, o forse da ultimo verso. «Solo quando saremo guidati alla battaglia/ ci verrà concesso di bagnare le gote/ e di soffiare nei corni», ammonisce il poeta Gian Ruggero Manzoni, che «aderisce alla mobilitazióne per l'Avanti! con un suo personalissimo Su di un pensiero d'Occidente che finisce con una severa ammonizione rivolta agli «ipocriti» e agli «incerti». Ma la parte del leone la fa Vito Riviello che espone «i mille misteri d'Italia rivisitati nelle allusioni poetiche» con questi versi: «Soapopera all'italiana/ piste sviste indizi fittizi/ trame di carità/ oh quante belle trame, soap soap soap soap». Concludendo con toni da anomalo Giudizio universale: «Il dramma del cormorano che Noè richiama perché vuol partire subito dopo le previsioni del tempo». Pierluigi Battista Ottaviano Del Turco

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