Bologna un altro fallimento di R. S.

Dopo la retrocessione in CI, una ben più pesante bocciatura dal tribunale Dopo la retrocessione in CI, una ben più pesante bocciatura dal tribunale Bologna, un altro fallimento Alla prossima asta, due acquirenti BOLOGNA. Un tentativo di salvataggio in extremis, ore concitate in cerca di una soluzione che però sembrava sempre più lontana, poi la resa e la fumata nera. Il Bologna, una delle più gloriose società di calcio italiane, da ieri ufficialmente non c'è più: dopo l'umiliazione della condanna alla serie C, il fallimento. Una stella che da anni non brillava più e che ieri rischia di essersi spenta del tutto. Fino a dieci anni fa, quella rossoblu era una delle quattro società che non avevano mai conosciuto la retrocessione in B: una specie di fiore all'occhiello. Fondata nel 1909, ha vinto sette scudetti: l'ultimo nel '64, sotto la guida di Bernardini, in uno spareggio con l'Inter. E non basta: ha vinto anche due Coppe Italia, un torneo anglo-italiano, tre Coppe dell'Europa Centrale (due negli Anni 30, quando equivaleva alla Coppa dei Campioni). Questo era il Bologna: uno squadrone. Ma adesso i tifosi possono vivere soltanto di ricordi. La dichiarazione di fallimento è stata depositata in cancelleria alle 14 dal tribunale di Bologna, che ha accolto l'istanza avanzata dal procuratore della Repubblica, Gino Paolo Latini. E' risultata vana la mediazione in extremis tentata nella notte dall'aw. Bruno Catalanotti, legale del presidente del Bologna, Piero Gnudi. A Baia Sardinia, dove era in vacanza, l'avvocato è stato contattato, da Cuba, dall'industriale bergamasco della plastica Ivan Ruggeri, che ha rinnovato la proposta, già formulata il 30 settembre '92, di acquistare la società. In base a tale proposta, Ruggeri sarebbe diventato proprietario del titolo sportivo, della «azienda Bologna», delle prestazioni dei giocatori e dei dipendenti. Il resto del patrimonio sociale sarebbe rimasto alla Finsport, la finanziaria, già in liquidazione, proprietaria dell'88% delle azioni del Bologna, e agli altri soci. L'offerta era molto superiore ai quattro miliardi di esposizione del club. Il presidente Gnudi ha esibito inoltre i documenti che comprovano la rinuncia a rivalersi sul Bologna da parte dell'ex presidente Corioni e di Casillo, intervenuto finanziariamente a sostegno di Gnudi per la fidejussione di quattro miliardi e mezzo, poi versati dalla Carisbo: e proprio quei soldi in febbraio avevano già evitato il fallimento. Infine Gnudi ha evidenziato i diritti (250 milioni) per la valorizzazione di Pessotto, giovane in prestito dal Milan. Macché, non è bastato. Il tribunale non ha ritenuto accettabile l'offerta perché si sarebbe potuta concretizzare un'ipotesi di bancarotta preferenziale, a svantaggio degli altri creditori. Pare infatti che Ruggeri non si sarebbe accollato i debiti sociali. E poi hanno pesato anche i decreti ingiuntivi presentati da creditori per 900 milioni, che sono alla base della nuova istanza di fallimento, la terza in meno di un anno. Ora il Bologna verrà messo all'asta pubblica per la vendita al miglior offerente: gli interessati pare siano due. Se tutto andrà bene, il club sarà iscritto (il termine è il 30 giugno) al prossimo torneo di CI, dove è appena retrocesso. Qualora non si arrivasse in tempo, la società invece scomparirebbe. «Stiamo lavorando perché non si disperda un patrimonio non solo economico ma anche ideale per la città e il mondo del calcio», ha detto il giudice Liccardo. Curatore fallimentare sarà il dottor Marco Zanzi e tra i periti vi è anche Eraldo Pecci, ex regista della squadra che, ancora quattro anni fa, riuscì a qualificarsi per la Coppa Uefa. Nella sentenza di fallimento si legge che è stato provato «lo stato di irreversibile insolvenza». I debiti ai fornitori sono di due miliardi e 293 milioni, le ingiunzioni di 900 milioni, giocatori e tecnici aspettano due miliardi e 472 milioni, il Comune vanta un credito di oltre un miliardo. Si sapeva che, prima o poi, sarebbe finita così. Era inevitabile. Però è triste. [r. s.]

Luoghi citati: Bologna, Cuba, Europa Centrale, Italia