Oggi si vota in 145 Comuni e il Presidente avverte: stare alla finestra non è democrazia

Oggi si vota in 145 Comuni e il Presidente avverte: stare alla finestra non è democrazia Oggi si vota in 145 Comuni e il Presidente avverte: stare alla finestra non è democrazia Stajfaffo contro «i sobillatori di folle» «Chi immagina ghigliottine ha qualche scompenso» ROMA. Oggi secondo turno di votazioni per sei milioni settecentomila cittadini che devono eleggere i sindaci di 145 Comuni più 6 presidenti di Provincia. Elezioni-cavia perché è la prima volta che gli italiani sperimentano il ballottaggio tra i due candidati più votati. Chiusura di un ciclo elettorale importante perché è la prima volta che viene usato veramente il sistema uninominale maggioritario a due turni. Grande è l'attesa per sapere chi saranno vincitori e vinti nei duelli di Milano, Torino, Catania ma anche di città come Belluno, Pordenone, Ravenna, Ancona, Grosseto, Siena, Agrigento. L'esito di queste battaglie influirà sulle scelte future dei partiti maggiori, e di questo parleremo dopo. Ma un altro dato, l'affluenza alle urne, influirà probabilmente sul cam¬ mino della riforma elettorale in gestazione a Montecitorio e che dovrebbe essere approvata entro giovedì. C'è un'attesa trepida alla quale ha dato voce ieri il Presidente della Repubblica, parlando a Firenze. «Chi sta alla finestra non è per la democrazia», ha detto Scalfaro indirettamente rivolto a quanti possono essere tentati di andare oggi al mare non sapendo chi scegliere tra i duellanti disponibili. Ed ha aggiunto, a beneficio dei più esagitati che parlano nelle piazze in questi giorni: «In ogni tempo e molte volte coloro che hanno più forte il senso della ghigliottina o la non affascinante dote di essere sobillatori della folla, hanno da compensare qualche pagina della loro vita». Parole che sembrerebbero dirette al capo leghista, Umberto Bossi. C'è attesa perché se le astensioni dovessero notevolmente crescere rispetto all'80 per cento circa di votanti di due domeniche fa, chi punta ad annacquare la riforma in votazione alla Camera si sentirà più forte e determinato. Potrà dire che gli italiani non sono fatti per le scelte secche, per i duelli frontali. Che, in fondo, la ricerca di una via di mezzo, di un accomodamento fa parte del carattere nazionale, di cui bisogna realisticamente tener conto aumentando, magari, la quota di deputati da eleggere col sistema proporzionale. Un'alta astensione farebbe dire ai «conservatori», sollevati, che gli italiani dopo aver chiesto a gran voce la riforma radicale per i Comuni, poi non l'hanno utilizzata appieno. E proprio per evitare il contraccolpo politico di un'even- tuale elevata astensione, il presidente della Camera, Napolitano, ieri puntualizzava che già l'alto livello di partecipazione al voto del 6 giugno «è la prova migliore del fatto che i cittadini hanno colto la portata innovativa della legge elettorale approvata». Il che è anche vero, anche se è indubbio che l'attesa di due settimane tra primo e secondo turno non è stata utilizzata quasi mai per concludere le ipotizzate alleanze degli esclusi con i candidati in ballottaggio. Ovunque i duellanti si presentano con gli schieramenti che avevano alle spalle il 6 giugno. Ostilità al sistema (come possono sostenere quelli che vogliono elezioni ad un turno) o impreparazione alla novità? Per ora si sono realizzate le alleanze possibili in mezzo a tante alleanze sperimentali. La storia cambierà dopo i risultati di stasera. Achille Occhetto è forse il dirigente politico che più attende lumi dalle urne. Nelle tre maggiori città - Milano, Torino, Catania - la sinistra ha un suo candidato in ballottaggio. A Torino la lotta è con un altro candidato di sinistra (Castellani contro Novelli), col pds che cerca di conquistare i voti del cen¬ tro. A Milano il duello è con la Lega (Dalla Chiesa contro Formentini) per contendersi, entrambi, i 200.000 voti del centro rimasto senza suoi rappresentanti. Anche a Catania il candidato che ha l'appoggio del pds. Bianco, cerca i voti del centro per prevalere su Fava. E gli elettori di centro hanno ora il potere di orientare le scelte future del pds. Se a Torino, per esempio, prevalesse Castellani su Novelli, per Occhetto sarebbe meno difficile condurre il suo partito su posizioni di sinistra di governo. Guardando al Nord, la scena politica è veramente mai vista. Di fatto si fronteggiano Lega e sinistra. Con la Lega che punta a sostituirsi alla de. Bisogna scendere nell'Italia centrale, nelle Marche, per tornare all'antico, agli scontri de contro sinistra e pds. Succede ad Anco- na, San Benedetto del Tronto, Civitanova, Porto Sant'Elpidio. E in Toscana a Siena e Grosseto. Per la de il Nord è terra persa. Lo scudo crociato vuole un sistema elettorale che salvi con la proporzionale i perdenti proprio perché vede se stesso al Nord sommerso dalla Lega. Anche Martinazzoli ha, comunque, da controllare cosa fa il suo partito nei 58 Comuni dove la de ha un suo candidato in ballottaggio. Il 6 giugno rivelò che il mondo cattolico non era più compatto con la de per la prima volta dal dopoguerra. Oggi Martinazzoli si attende un segno di ripensamento: «Se venisse meno la consistenza di una forza politica organizzata e di tradizione come la nostra avvisa - i cattolici diventerebbero del tutto insignificanti». Alberto Rapisarda Napolitano «Ben accolto il nuovo sistema» TORINO 26,5 LA RETE, ALL. VERDE PER TORINO, PENSIONATI, RIF. COMUNISTA MILANO 20,8 PDS, VERDI (SOLE CHE RIDE), ALLEANZA PER TORINO FORMENTlNÌj 40,9 LEGA NORD CATANIA 28,3 PDS, RIF. COMUNISTA, LA RETE USTA PER MILANO, VERDI 22,8 PATTO PER CATANIA (PDS, PRI, VERDI, INDIPENDENTI, POPOLARI PER LA RIFORMA, aTTA' INSIEME) 14,0 LIBERARE CATANIA (LA RETE, RIFONDANONE) NOVARA Ferdinando Sergio CARDINALI MERUSI 32,6 25,7 31,8 26,8 pds, rif0ndazi0ne, la rete, leganord all. democrat. manipulite (verdi ind.sin.) VERCELLI Mietta BARACCHI Giorgio BAVAGNOtl GAIETTA 26,2 13,9 27,0 14,0 leganord pds, rif0ndaz10ne, verdi PAVIA Rodolfo JANNACCONE PAZZI 43,2 44,7 leganord Carla TORSELLI 25,9 23,2 .ponte (pds, verdi, la rete) rifondazione LECCO Giuseppe Rosi POGLIANI GRANATA 36,2 26,9 37,7 21,5 leganord ustaperlecco ustapannelia PORDENONE Stefano TALAMINI 33,2 33,7 lega nord uga veneta Maurizio FISTAROL 30,8 29,4 alleanza di progresso Alberta Alfredo MANZON PASINI 33,7 23,2 31,3 24,9 si1 per pordenone leganord (verdi, pri,pu, la rete, pop. per ia riforma), pds, u. d. (psi, psdi, verdi) RAVENNA Pier Paolo Ezio D'ATTORRE BRINI 38,9 26,3 38,7 26,2 pds alleanza per ravenna (pri,pu,psdi,segni) SIENA PIERLUIGI PICCINI 37,8 35,9 pds Vittorio CARNESECCHI 22,4 20,6 dc GROSSETO ANCONA Loriano VALENTINI 38,2 39,4 alleanza per grosseto (pds, pri, verdi, pop. per la riforma) Fausto GIUNTA 32,1 31,8 dc rinnovamento (confcomm. socialisti uberaldemocratici) Renato GALEAZZI 46,5 41,4 pds Luigi DI MURRO 17,0 19,9 dc Franco GIUSTINELLI 33,6 32,9 pds Gianfranco CIAURRO 20,8 18,4 alleanza per terni Antonio CUTOLO 32,8 23,4 pds, rifondazione Giovanni MERLINO 25,3 23,9 alleanza per torre CAVA DE' TIRRENI Raffaele FIORILLO 41,3 35,4 alleanza di progresso TAURIANOVA Eugenio ABBRO 24,6 29,0 dc AGRIGENTO J QUARTU SAMTELENA Luigi OTTAVIO CORDOVA 22,5 23,2 civiltà'democratica Emilio ARGIROFFI 21,8 19,6 pds Giuseppe ARNONE 33,9 25,6 usta per agrigento (pds, rifondazione, verdi) la rete Calogero SODANO 31,3 5,7 insieme per agrigento Graziano MILIA 35,6 36,8 pds, pri, psd'az,psdi, verdi Gesumino MOTZO 29,3 31,3 dcpsi